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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ecco la lista di Vicopisano in Cammino.
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di Umberto Mosso
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di MARIAROSARIA MARCHESANO (Il Foglio)
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di Vittorio Ferla
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Di Alexia Baglivo
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Se oltre a combattere
quotidianamente
Con mille problematiche
legate alla salute
al reddito
al lavoro
alla burocrazia
al ladrocinio
alla frode
alla .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
Mazzeo, Nardini e Pieroni (PD)
Molino Rossi di San Giuliano Terme.

20/11/2018 - 18:23


Molino Rossi di San Giuliano Terme. Mazzeo, Nardini e Pieroni (PD): “Solidarietà ai lavoratori, continuiamo a sostenerli per salvaguardare l’occupazione”

 

 La complessa situazione dell’azienda Molino Rossi di San Giuliano Terme torna all’attenzione dell’aula del Consiglio regionale con una mozione a prima firma della consigliera Alessandra Nardini e presentata in aula, con la richiesta di iscrizione urgente all’ordine del giorno, da Antonio Mazzeo. L’atto impegna la giunta regionale a proseguire nell’azione di sostegno e vicinanza ai lavoratori che incessantemente dall’annuncio dei possibili licenziamenti si sono mobilitati per scongiurare questa eventualità.

 “Siamo stati da subito a fianco dei lavoratori, insieme alle istituzioni locali e alla Regione che ha prontamente aperto il tavolo di crisi facendo il possibile per arrivare ad una soluzione positiva della vicenda – spiega in aula Antonio Mazzeo –. Purtroppo non è bastato e oggi torniamo a ribadire la necessità di salvaguardare i posti di lavori, continuando anche a valutare la possibilità di coinvolgimento di nuovi soggetti imprenditoriali per tutelare le professionalità che nei lunghi anni di vita dell’azienda si sono specializzate e, al contempo, difendere l’occupazione e scongiurare pesanti ricadute dal punto di vista sociale”. “Le ricadute sul territorio saranno molteplici – commentano Alessandra Nardini e Andrea Pieroni –, sia dal punto di vista occupazionale e sociale, sia da quello economico: proprio nell’anno in cui il Molino festeggia il centoventesimo anniversario dalla fondazione, si traccia una linea triste che segna l’epilogo di investimenti sbagliati fatti negli anni che oggi saranno tante famiglie a pagare sulla loro pelle.

Esprimiamo loro tutta la nostra solidarietà e, per quanto ci sarà possibile, saremo al loro fianco in ogni battaglia che decideranno di portare avanti. Questo territorio è già duramente colpito dagli effetti della recessione, viviamo ormai in una sorta di costante emergenza occupazionale e produttiva, per questo individuare, attraverso il confronto, soluzioni che nel tempo possano scongiurare la chiusura definitiva di attività è fondamentale per dare ossigeno e prospettive alle comunità”.

 

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30/11/2018 - 15:49

AUTORE:
Sandokan

Attualmente gli ormai ex dipendenti del molino Rossi percepiscono il sussidio di disoccupazione altrimenti detto Naspi.
Quello è ciò che ho appreso.

29/11/2018 - 20:48

AUTORE:
Sangiulianese

I lavoratori attualmente percepiscono disoccupazione o ammortizzatori sociali diversi?

29/11/2018 - 18:56

AUTORE:
Sandokan

Come predetto ieri sono stati presentati i libri in tribunale con la conseguente dichiarazione di fallimento.
Finisce così l'era del molino Rossi sotto la famiglia Rossi dopo 120 anni.

26/11/2018 - 17:15

AUTORE:
Sandokan

Anche per me un saluto non lo si nega a nessuno pertanto, amico mio, ricambio con affetto.
Per inciso però sappi che non parlo per sentito dire, io c'ero in tutte le fasi della crisi una volta giunta allo scoperto ed ho visto e udito direttamente.
E' stato un piacere comunque dialogare con te.

