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Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente  alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava. 

CERTO CHE E UN PARADISO PER I CANI, MA ESSENDO PARCO .....
esiste un luogo meraviglioso dove i cani possono esprimere .....
Fino ad adesso non mi sono espresso sulla "svolta" .....
Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Quest'aria frescolina allieta,
desta
gìà da quando si traffica in cucina
con la moka, primiero pensiero
dopo la sveglia mattutina
Con queste .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Jörg Keller, l'uomo dall'harziger Daumen.

5/4/2018 - 22:01

Una storiella da bambini racconta di un gatto che si posiziona davanti alla tana di un topo e comincia a fare: “bau, bau!”. Un altro gatto lì vicino domanda: “ma come parli?” ed il primo risponde: "se oggigiorno non sai due lingue è dura!”, ed infatti il topo, assicurato dall’abbaio, esce e…zac!

Questo per dire che se avessi intitolato questo articolo “Pollice resinoso”, pochi di Voi lo avrebbero letto.
E perché in tedesco?
Bella domanda, ma non è esterofilia, me ne guarderei bene, voglio raccontarvi la storia di Giorgio Keller, che qualcuno dice invece si chiamasse Roberto. Io ho un elenco di tutti gli azionisti della “Società per la costruzione del Ponte sul Serchio presso Albavola”, voluta dal duca Scipione Salviati a metà dell’800, dove compare anche il Keller e dove potrei ricavarne il vero nome, a condizione però mi ricordassi dove l’ho messo!

Ma parliamo di Scipione e del Keller.
Con atto notarile e con effetto dal 1 Giugno 1850, Marcantonio Principe
Borghese e Camillo Borghese Principe Aldobrandini, assegnarono e trasferirono al fratello, Don Scipione Borghese Duca Salviati, le tenute di Migliarino e di Vecchiano.
Scipione Salviati, nato a Parigi nel 1823, sposa nel 1847 Arabella FitzJames dalla quale avrà quattro figli: Isabella, Francesca, Antonino e Maria Enrichetta.
E’ un uomo molto colto, di grandi risorse finanziarie, interessato ai progressi tecnologici sia nel campo agronomico sia in quello idraulico e dedicherà molta attenzione alla proprietà di Migliarino, dove, quando è in Italia, passa molto del suo tempo per controllarne l’andamento.  Nel 1850 assume un tecnico forestale proveniente dall’Alsazia, il Keller appunto e decide di far fruttare l’immensa tenuta  di “querci e lecci” (n.d.a. l’Alsazia, ora francese, a quel tempo era territorio germanico). L’agronomo compra quintali e quintali di semi di pino, importa dalla Florida le sequoie e strani alberi (i cipressi calvi) da mettere in zone umide che non era riuscito a bonificare, divide a quadrati la Tenuta, costruisce strade per il transito del legname tagliato per far posto alla semina del pino, apre fosse munite di ponti e mette tutta la sua germanica abilità al servizio del duca. Passano anni di tagli e piantagioni fino alla sua richiesta di abbandonare il lavoro che aveva preso un iter di abbondanza di prodotti e questo nel 1887, ma con la possibilità di vivere ancora a Migliarino. Scipione morirà nel 1892, ma nel luglio 1889 il Re, Umberto I, fa visita a Migliarino e così viene narrato l’evento:
Il Re che da qualche giorno si trova in S. Rossore, è venuto a Migliarino questa mattina circa le ore 9 accompagnato dal Marchese Corsini e da due Guardie. Ripetendo gli elogi per i notabili miglioramenti fatti dall’ E. V. alla macchia ha mostrato il desiderio di visitarla. Trovandosi in quel momento presso la fattoria il Capoguardia Catinari ha avuto l’onore di accompagnarlo. Nella escursione fatta dal Giardino per il Chiusetto di Pollini e delle Cateratte fino ai Montioni il Re ha rivolte al capo guardia una serie di domande ed osservazioni desiderando spiegazioni ed informazioni su tutto. L’impressione che ne ha ricevuto l’ha confermata nella sua favorevole opinione che la macchia di Migliarino può servire di modello a quello delle sue tenute.
Tutti conoscono i quadrati, la loro ripiantumazione dopo i “lenti” tagli rasi dovuti alla perdita di produzione del redditizio frutto richiesto in tutto il mondo. Facciamo due conti:
1850 il Keller comincia la bonifica della tenuta e il taglio dei primi quadrati,
1855 ca. si comincia seminare il pino, le sequoie e i cipressi calvi,
anni successivi altre piantagioni a scalare.
1920-30 ca. si inizia a rinnovare i primi quadrati abbattendo i vecchi alberi poco produttivi,
e così dopo 50 60 anni arriva la terza generazione e fino ad oggi che possiamo vederne l’ultima in gran parte della tenuta.
Chi conosce il Bosco si accorge della diversa età che hanno i quadrati, età simile in tutti gli esemplari che li occupano.
Che fine ha fatto il primo quadrato seminato dal Keller?
Le sequoie giganti sono al loro posto, intoccabili se non da una maledetta malattia che ultimamente le ha colpite e non è la peggiore, cioè la vecchiaia!
I cipressi calvi hanno il loro esclusivo habitat dove prolificano combattendo a volte battaglie perse con le tempeste di vento!
Ma i pini?
In un dimenticato, forse o sicuramente a proposito, quadrato poco conosciuto, esistono ancora i Pini del Keller, monumenti vegetali che hanno visto allontanarsi il loro “agente forestale”, hanno visto partire per la Grande Guerra i figli dei contadini, hanno schivato i bombardamenti della Seconda, sfidato le seghe sempre più rapide e agguerrite dei tagliatori e ora guardano dall’immensità del cielo la loro progenie che diventa tritume di poco valore.


Onore al Keller ed al suo “harziger Daumen” allora e ai suoi pinacchiotti  di un secolo e mezzo e sei metri di circonferenza!
 
 

Fonte: Notizie tratte dalla Tesi di laurea di Franco Gabbani: Storia, società, opere di bonifica, regolamenti ed economia nella tenuta di Migliarino e fattoria di Vecchiano nell'ottocento
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