Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Il prof. Piero Floriani era nato a Raša, odierna Croazia, nel 1942. Profugo istriano, si formò ad Ancora, prima di entrare nella facoltà di Lettere della Università di Pisa e nella Scuola Normale Superiore. Ancora studente universitario, aveva iniziato ad insegnare nelle scuole superiori. Una propensione alla didattica che hanno conosciuto e riconosciuto generazioni di giovani nella nostra città. Docente di letteratura italiana, studioso dedito al pieno Rinascimento, autore di testi sul "modello ariostesco". Direttore della “Nuova Rivista di Letteratura italiana”, si era rivolto all'approfondimento del Manzoni negli ultimi anni.
Da giovane storico immatricolato nel 2007, l'avevo conosciuto - per quel poco che potevi fare da rappresentante degli studenti - un po' tra una seduta dei consigli di facoltà e dialoghi sulla città, sulla politica, sul ruolo dell'Università. Erano gli anni della mobilitazione studentesca contro i tagli al sistema della ricerca e dell'università, per il diritto agli studi, per la salvaguardia del ruolo pubblico e sociale della conoscenza. Era al nostro fianco con intelligenti sollecitazioni, sensibilità, sincero interesse. Aveva uno stile morale fatto di serietà nelle argomentazioni, disponibilità nell'ascolto.
Sindaco (1994-1998) di quella che sarebbe divenuta la mia città, come per tante generazioni di ex studenti e giovani lavoratori, ho appreso negli anni il suo contributo alla comunità civica attraverso i tanti racconti di chi lo aveva conosciuto. Protagonista di una stagione di rinnovamento e discontinuità, a disposizione delle sinistre, prima di tornare in Accademia.
Di quelle volte che avevo avuto a che farci ricordo bene che il prof. Floriani era uno di "quelli che ti ascoltava", che lo faceva con sincerità ed attenzione, senza la boria della cattedra e con la cura dell'ascolto. Mancherà davvero alla nostra comunità accademica, alla città e ai suoi corpi politici, che aveva animato con passione di sincero progressista e uomo di sinistra.
Grazie, professore, per il dono della sua esistenza. A nome della comunità politica di Sinistra Italiana porgo ai suoi cari le più sincere e sentite condoglianze. Alla nostra città e alle nostre Università, l'auspicio di poter raccogliere il messaggio profondo di esistenze come la sua, per costruire un futuro a misura di tutti.