25/11/2018 - 9:53

AUTORE:
Ultimo

............... a parlare con te mi sembra di buttare l'acqua in mare. ........... Ho cercato di spiegarmi secondo una logica che dovrebbe essere facilmente comprensibile alle persone di buonsenso. Vedo che tu hai difficoltà a recepire e parli per sentito dire e non per conoscenza diretta. Io non conoscendo la situazione nello specifico ho parlato in generale del comportamento dei dipendenti, dei sindacati, e delle proprietà. ......... Mi sembri un megafono indottrinato che ripete a pappagallo sempre le stesse cose. ........... Ultimo
P.S. Mi piace dialogare con chi lo sa fare ........... detto questo un ciaone non si nega a nessuno.

24/11/2018 - 20:59

AUTORE:
Sandokan

Mi sa che rispondi senza leggere.
Nessuno di quelli che conosco ma nemmeno i sindacati hanno mai rinnegato il fatto che per anni la spa Roberto Rossi ha stampato generazioni di operai e impiegati che per essere precisi non venivano pagati per fare una passeggiata in azienda, anzi certe mansioni erano assai faticose, altre piene di responsabilità ma questo purtroppo è il passato.
Oggi sono tutti a casa col molino chiuso nonostante ci fossero commesse a gogò e la causa di ciò piaccia o non piaccia è totalmente a carico degli amministratori.
I dipendenti consapevoli della situazione hanno da prima tentato di dissuadere la proprietà dal compiere il passo dell'acquisizione della Toscolano, inascoltati hanno cercato di fare comprendere il rischio prima e l'inevitabile debacle dopo, infine di fronte al fermo macchine hanno di loro iniziativa contattato il sindaco di Maio che preso atto della situazione ha attivato tutto quanto in suo potere per coinvolgere la Regione aprendo di fatto le procedure per la crisi aziendale.
Il tutto contro la volontà della proprietà che ha subito i passi della procedura negando la collaborazione con le.istituzioni.
Tralascio la fase in cui è intervenuta anche una parlamentare della Lega offrendo anch'essa la disponibilità ad aiutare l'azienda, contatto anch'esso giunto su iniziativa dei dipendenti.
Cosa potevano fare di più anche alla luce del fatto che per loro la procedura di licenziamento collettivo era già in atto dai primi di agosto e nonostante questo hanno avuto un atteggiamento responsabile e rispettoso verso la proprietà fino all'ultimo giorno e oltre.
Si accettano consigli dal signor.Ultimo

24/11/2018 - 17:52

AUTORE:
Ultimo

............. che hanno accusato la proprietà di irresponsabilità e incapacità di risolvere i problemi dell'azienda non c'è stato nessuno in grado di suggerire una qualsiasi soluzione. Non conosco le cause che hanno portato alla fine il " Molino Rossi " ......... ma so che per anni la proprietà ha sfamato decine di famiglie e questo nessuno lo vuole ammettere. ......... Sarebbe bene riconoscere sia i meriti che i demeriti di chi ha guidato l'azienda per anni. ......... E' bene ricordarci che i datori di lavoro sono lavoratori a loro volta e che senza di loro decine di famiglie avrebbero avuto non poche difficoltà a mantenere i figli. ......... Adesso la proprietà viene rappresentata come il " male assoluto " dimenticando il passato. ........ Mi hanno insegnato che in ogni buona famiglia, nei momenti di difficoltà c'è il sostegno di tutti, .......... e chi ha vissuto per anni gomito a gomito con chi li ha sfamati ed ora ha bisogno di aiuto, piccolo o grande che sia, è come uno di famiglia ....... invece leggo rabbia e accanimento. .......... Ultimo

24/11/2018 - 17:45

AUTORE:
sandokan

Mi sa che sei amico di ultimo....magari sei il suo avatar.
Seondo te i dipendenti che conoscevano bene la situazione se ne stavano zittini?
Informarsi prima no eh?
Si vocifera che più e più volte chi sapeva ha tentato, anche discutendo animatamente, a mettere un po' di giudizio a quegli sprovveduti ma nisba!
Sono io l'imprenditore, questa è casa mia, voi non sapete, va tutto bene, il molino con Toscanapane non c'entra niente....se ti va bene è così sennò quello è il cancello!
queste sono solo alcune delle risposte ricevute da chi si è permesso di obiettare a più riprese e a più stadi il loro operato e quando non sapevano rispondere o non volevano offendere si trinceravano dietro i professionisti con frasi del tipo: tizio ha detto di fare così, ci pensano loro, loro sanno voi no.
Infine la frase più oltraggiosa "io penso a me e ai miei figli" tradotto io sono e voi un siete un c...o
Così mi riportano la situazione e siccome siamo in una repubblica che tutela la proprietà privata non è che ci si può affidare alla guardia nazionale affinchè occupi le aziende mal gestite in favore del mantenimento del posto di lavoro.

