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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Lei non è "abbastanzina informato" si informi chi .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
Il Diario di Trilussa
Notizie-Parco

27/4/2018 - 9:37



Il Diario di Trilussa
Era il 2007, l’anno della nascita del giornale, e Trilussa pubblicava i primi articoli di fondo. Sono prima della crisi economica, del problema grave dell’immigrazione, della chiusura delle frontiere in Europa, della crisi della Grecia. Sono vicini nel tempo ma sembrano lontani per il modo di affrontare i problemi, che in gran parte sono rimasti i soliti, alcuni in parte risolti, molti ancori insoluti se non peggiorati. Alcuni si riferiscono a casi di cronaca del tempo, ma sembrano mantenere una loro validità riguardando comunque problemi di ordine generale.


Gli articoli vengono pubblicati come furono scritti, con i segni grafici necessaria all’impaginazione. Il giornale era appena nato, aveva suscitato molta curiosità ma aveva ancora poche visite e molta incertezza sul suo futuro. Anche con questi intendiamo celebrarne i dieci anni di vita.
 
Presentazione.
Notizie” si domanda perché alcune notizie molto importanti, che riguardano il Paese e tutti i cittadini italiani, abbiano così poco o nulla evidenza sui media. Ad esempio la parolina aggiunta notte tempo ad una legge che devia verso i soliti petrolieri milioni di euro destinati alle energie alternative. Oppure lo scandalo dei mancati introiti dei videopoker con un danno erariale di ben 98 miliardi di euro, segnala dal Secolo XIX e di cui pochi hanno notizia. Mentre ne abbiamo abbondanti e con servizi esclusivi e dirette televisive su Garlasco o su Erika e Omar o sul diritto di Perugia. Una specie di condizionamento all’imbecillità che non sappiamo sia voluto o solo accidentale.


Parco” è un giudizio personale sul nostro territorio senza condizionamenti da interessi personali o politici. Solo un’idea originale e originaria di un appartenente al C.I.P., quel Comitato Iniziativa Parco nato a Migliarino sotto l’impulso del vecchio PCI, e che riuscì ad ottenerne l’istituzione con una grande coinvolgimento culturale e popolare. Una critica alla diversità fra il suo enorme valore ambientale e il suo modesto ritorno in termini di ricchezza e sviluppo locale, con un accenno a possibili sviluppi in aperto contrasto con l’idea originale di sviluppo compatibile.

 


NOTIZIE     (4.1.2008)

 
 Cosa sapete della vicenda Alitalia? Di chi le colpe e di chi la volontà di dismettere il vettore nazionale, la nostra compagnia di bandiera? E in cambio di cosa? Della Torino-Lione? E il problema di Malpensa? Qualcuno sa esattamente di cosa si tratta, il motivo di tante parole di fuoco da parte della Lega e del Governatore della Lombardia Formigoni?

E il Cip 6, anche di questo piccolo e apparentemente insignificante numero qualcuno sa qualcosa? Eppure è importantissimo perché si tratta della disposizione sciagurata dell’aggiunta alla legge, già votata dal Parlamento, di una parolina insignificante, “e similari”, che ha di fatto dirottato verso i soliti petrolieri i milioni di euro destinati allo sviluppo delle energie alternative nel nostro paese.

Qualcuno è stato poi informato del debito verso lo stato della società che gestisce i videopoker?
Unico giornale il Secolo XIX che ha pubblicato un articolo-scandalo, passato quasi inosservato, su un mancato incasso da parte dello Stato di ben 98 miliardi di euro!
Altro che tesoretto. C’è un tesoro da quasi cento miliardi di euro che lo Stato non ha mai riscosso, nel mega business delle macchinette videopoker e dei giochi. Tre Finanziarie. Lacrime e sangue che potevano essere risparmiati agli italiani solo garantendo il rispetto delle regole. È scritto nero su bianco nella relazione di una supercommissione di esperti, guidata dal sottosegretario all’Economia Alfiero Grandi e dal generale della Finanza Castore Palmerini, finita sul tavolo del viceministro Vincenzo Visco. Ma l’aspetto più allarmante è che, secondo il Gruppo antifrodi tecnologiche della Guardia di Finanza, parte di questo denaro è finito dritto dritto nelle tasche della criminalità organizzata. Di Cosa Nostra, soprattutto della cosca di Nitto Santapaola. Sotto il naso di chi avrebbe dovuto controllare: i Monopoli di Stato.

