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Con questo articolo termina la seconda serie di interventi di Franco Gabbani, attraverso i quali sono state esaminate e rivitalizzate storie e vicende del nostro territorio lungo tutto il secolo del 1800, spaziando tra fine '700 e inizi del '900 su accadimenti storici e vite di personaggi, che hanno inciso fortemente oppure sono state semplici testimonianze del vivere civile di quei tempi.

sono borborismi -ndr: borborigmi- mantrici, piu chiaro .....
Elena Schlein:
“Bisogna abbracciare prospetti dinamici .....
come se servisse a qualcosa. . . anzi peggio
dall’interno del comune? Sono parziali e di comodo. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Non appena ci salutano le feste del Natale
lasciando una scia di pandori e dolciumi,
panettoni e e frutta secca a fiumi
Ecco affacciarsi ovunque
zeppole, .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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1943, 31 agosto, ore 13, 7 sette minuti.

31/8/2018 - 7:13


 [...] Nessuno ancora conosceva una frase di Eisenhower poi divenuta celebre e pronunciata alla vigilia della campagna d'Italia: “Stiamo per invadere un paese ricco di storia, d’arte e di cultura”, disse il generale e poi presidente americano. “se la distruzione di un bellissimo monumento può significare Ie salvezza di un solo soldato americano — aggiunse — ebbene si distrugga quel monumento”.

 La “filosofia” di “Ike” fu puntualmente applicata, e non solo a Roma.

I pisani avrebbero sperimentato sulla loro pelle a partire dal 31 agosto del 1943 e fino all'estate successiva, quando furono bombardati i Lungarni e colpito anche il Camposanto Vecchio.[...]

 

[...] Le scuole sono state chiuse in anticipo, il 20 maggio, ma la stagione balneare, a Marina o nella neonata Tirrenia, non è come quella degli altri anni. II “trammino» bianco e rosso porta meno pendolari del solito verso il mare ed anche se i bollettini di guerra minimizzano gli eventi i pisani cominciano a capire che le cose stanno volgendo al peggio. II 29 maggio e il 28 giugno gli Alleati bombardano Livorno e i boati delle esplosioni si sentono anche da Porta a mare. Molti però continuano a credere che Pisa sarà risparmiata perché nessuno oserà colpire la città del Campanile Pendente e della Piazza dei Miracoli, alimentando così la stessa illusione dei romani. Molte  volte, in quell’ultimo scorcio dell’agosto 1943, l’allarme antiaereo suona senza che poi accada nulla, tanto che i dodici rifugi della città rimangono semivuoti. Ne sono stati approntati per circa seimila posti, ed il più capace è quello attiguo al Giardino Scotto, sotto i bastioni del Sangallo. Poi ci sono altri duemila posti negli scantinati nelle scuole in via Regina Margherita, oggi via Benedetto Croce. E l’allarme suona anche nella tarda mattinata del 31 agosto, quando sulla scena di Pisa irrompono gli orrori della guerra. Erano le 13 in punto quando nel cielo di a sud della città, preceduti da un rombo sordo e continuo, furono avvistati i bombardieri americani “Liberator” e “Flying Fortress” che facevano parte di una squadriglia formata da 152 aerei che avevano già colpito Civitavecchia. A ondate successive scaricarono sul nodo ferroviario e sulla zona industriale di Porta a Mare 408 tonnellate di bombe.[...]

 

Queste notizie sono tratte da un libro, “31 agosto 1943”, edito nel 1993, a cura di Giuseppe Meucci, in occasione del cinquantesimo anniversario della strage che inizia con: 

 

“Sette minuti di inferno. Per alcune ore fu un giorno come un altro di un’estate ormai matura e prossima al declino. Almeno fino alle ore 13. Perché fu quella l’ora fatidica di quel 31 agosto che ancora oggi, a mezzo secolo di distanza, resta fissata nella memoria della città come l’inizio di una tragedia immane" […]   

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