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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

. . . che il senatore Matteo Renzi dice e fa quella .....
"Firmo qui in diretta, davanti a voi, la proposta .....
Silvia Salis, candidata sindaca a Genova del centrosinistra: .....
Stellantis agli operai a casa: andate a lavorare in .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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da Jessy Taylor
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Cara mamma amica zia donna
sorella compagna nonna
che non porti d'abitudine
il tacco a spillo
ma guardi a fronte alta
il mondo con dignità. . . .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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l'Adele

22/2/2018 - 15:47


Loda lo Mare,. Tienti   la Terra!

 
Lo zlo “Bocciccia” trovò la sposa "ai Frati" di Camaiore, la Rosa, la "zia Tata", una bella ragazza bruna, colle trecce arrotolate dietro la nuca, occhi verdi lucenti.
Guido, macchinista navale nei mercantili di quell’epoca, quando sbarcava a Viareggio, nei giorni di festa, prendeva il “trenino” par andare a "fare amicizie" a Camaiore, con altri amici marittimi, per "essere più liberi"; come quando andavano a giro sbarcando noi porti del Mediterraneo: Sfax, Algeri, Capo d’Antibes, Porto Maurizio, Capo Rizzuto.
Quel "trenino” che per quasi 40 anni (dal ‘900 al ’38 circa) collegò il centro del borgo medievale di Camaiore a Viareggio con la sua locomotiva a vapore, "l’Adele", con il suo rimorchio a giardiniera di tipo estivo.
E sul trenino imbarcò la sua bella sposa: mise casa a Viareggio, con la casetta in fondo all’orto, alla Viareggina, per affittare ai bagnanti lucchesi che portavano l’olio vergine del Compitese, il pane casereccio dl Altopascio, il vino bianco buono di Montecarlo S. Salvatore.
Poi nacquero la Maria Assunta e Polifemo (che seguì e superò poi le orme del padre, solcando, come primo ufficiale di macchine, tutti l mari del  mondo, con le grandi navi oceaniche   ed ora ... in pensione)
"Balla saccon" incitava, per far saltellare i figli sulle molle del letto, stemperando la sua severità esteriore di uomo di mare, gli occhi luccicanti, il suo sorriso "agro — dolce",   sotto i baffetti ben curati.
Fra un viaggio e l’altro, i bambori dalla nonna, la Rosa andava a passare qualche giorno in qualche posto, col suo "bel bocciccia".
Dopo un po’, Guido fece un regalo alla sposa: un ristoro "ai Frati", coi risparmi venuti "dal mare", una casetta, davanti un’aia spaziosa, un pezzo di terreno da coltivare dl fronte al Monte delle Rose, dietro Greppolungo, più su il Gabberi   e via, via, al mare o in pineta a Viareggio, sul trenino con i bimbi.
Quando era in viaggio, e il tempo era brutto e il mare "grosso", la zia Tata, golfino e scialle, di corsa sul trenino per andare a S. Antonio, accendere una candela, pregando che il suo Guido fosse protetto   dagli "sbruffi dl mare"
Quando si profilava il suo ritorno, pomi e maniglie lucidate, tendine ammannite alla porta, vestitini nuovi ai bimbi, lenzuolo candido dal "ranno" e di lino di quello buono, sottabito nuovo di satin rosa  
“Arriva eh!   O Rosa”  e lei rideva compiaciuta col sorriso a mezze labbra.
E festa,   e via, alla sagra delle "noccioline" alla Pieve.
E poi... "balla saccon!" 
"Mi rovinate le molle, mi sembrate tutti matti!" "Sta bona Rosina, fra poco riparto, pazienta un po’!" "NO! Quando?"


Un giorno "l Adele" si fermò   insieme al "trenino"   e per andare a Viareggio, al mare, ci voleva la “Corriera", seduti, “a ceccia” con Polifemo e Maria Assunta in braccio, sulla ginocchia, occhi a mani sul finestrino, sulla via cha scorreva insieme al "Lucese".
Poi   rimisero casa a Viareggio   ma "Ai Frati” non si scordava mai, come al primo amore!
E poi   anche "Polifemo", come "l’Adele" si fermò.
lui, improvvisamente, uscendo dal "mare della vita" cha tanto aveva amato e amava ...!

 

Euro Romani 2001: In memoria di "Femo", che "lodò tanto ...lo mare e finì la sua vita ...in terra”

Fonte: tratto da "Il ponte Girevole, riflessioni, ricordi e speranze" di Euro Romani SPI CGIL Viareggio
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24/2/2018 - 19:08

AUTORE:
Mara&Meo

Una cinquantacinquina d'anni orsono frequentavo le scuole superiori ma con riservatezza, come si usava, e anche tra compagni di scuola non c'era l'abitudine di raccontare la vita privata, soprattutto quella dei genitori.
Perciò rimasi colpita dall'espressione più che dalle parole di una mia compagna che confessò di essersi stupita del comportamento della sua mamma, mi spiego meglio: il suo papà era un ufficiale di marina che navigava tantissimo.
Un giorno arrivò a casa senza preavviso e la moglie quando lo vide scoppiò in un pianto dirotto perché non aveva i capelli in ordine come avrebbe desiderato; avrebbe voluto accogliere suo marito sentendosi bella...nel suo cuore temeva paragoni.
Quello che mi colpì ancora di più fu che mentre lo raccontava le caddero i lacrimoni in solidarietà della mamma, poi aggiunse che il suo papà ce la mise tutta per calmarla e farle capire che le voleva molto bene e che non era assolutamente il caso di prepreoccuparsi.