Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
TRAMERINO
Lett: nc. Il tramerino è il rosmarino (rosmarinus officinalis) [frutice ramosissimo, delle labiate, con foglie piccole, coriacee, lineari, verdecupo sopra e biancastre sotto, che contengono olio essenziale, odorossissimo].
In italiano si chiama anche ramerino, da cui sicuramente trae origine il termine dialettale molto simile.
TRANARE
Lett: TRANARE. [Trainare. Trascinare].
In dialetto era usato in forma intransitiva ed era un invito, a dire il vero con un esplicito significato imperativo, ad allontanarsi, ad andarsene.
Si può paragonate all’italiano sloggiare, smammare ed in tal modo veniva usato:
“Trana, trana!” si usava dire colpendo di taglio con la mano destra, e il pollice unito, la palma della sinistra: un brusco invito a togliere le tende!
TRASANDO
Lett: TRASANDATO. [Trascurato, negletto].
In dialetto il termine era stato contratto in trasando ed indicava disordine, anche utilizzato come sostantivo.
“Sei proprio un trasando!” : sei un uomo proprio disordinato, che non ha cura di se stesso!
(Il “proprio” non manca mai nelle frasi dialettali, sempre a dare vigore e tono all’espressione!)
TRASPORTO
Lett: TRASPORTO. [Modo e atto del trasportare. Esequie, funerali].
Anche in italiano è presente il significato di funerale, tuttavia solo in Toscana era utilizzato comunemente con questo significato.
“Devo andà a un trasporto” era frase che non aveva bisogno d’interpretazioni su cosa doveva essere trasportato, era sicuramente la volontà della partecipazione ad un funerale.
TRAVAGLIASSI
Lett: TRAVAGLIARE. [Tormentare, agitare, affliggere, tribolare, soffrire].
Molti sono i significati del verbo italiano transitivo che origina dal latino volgare tripaliare (tripalis, [di tormento fatto con tre pali]) e forse da tutti questi significati indicanti dolore e sofferenza prende origine il contenuto dialettale riflessivo del verbo.
Travagliassi indicava infatti svenire, mancare, venir meno.
“Ma lo sai, s’è travagliato Tizio!” era il comune modo di comunicare che Tizio si era sentito male. Il termine era generico e non in grado di dare informazioni precise sul tipo e la gravità del malore, tuttavia era solito indicare problemi non troppo gravi come semplici svenimenti o mancamenti per forti emozioni, frequenti specie nel sesso femminile.
Nei casi più gravi veniva utilizzato un altro modo di dire: “prendere un corpo” (o chiusa) indicante, al contrario, una patologia seria, spesso pericolosa anche per la vita.
“N’è preso un corpo!” : ha avuto un malore. Anche in questo caso il termine non è specifico per il tipo di patologia, ne segnala tuttavia la gravità. La sua genericità serviva forse per coprire una certa inesattezza, sia scientifica che popolare, derivata alla ancora scarsa conoscenza della natura e dell’origine delle malattie.
FOTO. Il bar Cacciatori...anni fa