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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
Da due anni a questa parte si legge che Putin, ovvio, .....
È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
di presenze
Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Umberto Minopoli
Buon 2019, un Dio ci salvera'

30/12/2018 - 9:49

Sta per chiudersi l'anno piu' critico del dopoguerra italiano.

L'Italia rientra nella recessione. E torna alla mediocrita' della decrescita. Nel paese e' stato accantonato, con il referendum del 2016, qualunque disegno di riforma delle istituzioni.

Su tante cose il biennio alle spalle ha avviato, anzi, controriforme ( scuola, mercato del lavoro, giustizia). Tutte col segno della mediocrita', del corporativismo, del ritorno alle tare storiche e meschine dei difetti italiani.

Ora il gambero, l'Italia che da 2 anni marcia all'indietro nella miopia generale, sta per compiere un altro balzo: concedere l'autonomia, egoistica e solo monetaria, alle tre regioni piu' ricche. Senza un disegno complessivo, senza una Camera delle Regioni e senza un quadro di sviluppo unitario del paese. Il paese e' finito nella mani di una maggioranza impresentabile: per profilo, standing, autorevolezza internazionale, competenza.

Abbiamo il peggior governo della storia italiana. Ma anche quello che non lascia intravedere una alternativa. Abbiamo infatti anche l'opposizione piu' inconsistente della storia italiana.

E ci siamo dati una legge elettorale che impedisce ogni possibilita' di alternativa. E' un quadro cupo e impotente. Di cui, un giorno, la storia chiedera' conto a quei politici mediocri, vecchi, usurati che per vanita', odio personale e presunzione hanno avallato il rovesciamento di un tentativo: quello del 2013/2016 di tentare delle riforme e di rimettere l'Italia sul terreno della crescita economica ( che non conosciamo piu' da oltre 20 anni).

 

I vecchi fossili politici italiani hanno bloccato questo tentativo con la complicita', l'aiuto consapevole di una fetta consistente di classe dirigente (imprenditori, giornalisti, burocrati pubblici, intellettuali ecc) che hanno braccato un governo e un quadro politico che stavano riuscendo a normalizzare l'Italia: l'economia riprendeva, i conti pubblici erano sotto controllo, con l'Europa ci si confrontava senza umiliazioni e cappelli in mano, si tentavano riforme. La classe dirigente italiana, insieme ai vecchi signori del declino italiano ( terrorizzati dalla rottamazione) hanno coltivato, titillato e foraggiato l'avvento del "governo del cambiamento". Con l'operazione politica piu' gattopardesca della storia italiana: tutto cambia perche' nulla deve cambiare. Il potere e' stato consegnato nelle mani di giovani pagliacci, partiti senza vere strategie, incompetenti col miraggio di farsi statisti. In soli 6 mesi la classe dirigente e gli elettori illusi di quei partiti hanno potuto misurare la frittata fatta. E, lo sappiamo e' gia' scritto che il 2019 si abbattera' il conto della dissennata politica economica di questo governo.

Molti si sono pentiti.

E' oggettiva la fregatura che ci siamo dati il 4 marzo, latto di harahiri che abbiano compiuto. Come negli incubi di tutte le vecchie democrazie, il paese si fa male da solo, entra nel declino con un auto-da-fe': abbiamo dato noi, col nostro voto, l'occasione a un gruppo di giovani cialtroni di ucciderci.

Non l'ammettera' mai la classe dirigente piu' idiota e mediocre dell'Italia del 2018. Lo dira' la storia, forse, ai nostri figli. E dira' pure che un gruppo di piccoli uomini, i dirigenti del Pd, nel momento in cui si trattava di rialzare la testa e gridare :" avete visto? vi accorgete della differenza tra noi e questi" ha invece pugnalato i suoi simboli e ha chiesto scusa per quello che avevano tentato tra il 2013 e il 2016. Zombies, suicidi, mediocri con l'ascisse. Da sperare solo che Dio li fulmini. Sono troppo vecchio per credere alle fate: il 2013/2016 ( la parentesi delle illusioni per me vecchio riformista) non tornera'. Il mio paese si e' avviato sul cammino del declino. E' quando avverti che, per il resto del mondo, sei non piu' una soluzione ma sei ridiventato un problema.

 

Con la nostalgia non si va, purtroppo, da nessuna parte. Io ne ho del triennio di Matteo Renzi. Ma so che non serve. E, anche questa e' una lezione per i nuovi politici italiani, lo sa lui e l'ha detto.

Tirandosi fuori. Ora che, forse, la prova dei fatti del governo fellone, gli avrebbe potuto restituire un po' di verita', di riconoscimento, di gratitudine, di giustizia e di onore.

Ma Renzi e' giovane preparato e brillante. E, motivatamente ambizioso. Ha stoffa. Sa di avere il tempo. Tornera'. Quando, per Travaglio e i suoi odiatori di ogni colore, suonera', finalmente, la campana.

Gli faccio i miei auguri. Come spero tornino altri bravi, giovani e meno giovani, politici del triennio. In primis lo auguro al ministro Calenda, al ministro Padoan, al mio amico Minniti (non si faccia travolgere dal nostro lontano passato). E auguro il ritorno ad altri protagonisti del triennio. Compresi alcuni, meschini e un po' vili, che oggi deludono. Ma potranno riscattarsi, spero. Sono competenti e onesti.

 

Molti di noi, pero', hanno la fretta dei vecchi e di chi deve lasciare il meglio ai propri figli. Percio', nonostante tutto, buttiamoci nel 2019 per interrompere questo buio.

Auguri ai miei amici. E, forse, col nostro impegno, "un Dio ci salvera' ". E' l'augurio piu' bello: quello con cui i nostri padri riuscirono a ribaltare le notte europea nel 1945.

Buon 2019

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