Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava.
L'esasperazione del concetto sovranista: america first, prima gli italiani, i polacchi, gli ungheresi etc...porta la morte.
La morte nel Mediterraneo, per migliaia di poveri cristi abbandonati su barconi rappezzati che affondano.
La morte alla frontiera americana di questa bimba, Jakelin.
Morire a sette anni, di febbre e di sete, per la pratica disumana della separazione dei bambini dalle famiglie. "presa in custodia" dalle guardie di frontiera, che non si degnano di chiamare un medico, di curare la febbre, di dare da bere.
Quale pericolo rappresentava una bambina di 7 anni?
Quale pericolo rappresentano le famiglie che cercano un futuro migliore?
L'egoismo governa il mondo. Da atea mi tocca ricorrere a precetti religiosi, quella religione introiettata da piccola, quando le parole del vangelo le ho fatte mie e mi hanno cresciuta con il senso del rispetto verso il prossimo.
Mi hanno cresciuta nella consapevolezza che le persone vengono prima e che nessuno deve restare indietro.
Che chiunque bussi alla porta di casa ha un posto a tavola se ha fame, perchè se c'è da mangiare per cinque c'è anche per sei.
Mi hanno cresciuta maestre che insegnavano i verbi ausiliari mettendo il verbo essere prima che avere.
Essere giusti, prima che avere cose.
Le cose non servono se non sei.
E se non sai essere caritatevole, se non offri un pezzo di quel che hai, sei niente.
Un buco nero nell'universo.
Povera creatura innocente
Maledette coscienze sporche di sangue.