Ci sono stati approfondimenti in TV su questi argomenti, non certo secondari e non importanti, che avrebbero sicuramente interessato gli italiani più di tanti altri programmi spazzatura?  O dibattiti televisivi come si usa fare in nazioni semplicemente democratiche, o inchieste giornalistiche da prime pagine sui giornali? Si è mai occupato Vespa di questi problemi? Possibile che siano solo delle dimenticanze o degli argomenti considerati poco utili alla scalata dell’auditel?

Verrebbe quasi spontaneo sospettare che dietro a questa mancanza volontaria di informazione ci sia invece una precisa regia politica per trascurare certi argomenti, per non rovistare in vecchi armadi di vecchia gente da troppi anni nella vita politica ed economica del nostro paese. Un paese che sa tutto di Garlasco, della donna scomparsa e poi ritrovata fatta a pezzi nel garage dell’assassino, che si appassiona e si interroga sul delitto di Perugia perdendosi nelle dichiarazioni di Amanda, che fa la ressa per essere in aula al processo dei coniugi assassini di Erba, scrive letterine a Erika e Omar e addirittura partorisce un’azienda che offre al rumeno assassino di quattro ragazzi di fare da testimonial a una linea di prodotti per uomo!

Siamo alla fetta, si diceva un tempo (la fetta era l’ultima, il pane era finito!)

Il popolo è povero, impoverito non solo dalle tasse ma anche culturalmente e socialmente da organi di informazione inadeguati, più o meno consapevoli, più o meno condizionati. La televisione, specie quella commerciale, ha riempito il popolo televisivo di banalità, di falsi valori, di chiacchiere e confusione e la tv di Stato, con il problema della concorrenza che si traduce poi in introiti pubblicitari, si è adeguata in basso, con programmi fotocopia. Una Rai imbottita di figli e nipoti di politici, con 10.064 dipendenti e 270 dirigenti nel 2004 (fonte RAI) che prendono il nostro canone  e poi comprano i format (idee su nuovi programmi) dalla Endemol (acquistata da Mediaset).

Esistono anche giornali e giornalisti in gamba ma è la struttura del finanziamento che non funziona. Oltre quella della pubblicità, rivolta soprattutto alle TV e condizionante fortemente il tipo di programmi, anche quella alla stampa è fuorviante. C’è un finanziamento pubblico di milioni di euro a piccoli giornali che non avrebbero mai la capacità di sopravvivere solo con il ricavo della vendita, e c’è un finanziamento privato da parte di personaggi noti e facoltosi, inutile fare nomi, a giornali di parte e di partito la cui linea editoriale non può che tenere di conto di chi paga i loro stipendi.

Non so se siamo messi così male da auspicare un successo all’iniziativa di Beppe Grillo per il 25 di aprile (anniversario della Liberazione) contro la stampa, ma certo che qualche provvedimento deve necessariamente essere preso affinché l’informazione sia corretta ed equilibrata. Affinchè sui giornali si parli delle cose importanti ed urgenti per il Paese e non si riempiano pagine di commenti su delitti, nuovi acquisti della Juve e gossip, e in TV si smetta con dirette televisive, giorno e sera con qualche intermezzo di pomeriggio, sul delitto del giorno, sulla telecronaca giornaliera dei discorsi e dei movimenti del Pontefice, sulle comparsate da Bruno Vespa con cortei di criminalisti vari che non hanno mai guadagnato tanto bene come in questo periodo.

