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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani le vicende storiche, incentrate tra la fine del '700 e l'inizio dell'800, travalicano i confini della Valdiserchio, come già accaduto in diverse occasioni, e d'Italia, espandendosi in Europa.E' la storia di un giovane costretto a seguire la carriera militare per problemi e ripicche amorose, con l'inevitabile nefasta conclusione, raccontata utilizzando le stesse parole dell'ussero, che ci danno uno spaccato di un'esistenza iniziata negli agi della famiglia gentilizia e terminata sui campi di battaglia 

Comune di Vecchiano
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Massimiliano Angori sindaco
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La ricerca è attiva in tutta Italia
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Migliarino Nodica Pisa e Vecchiano.
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. . . dalla parte della Palestina ? Perché il governo .....
Com’è noto il generoso 110% e i suoi fratelli, .....
Bravo Bruno da o di ovunque tu sia, sono con te. .....
. . . prima che siano passati almeno 30/ 40 anni chiederà .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Vivrò con la faccia che tu amavi
Coi miei giochi sempre nuovi
Col difetto di sognare
Lo so che ho imparato a dirti amore
Quando ormai ci era di andare
Dove .....
Se i limiti di velocità servono a tutelare la sicurezza, non capisco perchè le auto della Polizia Municipale si debbano nascondere per poi rilevare .....
Il Diario di Trilussa
Via del Mare-Sponda

21/5/2018 - 16:58


Il Diario di Trilussa
Era il 2007, l’anno della nascita del giornale, e Trilussa pubblicava i primi articoli di fondo. Sono prima della crisi economica, del problema grave dell’immigrazione, della chiusura delle frontiere in Europa, della crisi della Grecia. Sono vicini nel tempo ma sembrano lontani per il modo di affrontare i problemi, che in gran parte sono rimasti i soliti, alcuni in parte risolti, molti ancori insoluti se non peggiorati. Alcuni si riferiscono a casi di cronaca del tempo, ma sembrano mantenere una loro validità riguardando comunque problemi di ordine generale.


Gli articoli vengono pubblicati come furono scritti, con i segni grafici necessaria all’impaginazione. Il giornale era appena nato, aveva suscitato molta curiosità ma aveva ancora poche visite e molta incertezza sul suo futuro. Anche con questi intendiamo celebrarne i dieci anni di vita.
 
Presentazione.
Due articoli, oggi, riguardo al nostro litorale. Il primo "Via del Mare" è comparso sulla Voce a firma del Comitato di Migliarino per il Parco che elenca una serie di provvedimenti con una doppia finalità: disciplinare il flusso delle auto alla nostra Marina e, contemporaneamente, trarre da questo afflusso un vantaggio economico sia per l’Ammistrazione Comunale che per la Proprietà. L’articolo è del 2007 ma non sembra che nel tempo la situazione sia molto cambiata.


Il secondo, "Sponda" sempre del 2007, riguarda il famoso problema della sponda del Serchio e la prima timida richiesta di limitare il passaggio nel fiume solo alle barche a remi o con motore elettrico. Al tempo la situazione era più caotica ma la soluzione, pur essendo drastica e sicuramente impopolare, sarebbe ancora la più idonea a riportare la zona alla sua originale bellezza.


Via del Mare    (28.6.2007)
Riguardo all’accesso alla Marina dobbiamo riconoscere che il posizionamento dei due cartelli semaforici prima della via del Mare è sicuramente un'opera utile per l'automobilista poiché lo informa in anticipo sulla presenza o meno di posti liberi ai parcheggi al mare. Tuttavia all'osservazione diretta di una ventina di minuti di domenica scorsa nessuno ha invertito la marcia alla vista dei semafori rossi fin dalle 10 del mattino. Questo lascia presumere un ben misero risultato alla soluzione del problema della viabilità sulla strada.
E' necessario quindi una diversa regolamentazione dell'accesso alla marina poiché è indubbio che nessuno trare vantaggio dall'andirivieni delle auto per la strada del Mare che, non dimentichiamolo, percorre zone pregiate e di riserva del Parco. Non giova ai conducenti che consumano tempo e benzina, né ai cittadini del Comune di Vecchiano poiché l’accesso è gratuito e la manutenzione della strada è a carico dalla stessa Amministrazione comunale, né giova infine al Parco sia e soprattutto come inquinamento ambientale ma anche come conseguenza del declassamento della via a semplice “strada per il mare” dimenticando che si spinge profondamente all’interno del bosco, in zone di grande pregio naturalistico. Il passaggio si svolge inoltre ad una velocità tale da far dubitare della stessa consapevolezza del conducente di trovarsi in una zona riservata, una zona di rispetto, che viene percorsa il più rapidamente possibile per arrivare in fretta alla marina.
Non giovando a nessuno questo andirivieni e causando anche qualche problema di tipo ambientale il Comitato per il Parco avanza un suggerimento, una ipotesi di soluzione che andrebbe naturalmente valutata da esperti in grado di renderla fattibile esaminando i vari possibili scenari..
L'ipotesi del Comitato passa attraverso un' idea di convenzione da stipularsi fra il Comune e la Proprietà sulla gestione della via del Mare.
Suggeriamo alcune clausole di contratto:


1) La proprietà della strada resta agli attuali proprietari e gli enti pubblici rinunciano ad ogni rivalsa o tentativi di acquisizione diretta.


2) I proprietari garantiscono ai cittadini l’accesso a tempo indeterminato alla spiaggia di Marina di Vecchiano e alla zona di Bocca di Serchio


3) Per entrare nel Parco, di cui la strada è parte integrante, si prevede il pagamento di un biglietto di ingresso alle auto e alle moto, con tariffe scontate (concordate) per i residenti di Vecchiano e S.Giuliano. Le tariffe dovranno essere stabilite in accordo con l’ente pubblico. La quota di ingresso sarà comprensiva anche del costo per il parcheggio, da effettuarsi rigorosamente nelle zone preposte e contrassegnate con apposita segnaletica


4) Gli introiti derivanti dagli ingressi saranno ripartiti in percentuali da definire tra la proprietà e il Comune di Vecchiano. Si mantiene in tal modo un utile al Comune e si coinvolge anche la Proprietà nella fruizione di utili di cui una parte da destinare alla manutenzione e alla vigilanza.


5) I proprietari si impegnano alla manutenzione della strada e alla gestione degli ingressi con personale proprio (sempre previo accordo con l'Amministrazione, ove non concordato diversamente)


6) Alle biciclette,  ai pedoni e ad altri mezzi alternativi verrà garantito l’accesso gratuito alla via del Mare e verranno individuate, da parte della Proprietà, vie alternative per l'accesso alla Marina come piste ciclabili, percorsi ippici, vie d'acqua ecc. Sarebbe auspicabile la riapertura pedonabile e ciclabile della via Francesca, su un percorso compatibile con le esigenze della proprietà, limitatamente al periodo estivo, o solo per alcuni giorni alla settimana, previo compenso diretto dal fruitore o tramite finanziamento della Regione Toscana previsto per la riduzione dell’impatto dei mezzi a motore nei Pachi regionali.


7) Per quanto riguarda gli accessi il numero di auto in ingresso  dovrà essere pari esattamente ai posti disponibili nei parcheggi.


8) Nel periodo autunnale e invernale la via del Mare rimarrà chiusa all’altezza delle Case di Marina e l’accesso pubblico alla spiaggia di Marina di Vecchiano sarà ridotto e limitato solo alle normali opere di manutenzione e di servizio. La chiusura sarà totale durante la notte.


9) La biglietteria potrebbe essere posizionata appena oltre la rotonda a Case di Marina ove un veicolo respinto potrebbe facilmente prendere la strada del ritorno. Un semplice biglietto numerato per l’ingresso con una quota fissa da pagare e dei cartelli indicatori che segnalino la cifra in anticipo potrebbero essere sufficienti ad evitare lunghe code in ingresso.
Il problema principale rimane la chiusura della strada al raggiungimento del numero massimo delle auto compatibili con i parcheggi. Una ipotesi è un contatore di auto all’ingresso della via del Mare con una sbarra automatica che si chiude, in un’area di rispetto ben segnalata, al raggiungimento del numero massimo previsto, unito naturalmente alla comparsa del segnale rosso di ingresso nei cartelli luminosi . Una divisione fisica prolungata della carreggiata nell’ultimo tratto potrebbe impedire il salto di corsia. La chiusura automatica, ben segnalata, con cartelli indicatori chiarissimi, eviterebbe anche inutili e personali discussioni con gli addetti. Non sembrano utili, e sicuramente invece fonte di discussione, aperture manuali a seconda delle uscite di auto. I cartelli dovrebbero informare chiaramente che la strada riapre il pomeriggio, ad un’ora stabilità, a seconda della disponibilità di posti liberi ai parcheggi.


