Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
“Era meglio se ci lasciavo le piante!”
E’ stata questa l’amara conclusione dell’ennesimo accorato appello che Don Franco Nannipieri, parroco di S.Frediano in Vecchiano, ha pronunciato domenica scorsa, alla Messa delle ore 11.
Si riferiva al “campino” dell’oratorio di S.Frediano, che da spazio di incontro e di gioco specialmente per i più giovani da tempo si è trasformato in un luogo fuori controllo da tutti i punti di vista. Ogni tentativo di porre un limite a questa situazione vergognosa finora non ha dato nessun risultato, trasformandosi spesso in ulteriori occasioni di offesa e di dileggio, anche nei confronti della persona del sacerdote.
Durante il giorno e, peggio, per buona parte della notte, ragazzi e ragazze, giovanissimi e un po’ meno, frequentano questo posto e qui, come in molti altri luoghi e vie del paese, si producono in atti di vandalismo , comportamenti squallidamente trasgressivi nelle azioni e nel linguaggio e disturbi continui e insistenti, resi più virulenti dalla certezza, o quasi dell’ impunità e dell’anonimato.
Vani, fino a questo momento, i richiami del Curato alla comunità e alle famiglie, che è impossibile che non siano minimamente al corrente di questi fatti; e vane anche le richieste di opportune forme di intervento e di controllo da parte delle Autorità. Per altro è cosa nota che simili fenomeni di degrado si verificano anche nelle altre frazioni.
Il rischio sociale presente e futuro di questo stato di cose dovrebbe essere il motivo principale di una reazione collettiva e consapevole della nostra comunità che non può e non deve assistere passivamente all’alterazione della propria vita di relazione, improntata da sempre alla condivisione di valori e comportamenti.
E’ necessario altresì tenere presente l’incipiente deterioramento della sicurezza di tutti, focalizzando risorse e impegno non solo per il controllo e la giusta repressione, ma anche nell’ottica del recupero, che non solo le teorie sociologiche, ma anche e soprattutto le esperienze attuate in situazioni simili, indicano come l’unico mezzo per ottenere risultati stabili e duraturi per un futuro migliore per tutti, ma bisogna crederci e, ognuno secondo le proprie risorse, agire.