 

PARCO     (4.6.2008)

 
Colgo l’occasione del titolo della riunione di stasera “prospettive e attese del parco” per fare un discorso più generale ed esprimere la mia posizione personale al riguardo.
Premetto prima di tutto di avere partecipato personalmente negli anni 60 alle lotte per l’istituzione del parco, da cui deriva il mio affetto per questa istituzione, e di non avere ambizioni politiche di nessun tipo né interessi personali o familiari per cui la mia idea di parco, di come è e di come dovrebbe essere,  deriva esclusivamente dalla mia testa, dalla mia coscienza e conoscenza, dalla mia sensibilità.
Noi cittadini di Vecchiano che un tempo abbiamo deciso di rinunciare ad un facile sviluppo basato sulla speculazione edilizia, ci ritroviamo ora intatto questo bene prezioso rappresentato da:
-         un enorme bosco ancora ben conservato che presenta oltretutto degli ambienti unici e straordinari dal punto di vista naturalistico,
-         -una marina con una spiaggia di sabbia fine di circa 4 km libera ancora da strutture invadenti e cementificazione selvaggia,
-         un fiume con un acqua sufficientemente pulita e con la sua straordinaria foce che ha non uno ma diversi riconoscimenti internazionali, confinate oltretutto con il parco di S.Rossore a riserva integrale
-         un lago compreso nel suo perimetro, sia pure con alcune criticità legate alla qualità delle sue acque,
-         un’area collinare in prossimità del bosco, liberata dalla schiavitù delle cave ed ancora da sviluppare dal punta di vista turistico
-         una strada provinciale immersa nel bosco e recentemente liberata dal traffico,
-         un complesso di grandi edifici industriali dei primi anni del 900 ancora in piedi  e passibili di ristrutturazione
-         altri edifici minori sparsi per la proprietà Salviati


