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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Cooperativa Teatro del Popolo- Miglarino
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Massimiliano Angori, Presidente
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Doppio evento a Vecchiano per l'80esimo anniversario della Liberazione d'Italia.
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•Governo Renzi
Presidente Mattarella
•Governo .....
Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Magnifico salvifico silenzio
È il primo maggio, uno splendore
Grazie all'esodo di tutte le persone
che lontane da casa
vivon la percezione
di fruire .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
Le Parole di Ieri
Da Stemperona a Stollo

4/1/2018 - 17:54


STEMPERONA
Lett: STEMPERONA. [Disdetta, sfortuna].
In dialetto stemperona indicava invece una moria, un’epidemia molto grave.
N’ha (o c’è) preso la stemperona!” indicava di solito la comparsa di una moria in un allevamento, con la conseguente morte di molti animali, ma in senso lato anche un cattivo andamento di una qualche faccenda. Il termine andava oltre il semplice concetto di epidemia per assumere quello più vasto di una situazione di particolare difficoltà o gravità.
 
STINCHI BILINCHI
Lett: nc.
Modo di dire per indicare una persona magra, secca, con le gambe sottili.
Era anche l’inizio di una filastrocca che si cantilenava ai bambini posando le dita di una mano alternativamente sulle due ginocchia :
                              Stinchi bilichi
                              la forca dell’inchi
                              stincolo tedesco
                              tira su, te, questo!
Ed il bimbo doveva alzare la gamba su cui poggiavano le dita.
 
STINTIGNARE
Lett: STINTIGNARE. [Stenticchiare, ovvero tirare avanti con difficoltà].
In dialetto aveva cambiato il suo significato e stintignare indicava lo stiracchiare di un tessuto, come i bimbi quando tiravano la gonnella delle mamme, oppure l’atto dello scuotimento in avanti e indietro come in una disputa fra ragazzi.
Viene riferito che un tempo le lenzuola, di solito di canapa e quindi piuttosto rigide, appena tessute si davano ai bambini perché ci giocassero e le stintignassero, con lo scopo di ammorbidirle. Poi venivano lavate nella massaia, sbiancate con il turchinetto, stirate e riposte nel canterale con tutto il corredo e con lo spigo (lavanda) per mantenerle profumate.
 
STOLLO
Lett : STOLLO. [Stilo del pagliaio. Anima del pagliaio].
Era quel palo di legno intorno al quale si costruiva il pagliaio, cioè si accumulava il fieno o la paglia che sarebbe servita poi per tutto l’anno come foraggio per le bestie o letto per le stalle.
Il pagliaio poteva a volte essere molto alto e lo stollo ne assicurava, come anima centrale fissata al suolo, la stabilità.
Esisteva anche una macchina, una specie di nastro trasportatore, che permetteva il trasporto della paglia fino al vertice del pagliaio dove veniva sistemata e distribuita in cerchio dai contadini che erano in cima. La forza motrice era derivata dal trattore che per mezzo di una lunga cinghia faceva muovere il meccanismo dell’elevatore. Era lo stesso sistema di trazione con cui funzionavano tutte le prime macchine agricole. Queste non avevano un motore proprio ma derivavano il loro movimento, e quindi la loro funzione, dalla forza motrice del trattore. 
Questo aveva sul davanti una grossa ruota metallica, liscia, su cui veniva posizionata una lunga cinghia di cuoio che arrivava fino alla macchina agricola. Agganciata la cinghia il trattore veniva fatto allontanare lentamente fino a che questa non fosse tesa al punto giusto. A questo punto si azionava la ruota motrice ed anche  la macchina agricola si metteva in movimento.
La cinghia, molto pericolosa specie per noi bambini, veniva protetta da entrambi i lati con una rete di corda per tutta la sua lunghezza.
In cima allo stollo veniva sempre posto un barattolo di latta rovesciato per difendere la delicatezza del legno dalla pioggia che lo avrebbe rapidamente rovinato.
Siccome lo stollo era la parte centrale del pagliaio, arrivarci voleva dire che la paglia era terminata.
Da questo è nato il proverbio : “ Gratta gratta s’arriva allo stollo!

FOTO: Migliarino 1958, centenario delle Figlie della Carità 

 

NOTA:

I duchi Salviati edificarono una chiesa (1819) ed una scuola (1858), uno spaccio, ma la località non era ancora paese bensì un territorio dove le abitazioni, disseminate a grande distanza le une dalle altre, erano in comunicazione fra loro mediante strade impraticabili. Nelle meno cattive si viaggiava appena con carri trainati da buoi, ed è con questo mezzo che le nostre suore andavano a visitare i malati e i bisognosi, le altre erano delle vere fosse, dove si camminava a stento, affondando nel fango durante l’inverno e coprendosi di polvere durante l’estate (dalle memorie di Suor Dulac 1886).

Suor Dulac faceva parte di quelle Figlie della Carità che hanno operato a Migliarino fino dal 1859.Si occupavano delle cure ambulatoriali dei malati, delle visite dei poveri a domicilio, della gestione di una farmacia e dell’assistenza materiale e spirituale di tutti coloro che si trovavano in difficoltà. Suor Celestina Dulac (detta la suora dei Poveri), giunse a Migliarino verso la fine del 1861. Infermiera, si occupò più delle altre  della visite dei malati al loro domicilio fino al 1885, anno della sua morte ad appena 58 anni. Nel 1876 arrivò una quinta suora e furono aperte le scuole elementari. All’inizio del secolo le suore erano diventate otto (1908) e si occupavano non solo della scuola (90 alunni) e della farmacia, ma gestivano anche un Asilo (140 bambini), una scuola di cucito e ricamo, un laboratorio di tessitura con 20 operaie.  

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5/1/2018 - 10:05

AUTORE:
Carlo Alberto

A mio parere il termine STINTIGNARE, nel significato di "stiracchiare", è da ricondurre più probabilmente al verbo *stintinnare a sua volta da "tintinnare", con dissimilazione regressiva di "nn" in "gn", nel significato proprio del movimento da destra a sinistra tipico del tintinnio, da cui l'accezione locale.

4/1/2018 - 18:07

AUTORE:
Migliarinese

Il primo in alto a sinistra è sicuramente Don Lelio, parroco di Migliarino, il sesto direi il dottor Bartalini Loris, poi mi sembra di vedere lo Spadini, il Moni e il Marradini.
Chiedo conferma ai migliarinesi.