24/11/2018 - 15:03

AUTORE:
Ergo bis

Se uno è solo in autostrada e gli tentenna un gicciolino la stabilità, può anche darsi che decida di andare a sbattere nella sbarra finale.
Ma...se...colui che guida il pulman salta tette le fermate richieste, non legge la segnaletica dei pericoli, possibile che tutti i viaggiatori...stessero zittini?.
E non dicessero ad Agnelli: smetti di fa' macchine brutte come la Duna, nsenno' presto si va tutti a casa, te compreso.
Ho fatto in gioventù il delegato sindacale ed ero ben cosciente che la decisione ultima aspettava all'imprenditore...però niente ci impediva di dare buoni consigli per il bene di tutti e della nostra azienda non lavorando con la testa nel sacco ma cercado di lavorar meno e produrre di più per essere pronti fisicamente e concorenzialmente ed alle volte i nostri consigli di gente superspecializzata erano accolti con favore con risposta semplice: se io guadagno, voi guadagnate perché non sono le ferrovie dello stato(anni /70) che rimettevano un miliardo di lire al giorno, tanto pagava pantalone. Eppoi; quanti panai, pasticceri, idraulici, berbieri appena imparato per bene il mestiere dal buon padrone che aveva investito su di lui...poi gli han detto ciaone e lo han lasciato li a gamba ciala? Due "quattri" diceva il Baglini di Nodica, se li fai troppo grossi...nell'otto un ti centrino. ERGO- fare ammodino sempre! nsenno' si va tutti prima o poi a caprioli.

24/11/2018 - 14:16

AUTORE:
Sandokan

Dirigere un'azienda non è come andare al casinò per puntare un numero che se o indovini vinci.
Il dirigente deve tenere conto di innumerevoli fattori economici, commerciali tecnologici etc.
Quando si fanno investimenti al di fuori del proprio business di riferimento i parametri economici devono essere sempre sotto controllo per valutare il caso di continuare o trovare una via di uscita.
Nello specifico del molino pare che i parametri economici non siamo stati presi molto in considerazione così come il business che era già da tempo chiaro che quel settore era in profonda crisi.
Di occasioni per uscire dall'investimento ne hanno avute ma inspiegabilmente non ne hanno imboccata nemmeno una fino alla fine quando inevitabilmente il forno fu ceduto in via onerosa ad un gruppo che ha condotto al fallimento quell'azienda.
In pratica per dirla come un dipendente del molino i proprietari era come se fossero su un'autostrada, durante il percorso ci sono parecchie uscite delle quali si conoscono le località, in fondo c'è il casello finale ma si sa che è chiuso e c'è una barriera di cemento armato.
Bèh loro hanno scelto la barriera e ci sono arrivati senza frenare, peccato solo che su quella macchina non c'erano solo loro ma tutti i dipendenti con le loro famiglie.
Un tempo si diceva che le aziende vanno gestite con lo spirito del buon padre di famiglia, avendo conosciuto le famiglie di questi prenditori non mi meraviglia che abbiamo condotto la loro azienda allo sfascio.

24/11/2018 - 11:28

AUTORE:
Ergo

...di indovinarle proprio tutte tutte?

