Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Il Bosco Fosco
Alleggeriamo le “tenzioni” politiche ascoltando le cazzabubbolate fra alberi e fotografo, tutto a sottozzero!
“Buongiorno Fosco Del Bosco”
“Buongiorno a te Ernesto Svegliapresto”
“Passate bene le vacanze, avuti molti regali?”
“Mah, ci deve esser presa la risipola all’orecchio della Befana! M’è successo come al tuo merlo con Babbo Natale nei regali! Natale e Befana non son più quelli d’una volta. Avevo chiesto di portare un cappello caldo al cipresso e invece l’han fatto diventare calvo, avevo chiesto, con questo gelo, di mettergli ai piedi dei termofori invece ci han piantati dei pneumatofori, se li mettano al culo quelli!”
“O Fosco, non c’è una lingua comune ormai, se chiedi a un vecchio cosa ti rendeva unico ti risponderà: cocco e pina, i tuoi frutti più pregiati. Domandalo a un giovane e ti sarà risposto: coca..ina il suo frutto più velenoso!”
“Ma non è tutto. Chiedi un taglio raso cioè piatto e te lo fanno a pietto, le ceppe son diventate cippato, le guardie ora son guardoni, le madonnine dei cippi da rosee e devote che erano ora son rotte e devastate. È un mondo alla rovescia. C’è quell’atro nome che ci danneggia ed è quello che fa portare carbone anziché doni, dillo te, Ernesto, che mi conosci bene.”
“Te lo stavo dicendo infatti, mi hai letto nel pensiero. Se invece di chiamarti Fiumaccio ti avessero dato nome Bellezza, forse forse a qualcuno sarebbe dispiaciuto non farti dei regali, ma con questo nomaccio meriti il carbone come ai bimbacci.”
“Perché hai detto carbone? A quale carbone ti riferisci?”
“Lo sai Fosco, lo sai. Quello che, purtroppo, ti fa rima, quello “losco”. Ora vado a casa, mi ghiacciano i piedi. A domani”
Compare un altro personaggio: Pasquale Cinghiale.
“O Ernesto, te ti chiamerai Svegliapresto, ma io no!? Con questo chiar di luna devo tirà la cigna a giornate e ora che ho trovata una cigna-la per dormì ar carduccio, te vieni a quest’ora a rompì ‘ coglioni, ma vaffaghiande, se le trovi!”
"Scusa Pasquale, non ti avevo visto, fate pure le vostre cignalate con calma. Buon Anno"