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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ecco la lista di Vicopisano in Cammino.
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di Umberto Mosso
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di MARIAROSARIA MARCHESANO (Il Foglio)
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di Vittorio Ferla
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Di Alexia Baglivo
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Se oltre a combattere
quotidianamente
Con mille problematiche
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La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
Guido Da Verona
Il Cavaliere dello Spirito Santo

5/4/2018 - 20:46


n.d.a-  Non ho ben afferrato il cambiamento da Rubriche  (robe varie)Culture (roba doppiona di PeP), ma ne approfitto per distrarmi un poco.


 Guido Verona nacque in una famiglia ebraica emiliana. Nell'aggiungere un “da” al suo cognome anagrafico riprese la versione medievale e rinascimentale dei cognomi ebraici.  Credo però che sia stata la sua ammirazione smodata del Vate a fargli aggiungere quella sillabetta. Adorava il D’Annunzio e odiava il Manzoni!  

Fu lo scrittore di maggior successo commerciale degli anni venti.
Il romanzo “Mimì Bluette fiore del mio giardino”, raggiunse nel 1922 le 300.000 copie, una tiratura impressionante in un'Italia dove l'analfabetismo caratterizzava la maggior parte della popolazione. Firmatario del Manifesto degli intellettuali fascisti nel 1925, nel 1929 pubblicò una parodia dei Promessi Sposi dove la satira contro il fascismo, seppur mai esplicita, fu ben percepita dai lettori del tempo. Diventato per questo motivo un intellettuale inviso al regime ed emarginato dopo l'approvazione delle leggi razziali, decise di suicidarsi.
Nel suo “Il Cavaliere dello Spirito Santo. Storia d'una giornata”, (Milano, Baldini & Castoldi, 1914), descrive in modo sarcastico tutta una serie di personaggi che si esibiscono in un teatro; eccone alcuni che sembrano non avere il secolo trascorso:


Lo spegnitore di lampioni:
Ogni notte, quand'è verso quest'ora, cápita fuori il giorno. Bei ragionamenti! Non è certo possibile che una mattina per caso ricominci a far buio!... La vita è regolare. Peccato, perché alla lunga se ne prende l'abitudine e secca di morire anche quando s'è in miseria.
Sono vecchio, vidi molte cose; dopo l'olio venne il gas, dopo il gas la luce elettrica; rimane in piedi qualche decrepito lampione, ma sembra un lumino da morto nel mezzo d'un cimitero. E cosa verrà dopo? I mestieri d'una volta vanno dolcemente a farsi benedire; adesso per campar la vita bisogna che un povero cristo ne sappia quasi come un professore d'Università.


Il professore d'Università:
A torto vi lamentate, buon uomo! Volete ascoltare le mie lagnanze? Ho sposato un mostro con la speranza d'avere almeno una donna di casa. Invece mi ha partorito ben quattro figli pestiferi e da vent'anni in qua non riesce che a farmi sudar bile. Per conto mio, mi sono digerita l'Enciclopedia Universale: so tutto e non capisco niente. È una bella commedia anche il Sapere! Fra un'ora, nonostante i reumatismi, devo trovarmi all'Ateneo: ho duecento imbecilli da rendere più imbecilli che mai. Senza dubbio l'ultima parola di tutti i sistemi filosofici è un sillogismo che si chiama: lo Stipendio. Mia figlia, futura professoressa in belle lettere, oggi vuol imparare il tango.

Il mercante girovago di tappeti orientali:
Signorino, comprare tappeto vero Byrutt, liri: tu 10 liri meno. Non piace? Salam-elek! Guarda: piume struzzo per tua madama che staranno molto bene; per tu 60 liri paio che io pagare 90. Non piace? Salam-elek! Vuoi piccola tartaruga viva? Sentire pancia fredda... quando soffio caldo tirare fuori testa; portare fortuna: 13 liri. Io mercante onesto; se vuoi rovinare dà 8 liri. - Due liri? Non potere... Salam-elek. Non potere proprio... Salam-elek. Signorino, per 3 liri dò tartaruga viva e scatoletta locoums serraglio Sultano- sst... sst... locoums per fare amore dodici volte quattro ore! Due liri?... solo due liri?... Bono, piglia. Salam-elek. Tu rovinare povero Abdul che essere andato miseria per sua sempre onestà. Salam-elek!


La venditrice di sé stessa:
Quando mai la lingua italiana mi regalerà una parola decente e moderna per esprimere il mio stato civile? È una cosa molto seccante non poter scegliere che fra cortigiana etèra baldracca meretrice pedina magalda briffalda puttana, e così via, - tutte parolacce d'altri tempi, che m'ha elencate con molte altre un mio ammiratore; parolacce le quali non rappresentano punto né poco la cosa naturalissima che faccio io. Datemi un bel nome, o signori Accademici,e ve ne sarò grata! A proposito, è vero che state fabbricando un certo Vocabolario della Crusca?

 

Il Cruscante:

Sì, damigella, gli è ben vero. E ci occupiamo sovratutto di quelle parole che le non servono più. Oh, siamo d'una pedantezza, d'una pedantuzzeria mirabile, damigella garbata mia! Poiché, delle fresche voci novelle, faccia il buon popolo quel ch'esso gli garba, (il popolo di Toscana, s´intende!) - ma le viete le diserte le desuete le rugginose le anticose le morte, cotestesse le vanno ben riscelte al vaglio, poi rimonde, poi coltivate, come conviensi a cosa vaghetta ch'ebbe nel tempo andato fiorimento e gioventù; di quindi per infino chiovate a custodia perpetua dentro quell'orrevole museo possente, lo quale avrem donato in piue a la gentile Italia nostra, Fiorenza. No, parliamoci alla lombarda, vagherella mia; faccio il Cruscante, ma per ridere; abbiamo avuta inverosì l'ottima idea di costruire un vocabolario della lingua di mill'anni, con dinanzi unbello e forte giogo perché ogni compratore se lo porti a casa trascinato da una coppia di buoi... ma tutto questo fue per celia!

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