24/11/2018 - 10:26

AUTORE:
Giuseppina

Voglio rispondere a "Ultimo"

Da quanto letto sopra mi sembra di capire che l'articolo precedente di Puccetti(oltretutto è stato il primo a dare notizia della grave decisione presa) non sia stato improvvisato e superficiale, perché qui non è un problema di sindacato è un problema della proprietà del Molino Rossi che per investimenti sbagliati non ha esitato a mettere a casa 33 famiglie...sì, perché come ha già detto Puccetti quando licenzi una persona licenzi una famiglia.
Secondo me è relativo sentire le motivazioni che hanno portato alla chiusura del Molino perché le conseguenze come sempre ricadono sui dipendenti.

23/11/2018 - 19:31

AUTORE:
LdB..

Non entro nella vicenda Molino Rossi perchè non conosco la storia, voglio però rispondere sulle affermazioni fatte contro i sindacati. Giorni fa risposi così al famoso tuttologo Umberto Minopoli che, come lei, sparava a casaccio sulla Fiat del 1980.

"Quella marcia fu promossa da un caporeparto Fiat, Luigi Arisio, che insieme ad altri, quadri e dirigenti, decisero di sfilare per Torino contro lo sciopero che durava da 35 giorni. Tralascio il fatto che secondo la questura i manifestanti erano circa 12.000, anche se fu preso per buono, figuratevi dagli organizzatori, quello che disse Luciano Lama.
Ma come si arrivò a quello scontro non si dice ?
L' 8 maggio 1980 Fiat propose la cassa integrazione per “ solo “ 78.000 dipendenti , per 8 gg., misura poi ritirata per inizio di trattative sindacali.
Il 5 settenbre Fiat anniunciò la Cig per 24.000 dipendenti, 22mila operai, per 18 mesi. Dopo una settimana di trattative, l' 11 settembre altra uscita Fiat : licenziamento per 14.000 lavoratori.
A quel punto i Consigli di Fabbrica dichiararono lo sciopero di tutti gli stabilimenti e picchettaggio ai cancelli, dove la mattina del 26 si presentò anche Enrico Berlinguer. Riprese, in qualche modo, le trattative, furono ritirati i licenziamenti e stabilita la cassa integrazione fino al 31/12, per 24.000 lavoratori. Il problema fu che quella misura colpiva anche tutti i rappresentanti dei lavoratori ( TUTTI ), di qui il nuovo sciopero che portò poi ai fatti che sappiamo.
Secondo lei, quei lavoratori e sindacati lottavano per chiudere la Fiat o per il lavoro ? "

Fare parellilismi con la Germania e i sindacati tedeschi, per il nostro paese, è impossibile. Alla Wolksvagen i lavoratori/sindacati siedono nel consiglio di amministrazione e hanno voce in capitolo. Tanto che nella fabbrica decentrata in Slovacchia, la più grande d'Europa, dove costuiscono Wolksvagen, Skoda e Seat,si applicano le stesse condizioni che in Germania, i lavoratori Slovacchi hanno uno stipendio di 1400/1500 ( contro una media del paese di 6/800 ) euro e partecipano agli utili come i colleghi tedeschi, questo per non avere ripercussioni sulla produzione fatta a Wolfsburg.
Chieda ai lavoratori Fiat se gli Agnelli e il "compagno" Marchionne si comportano/ava allo stesso modo.
Saluti.

23/11/2018 - 14:18

AUTORE:
Sandokan

Premetto che mi fa specie che un sindacalista si lamenti del fatto che gli scioperi creino disagi, mi pareva di aver capito che servivano a questo per porre l'attenzione degli altri alle problematiche degli scioperanti
Si vede che ho capito male.
Nello specifico del molino Rossi i sindacati erano assenti nel senso che la maggior parte dei lavoratori non erano iscritti a nessun sindacato.
Quando la situazione è precipitata, ovvero dal momento in cui le ore di lavorazione del grano diminuivano drasticamente e la materia prima scarseggiava decisero di rivolgersi ad un sindacato, nello specifico la Flai CGIL.
Venuto a conoscenza della situazione hanno tentato invano un dialogo con la proprietà che si è sempre sottratta dal confronto snobbano tutti supponendo con una certa arroganza la propria autosufficienza nel trovare una via di uscita.
Vista la situazione e la mancata disponibilità del personale a manifestare in "piazza" la situazione dell'azienda e della loro condizione di rischio di perdita di lavoro i sindacati hanno gestito la cosa informando puntualmente i dipendenti della loro situazione e dei passi futuri da fare che oggi sono realtà in quanto l'epilogo ormai prossimo del fallimento era ben chiaro da mesi.
Purtroppo il personale si è fidato delle promesse e delle rassicurazioni avanzate dai proprietari che da un lato hanno affievolito la voglia di manifestare E dall'altro alimentato false speranze.
Lo ribadisco, il molino Rossi fallirà entro il 2 dicembre per la totale incapacità degli amministratori che hanno un nome ed un cognome i quali non hanno capito in quale situazione si andavano a ficcare nonostante gli impiegati amministrativi e non avessero ben chiaro quello che sarebbe capitato e che oggi è una triste realtà.

