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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Se oltre a combattere
quotidianamente
Con mille problematiche
legate alla salute
al reddito
al lavoro
alla burocrazia
al ladrocinio
alla frode
alla .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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"Un mese alla Festa"
di Sandro Petri

14/5/2018 - 8:54

Premetto subito, queste righe non vogliono pubblicizzare l'evento del 9 e 10 giugno ( beh, anche, perché no?), ma tornare a ragionare su quel laboratorio che si è costruito sulla salvaguardia della Rocca di San Paolino per sperimentare nuove strade, nuovi rapporti tra associazioni, istituzioni e cittadini a favore di quel bene comune troppe volte sacrificato dall'interesse singolo, oppure spesso dalla mancanza di un vivere civile.


Un laboratorio cresciuto negli ultimi anni grazie alla consapevolezza che da soli si può fare poco, che le Amministrazioni non possono concedere (più) risorse a pioggia, che il bene del territorio si può ottenere se ciascuno fa la sua parte.


Certo, le associazioni non devono più limitarsi ad una visuale limitata a iniziative indirizzate ad un pubblico ristretto, devono aprirsi alla collaborazione con altri soggetti o enti, non devono apparire come questuanti per ottenere qualche briciola dal Comune.


Come associazione "La Voce del Serchio" abbiamo iniziato questo percorso alcuni anni fa, rinunciando magari a qualche iniziativa "personale", cercando di far crescere opportunità a più ampio respiro che oltre ai fini della cultura nel territorio, portasse anche un beneficio per il turismo e la conoscenza delle straordinarie ricchezze storiche, ambientali ed enogastronomiche di cui disponiamo. Come sta avvenendo con la Pro Loco di San Giuliano, con la Fanny Mendelssohn e così via.


E in questo modo le associazioni hanno raggiunto una massa critica sufficiente per incidere significativamente sui processi di organizzazione e stimolo di altri attori a cui competono queste responsabilità.
In parole povere diventare partner a tutti gli effetti delle Amministrazioni.


Francesco Noferi, presidente di Salviamo la Rocca, ha espresso chiaramente questi concetti nell'intervista fatta in Agrifiera, di cui riporto alcuni brani:
Il volontariato culturale deve diventare – e sta diventando, in molte parti d’Italia e in molti settori – un vero e proprio attore “alla pari” degli enti pubblici, che possa co-progettare lo sviluppo del territorio quanto a beni culturali, valorizzazione, politiche di ampio respiro e al tempo stesso operazioni di tutela, salvaguardia, manutenzione, cura del territorio. Ci sono importanti e promettenti progetti sulla cura dei beni comuni, portati avanti dal mondo del volontariato e sempre più frequenti e apprezzati.  Pisa, Vecchiano e Vicopisano hanno già approvato regolamenti per l’amministrazione condivisa dei beni comuni, un fronte su cui si stanno muovendo in tanti. E proprio gli enti pubblici devono entrare in quest’ottica: quelle delle associazioni non sono “richieste” a cui “concedere” o “non concedere” approvazione o diniego. Sono, se fatti bene, veri e propri atti di programmazione e co-gestione del territorio, da trattare come tali in ottica di pari dignità."


Ma per arrivare a questi risultati, occorre, come si diceva prima, una volontà di crescita e di collaborazione delle associazioni, senza la quale si rimane al palo.


Tornando a parlare della Rocca, ecco allora che Salviamo la Rocca parte dalle associazioni del territorio, poi si passa a quelle nazionali ( FAI, Italia Nostra, WWF, Legambiente, CAI), e ancora ci si espande nei comuni e provincie vicine, creando il progetto delle Fortezze di confine, con Nozzano, Vecchiano, Lucca.
La nuova fase dovrebbe essere quella dell'intervento concreto sulla Rocca, e naturalmente è il più difficile.


Tramontata la collaborazione offerta dalla Fondazione Pisa, il passaggio più logico sarebbe il ricorso a fondi regionali o europei, ma la proprietà privata della Rocca la esclude da queste opportunità.
Si passa  all'individuazione di una nuova strada, costituire un ente partecipato, una associazione o fondazione che abbia come soci istituzioni e associazioni,  che possa fare una minima attività di raccolta fondi, acquisire la proprietà e iniziare poi la progettazione e la ricerca di finanziamenti per il recupero.
Comune di San Giuliano e Università di Pisa sono interessati e potrebbero esserci sviluppi a breve.


Ho voluto ripercorrere sinteticamente un percorso difficile e complesso, per dare un esempio chiaro di come sia possibile dare un grande contributo ad un obiettivo che può sembrare impossibile, ma che deve realizzarsi per dare la risposta all'entusiasmo e al sacrificio che moltissimi volontari e associazioni hanno messo nel progetto e per non far scomparire quasi 1000 anni di storia nell'incuria e nel degrado.


Chi abita a Ripafratta parla di paese rinato, di un coinvolgimento, finalmente, di tutta la popolazione, soprattutto i giovani, e dei negozianti.
Aiutiamo queste iniziative facendoci coinvolgere tutti!

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14/5/2018 - 14:24

AUTORE:
giò

se si pensa che in Germania, una miniera di carbone è stata valorizzata in struttura museale ed aperta alle visite con enorme successo, in America ritengono un fienile del 600, un monumento antico, si capisce appieno quanto sia urgente valorizzare questo magnifico patrimonio storico, unico nel suo genere.

un'eredità storica che è anche elemento forte ed irrinunciabile della nostra memoria identitaria.

ci si lamenta spesso, che il turismo si limiti a pochi luoghi iconici e abusati, ma se non vengono valorizzati i tesori presenti, si commette un doppio crimine, uno economico, l'altro culturale, dimostrando insipienza stupida, mancanza di generosità rifiutando di condividere testimonianze della nostra grandezza.... di valore immenso....