La totalità di questo straordinario patrimonio naturalistico che abbiamo saputo conservare, grazie a delle scelte amministrative oculate, dovrebbe essere posto alla base dello sviluppo dell’intero territorio, uno sviluppo in grado di coniugare un uso corretto delle risorse con la sua conservazione e valorizzazione. Una straordinaria opportunità che sarebbe da sciocchi non usare a questo scopo, e magari correre dietro a limitate prospettive e promesse commerciali, già una volta respinte molti anni fa.
Purtroppo una visione limitata, e non volendo attribuire colpe potremmo dire una visione vecchia dello sviluppo, accettabile una trentina di anni fa quando fu formulata ma non certo oggi, ha limitato alla sola marina il compito trainante dell’economia del comune, tralasciando tutto il resto.
Solo i parcheggi purtroppo attualmente danno un ritorno economico all’Amministrazione e di conseguenza a tutti i cittadini, proventi solo dalle auto che invadono il territorio del parco a migliaia e senza controllo con tutti gli effetti dannosi che non sto qui ad elencare. Tralascio anche il tipo di turismo mordi e fuggi, che non porta niente al di fuori di inquinamento e confusione.
Allora se questo era l’idea dello sviluppo i parcheggi si potevano fare fuori, ai confini dell’area protetta, e si sarebbe ottenuto lo stesso risultato senza mandare migliaia di auto per le strade del parco. Conosco bene le difficoltà di un progetto del genere ma quello che volevo far intendere era semplicemente il concetto.
Non solo ma se guardiamo le scelte di sviluppo attuale si  notano sempre le solite cose, ci si basa sempre sul solito tipo di sviluppo: costruzioni, abitazioni, ristoranti. Sembra che manchi la fantasia e non si sappia pensare al turismo e allo sviluppo se non nei soliti termini di persone che vengono e comprano. Comprano case, residenze turistico alberghiere, posti barca, il turismo dei ricchi che non amano il territorio, la natura che fortunatamente noi ancora abbiamo, ma amano cose, proprietà, beni. E noi non sappiamo offrire natura, opportunità, contatti, modelli, ma solo vendere prodotti, beni, pezzi del nostro territorio.
Case di marina è un ulteriore esempio. Cosa ci si doveva fare? Lasciar crollare gli edifici? A me sarebbe piaciuto, che la natura si riprendesse il suo spazio, ma capisco che i proprietari non sarebbero stati d’accordo. Allora un museo della marina Militare visto che una richiesta c’era stata, no, perché? Chi lo sa, pazienza! Allora se lo sviluppo doveva per forza essere edilizio almeno limitarsi ad un albergo o un residence dove magari alcuni giovani avrebbero potuto trovare un posto di lavoro.
Naturalmente con tutte le limitazioni di una struttura residenziale in un posto così importante, senza aumento di volumetria, senza accettazione passiva del recupero della volumetria di un edificio che non esiste più da 60 anni e di cui quasi nessuno ricorda l’esistenza, senza campi da tennis o piscine o ristoranti o porticciolo, ti basti essere immerso nella natura in uno dei più bei posti al mondo e godere di questo e delle passeggiate nel bosco o del nostro mare senza bisogno del barbecue, delle grigliate, delle feste a tema, del pigiama party.
L’unica limitazione imposta, in questo luogo selvaggio e meraviglioso, è stata la limitazione della illuminazione notturna. Poco più che una presa in giro.
Si è scelto, o meglio, probabilmente si è accettato, di fare delle RTA che molti comuni non hanno accettato tanto è evidente la loro facile, e purtroppo legale, trasformazione in seconde case.
Le RTA sono fondamentalmente piccoli appartamenti che hanno l’obbligo di essere gestiti in maniera unitaria, non possono cioè essere venduti separatamente al singolo acquirente. Il sistema è molto semplice. Ci sono 15 appartamenti che non possono essere ceduti singolarmente. Bene si fa una società di 15 persone, ognuno mette la propria quota nella società che equivale esattamente al costo di ad un appartamento. Ognuno prende il suo e il gioco è fatto. E’una seconda casa che credo dopo un po’ può anche essere venduta (sempre la quota, non la casa ma è lo stesso).
Si dice non ci sia rimessaggio o porticciolo sulla riva. Può darsi ma pare strano che chi investe enormi cifre in questo progetto non abbia pensato al valore che può avere l’immobile se dispone anche di un porticciolo con una barchetta in Serchio? Forse un ripensamento amministrativo dell’ultimo momento.
La riva destra del Serchio sta andando in quella stessa direzione. Si cerca di regolamentare degli abusi e così facendo gli stessi vengono legittimati. Prima si poteva denunciare chi aveva violato la legge, oggi la legge stessa si adegua all’abuso, lo regolamenta. Si poteva scegliere di riqualificare tutta la zona di Bocca di Serchio ed invece si sta scegliendo di limitarsi a regolamentare la sponda dando inizio non solo ad una speculazione economica di cui i Salviati ringrazieranno, ma anche ad una serie interminabile di conflitti che avranno oltretutto la caratteristica di diventare ciclici, periodici, ogni cinque anni quando scade il permesso con litigi, atti vandalici, accomodamenti per denaro e speriamo non di peggio. In questo caso sembra già tutto stabilito e quello che dovrebbe essere partecipazione dei delegati e dei cittadini sembra solo una parvenza di democrazia., una inutile perdita di tempo.
