Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Chi di voi ha bazzicato Pisa una cinquantina d’anni fa (pochi a dire il vero, vero?) si ricorderà di uno strano personaggio che percorreva Via Vittorio, ora Corso Italia, in su e in giù instancabilmente tutto il giorno e tutti i giorni.Questo non sarebbe strano se il giovane non fosse stato abbigliato con una camicia a quadri, un fazzoletto colorato al collo e, ciliegina, un cinturone alla vita con fondina e pistola e pure una stella di sceriffo al petto.
Andava di negozio in negozio offrendo protezione da improbabili banditi salutando con un tocco alla fronte e una pacca alla colt, ovviamente scarica.Non si conosceva il nome, ma non poteva essere se non “Lo Sceriffo”. Dolce e romantico personaggio di un tempo che poteva permettersi di scherzare con la delinquenza.
E veniamo al 2017, anzi al 31 dicembre 2016, e alla incredibile storia del delfino di Pisa. I giornali ne parlarono e ne parlano tuttora come una straordinaria apparizione e ancor più straordinaria la durata della permanenza in acque dolci(?).Zoologi, ittiologi, climatologi e una lunga serie di tuttologi dicono il loro perché a proposito o meno e gli spettatori del “Circo Delfino” aumentano ogni giorno.
Tutti meno gli psicologi.
Non è possibile che la fame lo faccia cacciar muggini al ponte dell’Aurelia per 44 giorni conseguitivi!Io son propenso ad uno squilibrio mentale dell’animale.
Delfino, sinonimo di velocità, gioia, intelligenza e qui ci troviamo di fronte un essere lento, annoiato... stupido. Ho passato diverse ore sulla riva dell’Arno, di fronte all’acquario del tursiope, già perché di un acquario si tratta dato il movimento avantindietro, sempre uguale, ossessivo. I giornali chiesero ai lettori di dare un nome all’ospite, un nome pisano:
io lo chiamerei lo Sceriffo!