Eccoci al secondo appuntamento della nuova serie sui temi ambientali e sui mondi della Natura.L'accoglienza al primo articolo è stata impressionante, superando le 2000 letture tra i vari canali social su cui è stato pubblicato.Merito della capacità descrittiva e di osservazione di Simona, espressa attraverso immagini straordinarie e parole capaci di coinvolgere su un argomento spesso trattato con superficialità e approssimazione.E non è da meno il racconto di oggi.
IL posto più bello del mondo
di Sandro Petri
Non è in realtà una esperienza di viaggio quella che voglio raccontare, ma l'esperienza di un luogo unico e incredibile, un luogo che una volta visto ti entra nel cuore e ti costringe a tornarci, perché non ne trovi altri così. Una vallata che malgrado l'agricoltura per le famosissime lenticchie, il turismo per le condizioni irripetibili per fare parapendio o deltaplano, visitato fuori dai week end sapeva trasmettere l'idea di condizioni primordiali, resistendo impavido all'assalto di tanti imbecilli che ne invadevano le pochissime strade e calpestavano i campi per fare foto.
E poi un giorno di due anni fa ci pensò il terremoto a devastare questa terra meravigliosa, a tagliare in due il monte Vettore, che si alza in verticale dalla piana, a lesionare il piccolo paese di Castelluccio, che aveva un centinaio di abitanti.
Per arrivarci ora , la strada migliore è quella da Ascoli Piceno, un altro posto da vedere assolutamente, se volete capire quanto possa essere straordinaria una città medioevale pervenuta fino ai giorni nostri.
Sulla Salaria prendete il bivio di Arquata del Tronto. E purtroppo qui comincia a sgorgare qualche lacrima, sapendo come erano quei paesi e vedendo come sono ridotti.
Ho preferito non mettere foto delle case sventrate, con ancora macerie penzolanti dai tetti e muri sbriciolati, danni che solo un bombardamento a tappeto poteva procurare. Sarebbe stata l'immagine del dolore, e questo non si può trasmettere, purtroppo si vive.
E si sale sempre più su, fino ai 1500 metri della Forca di Presta, con in basso la valle del Tronto.
La strada è abbastanza agevole, anche se l'attenzione deve essere massima.
Superato il passo, si scende nella valle. E tutto sembra a posto.
Ci sono i campi fioriti, perché questo è il periodo della fioritura, e tutta la valle splende del giallo delle lenticchie, del rosso dei papaveri, del bianco delle margherite, del blu dei fiordaliso.
In lontananza si staglia il colle con Castelluccio, e tutto sembra integro, perfetto come sempre. Poi ci si avvicina , si sale su e si vedono le macerie, la Protezione Civile, per il vero sempre presente lungo la strada con l'Esercito, le casette, i vari prefabbricati per far rinascere una vita sociale.
Sono tante le attività di sistemazione lungo la strada, ma il lavoro che c'è da fare rimante immenso.
Una piccola spesa per i prodotti locali ( molte zuppe di lenticchie...) e si ritorna indietro.
Tanto lo si sa, a Castelluccio si torna.
Sicuro