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Con questo articolo termina la seconda serie di interventi di Franco Gabbani, attraverso i quali sono state esaminate e rivitalizzate storie e vicende del nostro territorio lungo tutto il secolo del 1800, spaziando tra fine '700 e inizi del '900 su accadimenti storici e vite di personaggi, che hanno inciso fortemente oppure sono state semplici testimonianze del vivere civile di quei tempi. Il ricercare informazioni e documenti ha richiesto un grandissimo impegno per Franco, ricompensato dall'interesse dimostrato dai lettori, decisamente significativo.

 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di - Maestra Antonella
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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Non appena ci salutano le feste del Natale
lasciando una scia di pandori e dolciumi,
panettoni e e frutta secca a fiumi
Ecco affacciarsi ovunque
zeppole, .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
Edizione monstre per i 50 anni del festival che celebra il fumetto. Attesissimo Frank Miller
Lucca, l’anno gold dei Comics

29/10/2016 - 12:54

Lucca, l’anno gold dei Comics

Edizione monstre per i 50 anni del festival che celebra il fumetto. Attesissimo Frank Miller


Magari non sarà un grattacielo di Gotham ma la Torre Guinigi di Lucca è un trampolino di lancio ideale per uno dei salti di Batman: rilancio e ritorno, eterno ritorno del superuomo col mantello da pipistrello. È Frank Miller, infatti, l’autore che nel 1986 con Il ritorno del cavaliere oscuro cambiò la storia di Batman e del fumetto supereroistico, l’ospite più atteso di Lucca Comics & Games (da oggi a martedì 1° novembre). Nello stesso anno in cui uscirono Maus di Art Siegelman e Watchmen di Alan Moore (altri due caposaldi della rivoluzione del fumetto), Frank Miller cancellò un pupazzetto in calzamaglia e mascherina per farne un uomo cupo e violento, segnato dal tempo e dall’età, con l’anima lisa e stracciata più della vecchia tuta dismessa.
Fu un pugno, un sonoro smack in faccia che fece diventare adulti i lettori di comics americani. Gotham non era più una città tranquilla nella quale, chissà perché, apparivano all’improvviso bizzarri malfattori con la faccia da clown o le fattezze di un pinguino, ma una metropoli dura e ostile, una città da odiare perché «si è arresa, come, si direbbe, tutto il mondo» al crimine.
L’uomo-pipistrello si fece allora vendicatore, spietato contro i criminali ma, anche, contro un’America che non piaceva più al suo autore, simbolizzata da un Superman ridotto a fantoccio del potere. Da Dark Knight Returns a Dark Knight Strikes Again e all’attuale terza parte della saga The Master Race ( Razza suprema) il Batman di Miller (autore di altri capolavori come Ronin, Sin City, 300) pur colpito, ferito e fiaccato non ha smesso di rispondere colpo su colpo.
Molti si sono stupiti di questa vena reazionaria e violenta di un autore «rivoluzionario» come Miller. Stupore che virò in indignazione quando, nel 2011, uscì Holy Terror (Sacro Terrore), ancora uno scontro all’ultimo sangue tra supereroi (ma non Batman) e supercriminali che, questa volta, sono islamici: quasi un pamphlet, politicamente «scorrettissimo», dedicato «con rispetto» a Theo Van Gogh, il regista olandese assassinato da un estremista islamico.
Un fumetto nel quale, tra l’altro, Frank Miller ridicolizza Obama e la Clinton per la loro arrendevolezza nei confronti dell’Islam. Sarà interessante capire bene – al di là delle letture e interpretazioni scontatamente di destra o di sinistra – come la pensa Miller (saranno due gli incontri lucchesi con il pubblico, il primo oggi alle 11.30 al Teatro del Giglio, l’altro martedì con Milo Manara) sulla politica odierna degli Usa, sul duello tra Hillary Clinton e Donald Trump.
Anche se in una recente intervista a The Hollywood Reporter l’autore americano ha dichiarato: «Non può esistere un buffone maggiore di Donald Trump. Il fatto che egli pensi di poter diventare il presidente degli Stati Uniti è uno dei migliori scherzi che abbia letto da molto tempo. Almeno spero». Frank Miller dovrà vedersela anche con altre decine di suoi colleghi illustri, ospiti di questa Lucca: da Brian Azzarello (100 Bullets) a Charlie Adlard (The Walking Deads) da Zero Calcare (una sua mostra a Palazzo Ducale) a Gipi, da Milo Manara a Bruno Bozzetto. (Se avete la pazienza scaricatevi il programma-monstre da www. luccacomicsandgames.com).
Intanto, sul sito, il borsino segna la cifra di circa 170.000 biglietti già venduti prima dell’odierna apertura. Cinque giorni di fiera, mostre, incontri, spettacoli, concerti, eventi, gare, tornei e sfilate (fino a martedì 1 novembre) faranno il resto. E alla fine saranno almeno il doppio i ticket staccati e parecchie le decine di migliaia di persone (tra accreditati, ospiti, espositori, addetti ai lavori e soprattutto cosplayer) che si aggiungeranno.
Dunque, c’è da scommettere che – nell’anno «gold», ovvero della celebrazione dei 50 anni del matrimonio tra Lucca e il fumetto – i record salteranno ampiamente. Ma, al di là delle cifre, è significativo che quest’edizione del cinquantennale segni la «riappacificazione» tra l’odierna Lucca Comics & Games e l’originario Salone Internazionale dei Comics che, nel 1966, aprì la strada alla scesa «in campo» del fumetto. Riappacificazione, dopo divorzi e polemiche, testimoniata dalla donazione del patrimonio archivistico di Immagine (l’associazione che organizzò il Salone fino al 1992) al Comune di Lucca e dal ritorno come ospite di Rinaldo Traini che di quell’indimenticabile Salone fu tra i fondatori e che a lungo ne diresse le sorti.

Fonte: Renato Pallavicini
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