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Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente  alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava. 

CERTO CHE E UN PARADISO PER I CANI, MA ESSENDO PARCO .....
esiste un luogo meraviglioso dove i cani possono esprimere .....
Fino ad adesso non mi sono espresso sulla "svolta" .....
Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Quest'aria frescolina allieta,
desta
gìà da quando si traffica in cucina
con la moka, primiero pensiero
dopo la sveglia mattutina
Con queste .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Giorgio de Guidos
in arte "Giorgione".

1/3/2018 - 11:55



"GIORGIONE"
dai ricordi di Maria Viviani, sorella di Giorgio.


Era vecchianese puro, "bonaccione", estroso fino all’inverosimile e ha sempre voluto fare di testa sua. Fin da piccolo ha avuto particolare interesse per la musica, ma dove c’era da studiare, lui, ne faceva proprio a meno. Si è sempre ispirato al cantante-trombettista Fred Buscaglione: "rovesciava" i testi in parodia e simulava i suoni della tromba con la bocca.
Buscaglione al tempo cantava:
Sono Fred dal whisky facile, son criticabile ma son fatto così.
Se  c’è una cosa che mi fa tanto male è l’acqua minerale... ma son fatto così!
E Giorgio intonava:
Sono Giorgio da firma facile, son criticabile ma son fatto così.
Se  c’è una cosa che mi fa tanto male cambiali da pagare... ma son fatto così!
Leo Chiosso, paroliere di Buscaglione, quando rimase “orfano" di Fred, nel famoso incidente automobilistico avvenuto a Roma il 3 febbraio del ’60, prese mio fratello a benvolere, ma lui - spiega Maria Viviani - a causa del suo carattere ribelle non si “sottomise" mai e, per questo, non riuscì a sfruttare l’occasione della vita.
Un giornalista, alla fine degli anni ’60, intervistò Giorgio... ecco l’articolo!


“Prima di tutto devo scusarmi con i vecchianesi per il cartello fatto esporre all’ingresso del dancing La Caravella di Forte dei Marmi durante una mia esibizione, che riportava: “Vietato l’ingresso a’ cani e ai vecchianesi”. Iniziai la carriera con il nome d’arte Giorgio de Guidos: sì, Giorgio di Guido, il nome di mio padre. Che c’è di tanto strano?! Formai poi la grande orchestra Giorgio Miller e i K Golden Bois. Suonavo il contrabbasso, -si fa per di-, diciamo che lo tenevo tra le mani e l`unica cosa che sapevo fare, era quella di pizzicare le corde più forte possibile. Poi, ogni tanto. lo facevo roteare sotto il braccio e la gente, divertita, non aspettava altro di vedere questa mossa accompagnata da una pernacchia labiale fatta da sotto i miei grossi baffoni. Mi ricordo che a Casciana Terme, ad un concorso canoro, dove presentava il famoso Mario Riva, la gente mi applaudì per oltre trenta minuti dopo aver eseguito Ciliegi rosa, di Perez Prado, simulando il suono della tromba solista con un pettinino ricoperto da un foglio argentato. Partecipai, poi, a moltissime serate in vari locali; una, però, la ricordo con disperazione!  
Il mio grande amico di sventura, "Cavalier Mocciardi", organizzò un défilé di moda a Vicarello e portò Fanfulla, Oreste Barsanti, come presentatore. Fanfulla  prese in mano il microfono e dette il via alla sfilata dicendo: “Gentili signore e signori buonasera, questi abiti che vedete sono stati indossati sul fosso de’ navicelli dalla contessa di Mide (Armida Lippi) e dal barone Mario de Tabar. (Mario Pardi). Sfila ora l’abito modello Avventura, da non confondere con il film “L’avventura” di Michelangelo Antonioni.
Seduti ad un tavolo, invitati per l’occasione dallo stesso Cavalier Mocciardi , stavano assistendo Nello Bartalini, Giorgio Micheli e Silvano Leoni, Nacchero, che, alzandosi di scatto, urlò: “Macché Antonini!  Antonioli!” A quel punto mi misi le mani nei capelli dalla disperazione, ma oramai la “frittata" era fatta. Mi avvicinai al microfono e urlai: “vecchianesi da scroy” (zoccoli americani di legno e tomaia di tela incerata
chiamati in America scroll). Partecipai, poi, alla trasmissione Primo applauso, a Loano, con Pippo Baudo. Nell’intervista preliminare, Baudo mi chiese;
“Lei come si chiama?”
“Giorgio de Guidos” — gli risposi.
“Giorgio di Guido, suppongo ....  E suo padre che mestiere fa?” — domandò ancora Baudo.
“Er governatore!” - ribadii io.
“Governatore...? Ma cosa governa?» — replicò incuriosito il conduttore.
“Polli, ‘oniglioli e anco er miccio” - gli risposi ironicamente.
Più tardi, partii per Milano a cercar miglior fortuna con l’amico paroliere Vittorio Pecchia,”Buafii”, di Rigoli. Che famate! L’unico cibo che mettevamo in bocca era la nebbia.
Preso dalla disperazione e dalla fame, un giorno, mi "infilai" in un matrimonio; cantai qualche "bischerata", recitai barzellette e, poi, al banchetto nuziale, mangiai talmente tanto da sfamarmi per una settimana. Gli sposi mi guardarono meravigliati e divertiti.
Una mattina, però, mentre morivo di fame, mi distesi sul ciglio cli una fossa e cominciai a gridare: “voglio morì, voglio morì”.
Fortunatamente, mentre mi disperavo, passò un signore in Mercedes bianca: mi raccolse! Da quel momento cambiò la mia vita. Partecipai, nel ’66, a  Settevoci, sempre con Baudo e insieme alla bellissima cantante Carmen Villani. La mia popolarità, in poco tempo, aumentò notevolmente.
Incisi  anche un 45 giri, dal titolo La cambiale, per la casa discografica Zambrinos e feci serate in tutta Italia e pubblicità per la ditta Sitam, usando questo slogan:
DISTRIBUISCO UMORE PER DIVERTIRE

