Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
È semplice, Pisapia tifa centrosinistra, Bersani no
La vicenda siciliana ha svelato la distanza strategica tra Mdp e Campo progressista
La differenza di fondo fra Giuliano Pisapia e Pier Luigi Bersani è semplicissima: Pisapia vuole far vincere il centrosinistra, Bersani lo vuole far perdere. La Sicilia dice questo.
Detta ancora più chiaramente. L’ex sindaco di Milano ritiene che nella situazione italiana vada costruita una nuova alleanza di governo con i protagonisti attuali del centrosinistra; Bersani pensa che per questo obiettivo sia preliminare ottenere la testa di Matteo Renzi. E che per ottenere la testa di Renzi sia necessario (ovviamente non lo dice se non in camera caritatis) far perdere il Pd in Sicilia.
La questione di Alfano e della sua presunta incompatibilità con il centrosinistra è evidentemente pretestuosa. Solo qualche settimana fa infatti Mdp accettò gli alfaniani nell’alleanza a sostegno di Leoluca Orlando a Palermo; per non dire che bersaniani e alfaniani fanno parte – oggi – della maggioranza di governo, o della mitica alleanza ABC (Alfano-Bersani-Casini) che reggeva l’esecuzione tecnico di Monti e poi i governo Letta e Renzi.
La vicenda siciliana ha dunque svelato, se ne ve fosse stato bisogno, la distanza strategica fra Campo progressista e Mdp. Non basta un comunicatino stampa per occultare questa spaccatura: lì nessuno si fida di nessuno. Secondo un antico riflesso di un certo mondo, Pisapia è sospettato dai bersaniani di intelligenza col nemico, magari di essere pronto a tradire la causa in nome di qualche posticino in Parlamento oppure, nella migliore delle ipotesi, è un grande ingenuo, un impolitico, un pessimo tattico.
Pisapia invece sembra interessato a compiere una legittima e non facile operazione politica. Quella – come dice lui stesso – di “sfidare” il Pd sul terreno dei contenuti e delle politiche concrete. Ma riconoscendo la leadership attuale del Pd e a sostegno del nuovo centrosinistra. Bersani e D’Alema, con sempre maggiore disprezzo per il partito da cui sono usciti (fino alla allucinante mancanza di stile del primo quando infierisce sulle difficoltà finanziarie del partito di cui è stati segretario), lavorano indirettamente per la vittoria della destra o di M5s in Sicilia. E speriamo che si limitino alla Sicilia.