Il viale dei pini poteva essere il parco urbano di Vecchiano. Una strada liberata dal traffico ed organizzata per le famiglie, i bambini, con percorsi vita, strutture per il tempo libero, aree pic nic, piazzole per spettacoli all’aperto, aree a verde. Lungo il viale dei pini sorgerà invece un ippodromo e le serre verranno trasformate in appartamenti, tanto per cambiare. Non ne so di più, ma la cosa già mi inquieta molto. Perché nella mia mente di sciocco idealista avevo in mente un altro tipo di destinazione per quell’area, un diverso tipo di ritorno economico. Un’area da cui potevano partire piste ciclabili verso il bosco e il mare, percorsi in bicicletta, a cavallo, escursioni a piedi nel bosco con guida naturalistica. Un altro tipo di sviluppo, legato al Parco, tutto meno che nuove abitazioni.
Perché la mia idea di parco e di sviluppo parte da S.Rossore dove quando entri c’è la sbarra e sai di entrare in un parco. Anche nel parco dell’Uccellina c’è la sbarra, passi tra le vacche in una strada sterrata, arrivi al mare dove non c’è niente. In mare non puoi nemmeno pescare, non ci sono gabinetti, cani terranova, ambulanze.  Stai lì e la sera rientri perché la sbarra chiude, e ti senti in un parco.
A Migliarino vedi il rosso sul tabellone e te ne freghi, arrivi fino al mare, fai due giri e non trovi il parcheggio. Litighi col vigile che ti fa muovere dalla seconda fila, imprechi e te ne vai da un’altra parte. Dove sei? In un Parco? Non ti sfiora nemmeno l’idea, l’idea del rispetto, e ti da fastidio la strada troppo stretta, le cunette sulla strada che ti fanno rallentare, qualche stupido da scansare che osa venire al mare in bicicletta!
Questo è il nostro parco.
Concludendo la mia idea è che bisognerebbe estendere le possibilità di sviluppo compatibile a tutte le altre realtà che abbiamo. Al fiume, al lago, ai nostri monti, al bosco. Va lavorato in questo senso, in accordo con la poprietà Salviati che potrebbe avere gli stessi interessi. Accordi per l’apertura di piste ciclabili, itinerari naturalistici, utilizzo non invasivo o estensivo degli edifici di loro proprietà.
Questa può essere l’idea vincente. Il progetto della ristrutturazione degli edifici della mandria come punto di ritrovo turistico nazionale ed internazionale. Fuori dal parco, a due passi dall’aeroporto di Pisa con 3 milioni di passeggerei l’anno, con un volo diretto da New York, dalle terme di S.Giuliano, dal nostro mare, dalla Versilia, dalle città turistiche più amate al mondo come Pisa Lucca e Firenze. Un polo di attrazione indolore dove i grandi edifici presenti possono accogliere alberghi, auditorium, ristoranti, musei, botteghe artigiane, eventi culturali.
Questo dovrebbe essere il futuro, qui dovrebbero essere i posti di lavoro, qui dovrebbe nascere un polo di attrazione turistico-culturale nazionale ed internazionale. In questo senso dovrebbe lavorare il parco e l’Amministrazione comunale perché ci sarebbero tutti i presupposti. C’è il luogo, ci sono le strutture, ci sono le attrattive per ogni tipo di interesse turistico, ci sono gli stessi interessi economici sia da parte dell’Amministrazione che della proprietà.
Il vantaggio è indubbio e sarebbe quello di favorire uno sviluppo ricettivo completamente fuori dalla parte più nobile e più preziosa del parco che andrebbe addirittura valorizzato limitando gli accessi, diminuendo i flussi, introducendo tariffe, obbligando i visitatori alle regole di rispetto vigenti in tutti i parchi del mondo.
E’ un tipo di sviluppo diverso, migliore e conservativo, rispetto al modello attuale che sta portando inevitabilmente ad una progressiva banalizzazione e svalutazione di tutto il territorio parco.
Io vedo un grande rischio per il nostro parco, io sento molte voci che si levano contro questo tipo di sviluppo che lo sta distruggendo, ma vedo molti atti pubblici che vanno proprio in questa direzione.
Concludo augurandomi una rivalutazione critica del modello di sviluppo che stiamo adoperando, prima che le scelte divengano irreversibili e gli autori ritenuti responsabili non di cattiva amministrazione ma di cocciutaggine e di scarsa intelligenza e lungimiranza politica e amministrativa.
 
 FOTO. Palazzino al Tiro a Segno

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29/4/2018 - 0:11

AUTORE:
CdP

Forse qualcosa si sta muovendo, forse l'attuale amministrazione vecchianese, tanto vituperata dalle opposizioni ringalluzzite, un fochetto di paglia che non appiccherà nessun incendio, ha imboccato una strada diversa. Lo dimostra il progetto di un Centro Visite. Ben poca cosa rispetto a tutto quello che si può fare ma può rappresentare un piccolo passo.
Speriamo sia il primo di un lungo cammino nella giusta direzione.