E USO DOPPIA DOCCIA SITAM PER GIOIRE.
Organizzai anche “Serate per lo sport” insieme al maestro Sauro Scalzini, “Dado”, mio pianista personale, che riuscì a far cantare perfino Alessandro Mazzinghi, allora campione del mondo di pugilato nella categoria Superwelter.
Il mio capolavoro più estroso, però, si avverrò quando riuscii a portare nella passeggiata di Viareggio un maiale al guinzaglio: entrai nel miglior bar, feci buttare fuori dal locale i presenti e, dopodiché, servii al porco tutte le paste…!
Ero fatto così!

Ero “Giorgione”!”



Fonte: Tratto da “Cinema Teatro Olimpia dei fratelli Bartalini” a cura di Divina Vitale. - Grafiche A.T.L.A. di Pitigliano 2011
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2/3/2018 - 11:40

AUTORE:
Friz

Sì è vero che questi personaggi stravaganti restano l'orgoglio della storia del paese, dico anche però che tipi dotati come lui, a quanto si dice, è un peccato che sia rimasto tra i talenti sprecati.
Se fosse stato più malleabile e trattabile forse avrebbe fatto una grande carriera e il suo ricordo sarebbe adesso negli annali della Storia.
Un talento coltivato e valorizzato al meglio, e penso a Bocelli, reca un grande contributo alla famiglia e all'intera comunità...ma forse lui si è sentito realizzato così, e tanto basta.

1/3/2018 - 20:28

AUTORE:
Ultimo

............. a vari livelli culla di personaggi importanti e " macchiette " in numero notevole se confrontati con altri paesi vicini. ........ Ai vari Tabucchi, Bartoli, Dell'Ira ed altri che al momento mi sfuggono e me ne scuso ........ ci sono stati, oltre a Giorgione che è stato il più " illustre ", il Mago, ed altri che non voglio citare per non far torto a nessuno. Ma se in ogni paese c'è lo scemo del villaggio, a Vecchiano lo scemo non c'è stato e non c'è ....... ma solo figure simpatiche e caratteristiche che tutti ricordiamo e che ancora oggi ci fanno sorridere e rimangono limpidi nella nostra mente. Certamente Giorgione è stato è stato " sopra altri come aquila vola " (parafrasando Dante)........... il caratteristico strumento musicale " Ciliegi Rosa " lo ricordiamo tutti ........ bonaccione, sempre simpatico, mai incavolato, amico di tutti benvoluto da tutti........ ricordo che un giorno vestito completamente in bianco, anche il cappello, girava per il paese seduto sul sedile posteriore di una Cadillac bianca con alla guida Lelio ( Lelino per gli amici) amicone di Giorgio piccolo di statura faceva l'idraulico. BE MI TEMPI. .......... Ultimo.

1/3/2018 - 18:19

AUTORE:
marzia mazzanti

Di Giorgione ho sempre sentito parlare in casa mia, ma personalmente nella mia memoria ho un'immagine sfocata del personaggio, perchè di un vero e proprio personaggio si parla, non è vero? Conservo però un modo di dire divertente, una sorta di paragone simpatico, iperbolico, ereditato dai miei familiari che ormai non ci sono più. In casa mia fin dalla sua costruzione esiste una stretta scala a chiocciola di ghisa che collega il piano terra al primo piano, agli ospiti vecchianesi che di volta in volta vi accedevano con timore noi di famiglia per incoraggiamento usavamo dire: "Vai tranquillo, c'è passato perfino Giorgione!" perchè così era stato. Per quel poco che mi hanno raccontato credo che Giorgione, come altri della nostra comunità, abbiano donato quella leggerezza e ilarità di cui ancora oggi avremmo tanto bisogno e che ci rendono più umani, ondeggianti come siamo tra contraddizioni e fragilità, ma proprio per questo esseri molto interessanti.