Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
questa newsletter non può che partire da alcune riflessioni sul voto in Sicilia dove il centrosinistra (tutto, non solo una parte) perde e il centrodestra (unito) sembra destinato a vincere. Una prima, forse banale, sintesi estrema: ancora una volta si dimostra il fatto che quando ci si divide si è più deboli.
E' valso in Sicilia, temo che potrebbe succedere a livello nazionale o a livello locale se non saremo in grado, tutti, di mettere da parte i personalismi e lavorare pancia a terra su un progetto concreto e un programma chiaro e senza distinguo da offrire al Paese.Lo dico perché dai numeri siciliani emerge un dato chiaro: c'è una percentuale molto alta di voto disgiunto che palesa come tanti elettori abbiano votato i partiti di centrosinistra ma non il suo candidato: a due quinti dello scrutinio Micari è infatti intorno al 19%, le liste a lui collegate oltre il 25%. In senso inverso il dato dei 5 stelle: Cancelleri al 35,5%, le liste a lui collegate sotto il 28. Significa che proprio in virtù della nostra divisione, il centrosinistra appariva sconfitto in partenza e in tanti hanno deciso di dirottare il voto su chi pensavano avesse più chance di contrastare la destra, cioè Cancelleri.
Se, come accaduto a Palermo, Mdp avesse accettato di proporre un candidato unico probabilmente questo effetto fuga non ci sarebbe stato.E allora lo dico con grande chiarezza: possiamo (tutti) imparare la lezione in vista delle politiche e delle prossime amministrative? Possiamo davvero pensare di lavorare a un centrosinistra unito in cui non ci siano veti e pregiudiziali di sorta? Possiamo prendere come esempio positivo ciò che sta avvenendo in Toscana dove governiamo insieme e vogliamo farlo fino al 2020 danto attuazione a un programma che abbiamo condiviso e su cui stiamo declinando insieme le priorità? Possiamo lavorare per avvicinarsi sulle differenze e consolidare i tanti punti che ci uniscono? Questo è il momento di mettere da parte i rancori e dimostrare la capacità di lavorare insieme. Solo in questo modo potremo pensare anche di riavvicinare le tante persone che continuano a essere diffidenti verso la politica e a non partecipare al voto.E' quello che è emerso anche dalla Conferenza Programmatica del PD a Napoli ed è la bussola che deve guidare tutti noi che quotidianamente ci impegnamo in politica. E' chiaro che viviamo in un sistema dove ci sono tre forze sostanzialmente equivalenti: centrosinistra, centrodestra, M5S.
E' banale matematica ma se uno di questi insieme si divide al proprio interno il suo destino è segnato e a trarne vantaggio sarannno solo e soltanto gli altri due.Inciso, non di poco conto: una di queste tre forze è incarnata dal M5S che ha indicato come candidato premier Luigi Di Maio. Il vicepresidente della Camera in questi giorni ha prima lanciato il sasso del confronto tv con Matteo Renzi, ha deciso il campo di gioco (curioso tra l'altro che gli strenui difensori del servizio pubblico abbiano preferito una emittente privata) e poi, alla luce della possibile sconfitta di Cancelleri e delle polemiche sorte all'interno del suo stesso Movimento ha deciso di cancellarlo.
E', nel suo piccolo, l'ennesima conferma di come il M5S sia una forza votata solo alla protesta e alla provocazione, ma quando questa viene raccolta (o sono chiamati al governo) arrivano i passi indietro. E' una logica che noi combattiamo e combatteremo con forza.
La politica che ci piace e in cui crediamo è quella della concretezza, che fa seguire i fatti alle parole, che si impegna per ottenere risultati e che vuole costruire il futuro senza promettere rivoluzioni utopistiche ma passo dopo passo.