23/11/2018 - 11:19

AUTORE:
Ultimo

.......... conosco un po' i fatti ...... ma solo quelli riferiti dai dipendenti e per avere una visione completa sarebbe utile conoscere le ragioni della proprietà. Detto questo ... non voglio alimentare sterili polemiche con persone indottrinate che esprimono concetti sempre usati e ripetuti dal sindacato. ......... Mi sembra di aver capito che gli unici ad essersi interessati del problema siano stati i dipendenti e la parlamentare leghista, peraltro interessamento inconcludente, ........ cosa abbia fatto, nel frattempo, il sindacato non è dato di sapere. ....... Il mio intervento precedente era finalizzato ad una visione generale del mondo del lavoro e delle aziende .......... tutto qui.
P.S. Stamani non ho potuto farmi un analisi medica perché i dipendenti ospedalieri sono in sciopero. E' uno sciopero che chiaramente non tiene conto delle esigenze degli utenti ....... ma chi se ne frega ....... l'importante è ottenere un aumento del salario ..... i disagi creati ai pazienti contano niente. .......... Ultimo

23/11/2018 - 9:06

AUTORE:
FIAT?

Paragonare la Fiat alla Volkswagen e i trattamenti economici che riserva Fiat ai suoi dipendenti rispetto alla ditta tedesca è molto ridicolo.
Non entro nel merito della qualità costruttiva dei veicoli prodotti dalle due case perchè a mio modesto parere non c'è scozzo.
In Italia, nonostante gli infiniti aiuti di Stato offerti a vario titolo alla famiglia Agnelli e di conseguenza a Fiat (oggi FCA) non si è mai riusciti a creare prodotti di qualità pur avendo tre marchi storici sotto lo stesso gruppo (Fiat, Lancia e Alfa Romeo) in grado di competere con le case estere.j
La colpa sarà stata del sindacato che a più riprese ha denunciato questo aspetto e per sindacato intendo la FIOM, tant'è che gli altri piu servili verso Fiat, come dice lei hanno sempre avuto un atteggiamento più collaborativo.
E' vero negli anni 80 si è rischiato il fallimento di Fiat e la disponibilità degli operai è stata determinante alla sua sopravvivenza.
Cosa hanno offerto i dirigenti di Fiat in cambio di questa disponibilità?
Per quanto ne so io nulla.
La sopracitata casa tedesca in accordo coi sindacati, quando anche per loro si prospettò un periodo di crisi dovuto più che altro alle ripercussioni economiche derivate dalla riunificazione della Germania, propose una diminuzione salariale legata alla diminuzione delle ore lavorate per permettere a chi avrebbe altrimenti perso il posto di lavoro di continuare a lavorare e a portare a casa uno stipendio.
Negli anni il gruppo tedesco ha rilanciato il marchio Seat, il Marchio Skoda, acquisito la Lamborghini, la Ducati, la Bugatti, la Bentley i veicoli commerciali Man e Scania, lasciando molta della produzione europea in Germania.
Nello stesso periodo cosa ha fatto Fiat?
Oltre ad essere stata inglobata nella Chrysler divenendo appunto FCA dove F sta prima di C per esigenze lessicali,
ha ridotto ai minimi termini il marchio Lancia, portato in Olanda la sede legale con tutte le tasse relative, prodotto le auto più remunerative in Paesi a basso costo di manodopera togliendo lavoro agli italiani (500 Polonia, 500 L Serbia, Tipo Turchia insieme ad alcuni veicoli commerciali e al Doblo') lasciando in Italia la produzione di alcuni modelli in comunione con Jeep per rispettare gli accordi presi col governo americano quando furono erogati i fondi statali USA per il salvataggio dei marchi americani.
Di fatto le fabbriche Fiat in Italia lavorano con cassa integrazione a ruotare.
E' di questi giorni la vendita di un asset strategico come Magneti Marelli che nell'era dell'ibridazione e dei veicoli a propulsione elettrica è un'operazione da capire e l'arrivo dal Brasile di nuovi veicoli.
Unica nota positiva il parziale rilancio di Alfa Romeo che dopo una lunghissima gestazione ha partorito due ottime auto (Giulietta e Stelvio) che però proprio a causa del lungo percorso di sviluppo sono giunte sul mercato con qualche ruga in termini di tecnologia a cui tentano di rimediare.
Tutto questo sarà colpa dell'unico sindacato che chiedeva quello che è stato per la Germania.
P.S. gli stipendi e i premi delle fabbriche tedesche nonostante abbiamo la stessa moneta gli italiani se li sognano, a chi la diamo la colpa?