Riteniamo di fare cosa utile intervenendo in questa questione della regolamentazione dell’accesso alle auto al mare poiché è un problema sentito che dovrà necessariamente essere risolto. Ogni contributo in tal senso va considerato positivamente considerando la delicatezza e l’urgenza del problema che di anno in anno si fa sempre più pressante e che ha necessità di un intervento deciso e risolutore da parte delle autorità competenti.
 
Sponda    (6.6.2007)
Vorrei dare il mio contributo alla discussione che sta avvenendo per la situazione sulla riva del Serchio, in questo momento in cui sono arrivate intimazioni allo sgombero dei manufatti. Penso che nessuno sia da criminalizzare per la situazione che si è creata sulla riva, e casomai ci sono dei legittimi dubbi sul perché le autorità abbiano per così lungo tempo tollerato una situazione che andava, giorno dopo giorno, ingarbugliandosi sempre di più. E’ evidente a tutti infatti, e specialmente a chi la sponda la frequenta, come la cosa sia diventata insostenibile e debba in qualche modo essere regolamentata. Non tanto per gli eccessi dei singoli, spesso di modesta entità, ma per l’eccessiva presenza di persone, di cui molte estranee ai nostri luoghi, in una zona così ristretta e di particolare pregio ambientale. Questo assembramento di persone comporta il rischio della perdita di valore della zona stessa che da luogo di grande bellezza, immerso nella natura, silenzioso e tranquillo, rischia di diventare un semplice e chiassoso porto di barche.
Chi frequenta la sponda ha del resto visto personalmente negli anni il progressivo peggioramento della situazione. I problemi iniziano già nello spostamento verso il mare, con l’unica via di accesso largamente insufficiente a smaltire tutte le auto in transito per continuare poi con quelli di approdo alla spiaggia dove le barche sono stipate fino all’inverosimile con il rischio, in certe giornate, di non trovare approdo. Intanto sul fiume vi è transito ininterrotto di mezzi a motore con varia velocità e con qualche rischio anche per quelle poche piccole barche a remi ancora presenti. Le barche attraccate alla riva arrivano oramai fino al retone di Argante ed oltre con una lottizzazione selvaggia favorita anche dai proprietari che fanno pagare salati affitti per i pochi metri concessi. Ognuno poi ha tagliato il suo pezzo di canneto e creato il suo piccolo spazio, cosa di per sè non eccessivamente vandalica, ma che unita a tutte le altre stravolge completamente la riva e riempie tutto lo spazio disponibile, impedendo di fatto qualunque accesso al fiume. Le opere realizzate, pur essendo di modesta entità, tuttavia vanno chiamate con il loro nome: sono opere abusive, realizzate in assenza di qualunque tipo di permesso o autorizzazione (in quella zona impossibile ad ottenere in quanto salvaguardata da moltissimi vincoli di varia natura).
Nasce quindi l’esigenza di una regolamentazione, di un cambiamento di tendenza, della necessità di un diverso utilizzo della Bocca. Chi riteniamo debba andare in Bocca? Noi pensiamo chi ama il fiume, la natura, l’ambiente, la tranquillità. Chi ama pazze corse per il mare ha altri approdi, altre zone dove può ricoverare la barca. Come si può invertire questa tendenza, che oltretutto rischia di emarginare, per la solita e perfida logica del mercato, molti cittadini meno abbienti al salire delle pretese economiche? Secondo noi operando sul valore commerciale della zona tramite un’operazione che ne ridimensioni la richiesta. La cosa non può essere fatta per legge o per decreto ma solo rendendola meno appetibile. Da qui nasce l’idea dell’introduzione dei remi o, al massimo, del motore elettrico con il duplice scopo di diminuire il carico antropico sulla Bocca e di riportarla a quella dimensione naturale di un tempo, quando andare al mare voleva dire anche incontrare l’amico o il pescatore, scambiare due parole, godere il contatto con la natura. Bocca di Serchio deve ritornare a queste persone, a quelle che la amano per quello che è e non per quelle che intendono sfruttarla come semplice approdo per la loro barca.
Riteniamo che i firmatari della lettera, che hanno conosciuto l’altra dimensione della Bocca, sappiano di cosa parliamo e concordino con noi sulla necessità di un cambiamento. Se questo dovrà comporterà piccoli sacrifici, questi varranno sicuramente il sacrificio
 
FOTO. Campo del Troncolo. Partita Mezzogiorno-Tramontana del 31.8.1961

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24/5/2018 - 19:56

AUTORE:
Migliarinese

tutti ma mi mancano i due in basso a sinistra, gli accosciati che ora non si vedono più.