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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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"Il coefficiente Gini"
di Trilussa

17/9/2017 - 15:32

Qualcuno sa chi sia Corrado Gini? Nato nel 1884 a Motta di Livenza e morto a Roma nel 1965? Domanda difficile, sembra quasi non ci riguardi, ma non è così. Corrado Gini è stato un economista e sociologo italiano, tra l’altro molto amico di Mussolini, ma è famoso soprattutto per essere stato un grande esperto di statistica. Ha scritto anche qualche libro che non fa onore alla sua fama di esperto come  “Le basi scientifiche del fascismo” nel 1927;  né può andare fiero della sua adesione entusiasta ad un movimento che aveva come obbiettivo l’annessione dell’Italia agli Stati Uniti. Ma come esperto in questioni statistiche era molto bravo ed il suo “cefficiente Gini” è il metro con cui ancora oggi si misurano, a livello mondiale, le disuguaglianza sociali.


“Il coefficiente di Gini misura le disuguaglianze andando da 0 (perfetta equità) a 1 (massima disparità). Nel Belpaese è salito quanto al reddito disponibile da 0,313 nel 2007 a 0,325 del 2014, con un incremento del 1,2%, uno dei maggiori dell'Ocse, dove in effetti vari paesi hanno segnato un calo dell'indice e l'aumento medio risulta di +0,08%. Quanto al reddito di mercato (che include anche entrate da investimenti e trasferimenti) in Italia il coefficiente è salito da 0,487 a 0,516, con un aumento del 2,9% contro la media OCSE dell'1,6%. In questo caso si tratta del settimo maggior rialzo tra i 34 paesi Ocse. Il divario di reddito medio tra il 10% più ricco della popolazione e il 10% più povero in Italia risulta di 11,4 a 1, contro la media dei Paesi censiti di 9,4 a 1 e contro ad esempio il 5 a 1 dell'Islanda, ma anche il 21 a 1 del Cile e del Messico”. (Repubblica-Economia e Finanza).


Il coefficiente Gini viene tenuto costantemente sotto controllo perché quello delle disuguaglianze è un problema estremamente importante, non solo per il nostro paese dove si è visto un discreto aumento, ma per il mondo intero. E non solo per calcolare il benessere delle persone, la giusta distribuzione del reddito, una specie di controllo sulla equità sociale, come ci potevamo immaginare ma soprattutto per motivi economici e di mercato.
In recente rapporto dell'Oxfam denominato “working for the few” ha rilevato che 85 “paperoni” nel mondo posseggono beni equivalenti a quelli della metà della popolazione mondiale Oppure, detto in altri termini, l'1% delle famiglie di fortunati nel mondo possiede la medesima ricchezza del restante 46% e questo significa che oggi la ricchezza è distribuita in modo da creare disuguaglianze tanto forti da bloccare i meccanismi di funzionamento del capitalismo.


Se il capitalismo si basa infatti sul consumo questi personaggi ricchissimi pur sforzandosi di consumare molto, come avere un televisore e un frigorifero in ognuna delle stanze delle loro numerose ville, una decina di diversi telefoni cellulari eccetera, non potranno mai influire in maniera significativa sul consumo di beni e quindi sul mercato.
E’ come se la maggior parte del loro enorme quantità di denaro fosse sequestrata, o perché non produce ricchezza o perché parcheggiato, immobile e inefficace, in qualche paradiso fiscale. I loro piccoli sforzi personali non potranno mai essere sufficienti a far girare l’economia tanto quanto girerebbe se la loro medesima ricchezza fosse posseduta da una  numerosa classe media.
 
Ora molte analisi di eminenti economisti dimostrano che è in atto un meccanismo perverso per il quale la tendenza a fare i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri è in costante progressione e di conseguenza la classe media non solo si vede progressivamente impoverire, ma capisce che nel futuro è destinata a stare ancora peggio di oggi. Questo la porta a consumare ancora meno e ad aggravare così il problema.


Molti analisti ritengono che questo fatto, se non governato, non solo porterà l’economia mondiale a una recessione permanente, cioè blocco e regressione delle condizioni di vita,  ma potrebbe comportare anche una ribellione delle classi medie verso il sistema democratico, quelle classi che più di altre si sentono vittime sacrificali della situazione.
La prima reazione potrebbe essere, e forse lo è già nel nostro Paese, ma non solo, di imputare questa decadenza economica ai partiti tradizionali rifiutando di votarli e rivolgendosi a partiti nuovi, o ti tipo personale o di tipo francamente populistico dove gli slogan hanno preso il posto delle analisi.


E se cambiare la classe dirigente può essere un fatto positivo, quando questa non ha dato buona prova di governo, è anche vero che le classi dirigenti non si improvvisano. Il cambiamento richiede del tempo, quello necessario per selezionare nuovi dirigenti.
 
Ecco quindi che il coefficiente Gini viene tenuto sotto costante osservazione non tanto per capire lo stato di uguaglianza sociale delle popolazioni, come sarebbe auspicabile, ma per motivi molto meno nobili come quello di non far inceppare un modello di mercato che tende a mantenere la situazione in costante equilibrio, per non correre il rischio di far inceppare il meccanismo tirando troppo la corda.

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