22/11/2018 - 21:04

AUTORE:
Sandokan

Carissimi Ultimo, Simone...etc.
La.crisi del molino Rossi non è una crisi come tutte le altre, citando i vari esponenti sindacali, comunali (S.Giuliano T.), Regionali e pure un'esponente della Lega oggi deputato nazionale, la crisi del molino è di maturazione finanziaria maturata dalla totale incapacità degli amministratori (la famiglia Rossi) che ha insistito nel finanziare un bisness non più remunerativo (forno industriale) prendendo soldi mettendo a garanzia il molino.
Le istituzioni sono state mobilitate su iniziativa dei dipendenti, fatto assai inusueto, con l'accensione dell'iter procedurale previsto per le crisi aziendali che avevano portato l'azienda in comunicazione con gli uffici regionali preposti.
Da quei contatti sono emerse le.prime possibilità di superare la crisi a patto che la proprietà collaborasse con i soggetti in gioco e che comportavano un passo indietro dell'amministrazione che aveva condotto l'azienda alla crisi.
Questa disponibilità è mancata e di fatto l'eventuale possibilità di un salvataggio è naufragata con il ritiro dal tavolo degli investitori fin lì trovati dalla Regione.
Infatti questa possibilità di aiuto è stata subita, non cercata, dalla proprietà che ha sempre dichiarato di voler trovare in proprio gli investitori disponibili a mantenere loro stessi in sella all'azienda.
Nel frattempo, sempre su iniziativa di alcuni dipendenti che per rapporti di amicizia erano in contatto con una parlamentare della lega, si sono attivati per mettere in contatto la proprietà con detta parlamentare la quale si è recata in azienda e si è proposta nel cercare vie alternative rispetto a quelle trovate dalla regione.
Questo ha precluso un nuovo tentativo da parte della regione che forse avvicinandosi la scadenza dei termini concordatari avrebbero potuto rilanciare l'offeta ma così non è stato.
Da Roma era anche arrivata la possibilità di accedere alla cassa integrazione straordinaria approfittando del decreto Genova, ma la in realtà non vi erano i presupposti previsti dal decreto stesso anche perché l'iter di licenziamento collettivo era ormai arrivato alla sua naturale conclusione.
Questi sono i fatti a grandi linee dedotti dagli articoli dei giornali e da quanto appreso dai diretti interessati (dipendenti).

22/11/2018 - 17:12

AUTORE:
Cittadino

..non si va' da nessuna parte.
Non conoscendo bene I fatti, meglio (Caro Ultimo) sarebbe che tu ti informassi bene altrimenti forse meglio riflettere o tacere.
Oppure visto che hai ricoperto per anni il ruolo di segretario provinciale di una categoria sindacale perche' non provi a risolvere te la questione senza stare sempre e solo a criticare l'operato degli altri?
Anche se oggi probabilmente sei in pensione, un Segretario rimane sempre con un bagaglio di esperienza...
O va' in pensione anche la professionalita'?
A te mi sempra che ti piaccia piu' urlare dalla finestra...allupo allupo..mandando gli altri...e invece perche' non ti metti in gioco?

