Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
14 ottobre 1980/10 novembre 2018: 38 anni.
Eppure una forte analogia. Sono due date in cui Torino ha mandato un messaggio all’Italia. Che poi cambia le cose.
Nell’ottobre del 1980 la “manifestazione dei 40.000” (il numero che divenne il simbolo della giornata lo fissò’ una dichiarazione di un severo e autocritico Luciano Lama), spontanea, interclassista, di cittadini e lavoratoti ( quadri, impiegati e dirigenti della Fiat) piego’ e sconfisse l’estremismo e il massimalismo sindacale che, invece di trattare con la Fiat ( in profonda crisi di vendite), minacciava l’occupazione della fabbrica, col pericolo del suo tracollo.
Berlinguer, condizionato da una parte della Cgil antiriformista ( come la Camusso di oggi anti Tav) soffio’ sul fuoco del massimalismo e dell’estremismo sindacale. Lama, erede di Di Vittorio, ne soffri’. Voleva trattare e salvare il lavoro. I sindacati erano prigionieri delle posizioni estremiste nelle loro rappresentanze in fabbrica ( dove poi si scopriranno presenti terroristi e fiancheggiatori delle Brigate Rosse). Senza simboli di partito e senza confini di ceto, classe, categoria o professioni, una manifestazione imprevista, enorme, auto convocata, di popolo, il 14 Ottobre, marciò a Torino dietro uno slogan: “ il lavoro si difende lavorando”. L’estremismo perse ( anche nel Pci di Berlinguer che l’aveva titillato).
Il sindacalismo riformista di Lama vinse.
I sindacati ripresero a trattare e la Fiat non tracollo’. Il lavoro vinse. La manifestazione “Si Tav” di ieri ha molto di analogo ( oltre le ovvie differenze”. Ma, soprattutto una analogia: ancora una volta contro il massimalismo anti industriale e anti produttivo (che nel 1980 voleva cancellare la fabbrica polmone del paese e, nel 2018, vuole cancellare una grande opera che da’ occupazione e crescita) mette in piazza le ragioni del lavoro contro quelle del parassitismo, dei sussidi di cittadinanza, della decrescita, infelice e reazionaria.
Torino, ieri come nella “marcia dei 40.000 del 1980” ha risollevato le ragioni dei riformisti contro quelle degli estremisti. A me, che ho l’età’ per ricordare il 14 ottobre dell’80, riporta in alto le ragioni del cuore: l’immensa figura di un grande leader riformista e sindacalista, Luciano Lama.
Ma a tutti gli italiani e ai giovani di oggi Torino torna a ricordarci, con la manifestazione di ieri, la grande verità dello slogan della marcia dei 40.000 del 1980: “ il lavoro si difende lavorando”.
I populisti e gli estremisti, ancora una volta saranno battuti.