22/11/2018 - 10:14

AUTORE:
Ultimo

.......... un occasione persa quando si esprimono delle convinzioni dettate dall'esperienza per aver vissuto anni all'interno del sindacato con la carica di segretario provinciale. E' vero che non conosco nello specifico la situazione dell'azienda " Molino Rossi " ma è anche vero che se i problemi non si risolvono alle radici questi restano. ........ Non è con gli scioperi a casaccio, tanto per dimostrare di fare qualcosa, che la situazione può migliorare ... è anzi vero il contrario ....... e l'esperienza me l'ha insegnato. ......... Ultimo
P.S. Non sarebbe male se prima di scrivere ci si soffermasse un po' a riflettere. Vi assicuro che non è difficile.

21/11/2018 - 23:16

AUTORE:
Simone7002

Carissimo, quale occasione persa per tacere.
Lei non conosce la storia di quell'azienda né le cause che hanno determinato la chiusura ed il conseguente licenziamento di tutto il personale.
Attribuire al sindacato anche la minima parte di responsabilità non solo è stato sbagliato ma addirittura falso.
Si vada a leggere gli articoli dei giornali li troverà le dovute risposte.

21/11/2018 - 21:57

AUTORE:
Andrea

Se l'Italia va' male e' colpa del SINDACATO.
Se le aziende chiudono e' colpa del SINDACATO.
Se la disoccupazione giovanile e'ai massimi storici e'colpa del SINDACATO.
Se la gente e' senza un euro in tasca e' colpa del SINDACATO.
Ma te non hai mai nessuna colpa?
Forse siamo davanti ad un genio incompreso..
Ma mi faccia il piacere!!!

21/11/2018 - 19:50

AUTORE:
Ultimo

............. i posti di lavoro bisogna tutelare la salute dell'azienda. ....... Se i sindacati si schierano a favore dei lavoratori senza preoccuparsi dei problemi aziendali è darsi la zappa sui piedi. ......Quindi i sindacati, che tanti problemi hanno creato alle aziende provocandone spesso la chiusura e l'inevitabile licenziamento dei dipendenti, dovrebbero affiancare l'azienda stessa e aiutarla a rimuovere gli ostacoli che sta affrontando ...... ed una volta superati è automaticamente risolto il problema dei posti di lavoro. Se i sindacati, di memoria corta, facessero tesoro di quello che successe a Torino parecchi anni fa quando i lavoratori, manifestando contro i sindacati stessi, tornarono a lavorare salvando la FIAT dal fallimento. ....... Oppure in Germania quando i lavoratori si autoridussero il salario per evitare il licenziamento di molti colleghi. In conclusione ...... se i sindacati sapessero fare il loro mestiere tante situazioni critiche sarebbero state più facilmente risolte. ......... Purtroppo molti sindacalisti si preoccupano di salvare la loro posizione anche a scapito dei lavoratori che, invece, dovrebbero tutelare. ......... Ultimo

21/11/2018 - 9:54

AUTORE:
Palmira

Solidarietà e appoggio ai lavoratori del mitico Mulino Rossi sicuramente, ma è doveroso salvaguardare la qualità della farina di grano che permetteva a pizzerie panifici pasticcerie ecc di sfornare salutari e gustosi prodotti caldi e freddi ottimi in qualsiasi stagione!
Ma come è possibile essere arrivati a questo punto se la qualità della merce è indiscutibile e gli operatori della panificazione rimpiangono e nello stesso tempo richiedono questo tipo di farina?! Cominciate a fare delle vendite promozionali a favore dell'azienda per divulgare ancora di più questo marchio, orgoglio del comune di San Giuliano e noi cittadini dei territori limitrofi ci dobbiamo impegnare nell'acquisto delle farine perché è un delitto lasciare che vada in malora un'importante realtà come questa!