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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Lei non è "abbastanzina informato" si informi chi .....
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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
di Fulvia Ferrero
"il confronto Primarie del centrosinistra a SkyTg24"#voglioilconfronto

15/2/2019 - 12:56

#voglioilconfronto AMICI, è ORA DI MOBILITARSI PER LE PRIMARIE, diamo una mano a Giachetti/Ascani che stanno chiedendo a gran voce IL CONFRONTO TV, ma zingaretti fa lo gnorri, perchè, cosa teme? e dunque chiediamo anche noi, i militanti tutti, COME è STATO FATTO IN PASSATO "il confronto Primarie del centrosinistra a SkyTg24"#voglioilconfronto

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18/2/2019 - 10:54

AUTORE:
Martino

...ieri da Martina dalla Annunziata.
“Un partito si guida e non si comanda”.
Una evidente critica alla conduzione di Renzi.
Se non ricordo male non si sono mai fatte tante direzioni per discutere come durante la segreteria Renzi.
È del tutto evidente, almeno per me, che al termine della discussione chi ha vinto il congresso - con il 70% dei voti - aveva tutto il diritto, con la sua maggioranza di cui Martina faceva parte, di realizzare il proprio programma.
Se guidare il partito significa fare ogni giorno caminetti per mettere d’accordo tutti anche su cosa mangiare a colazione, preferisco chi porta avanti le proprie idee con determinazione. Che per Martina significa “comandare”, per me avere una chiara linea politica.
Molto più grave e indice di protervia, secondo me, sottrarsi al confronto congressuale come sta facendo Zingaretti.
Mi chiedo se coloro che sostengono Martina, identificando la sua candidatura come la naturale prosecuzione della segreteria Renzi, non avvertano un minimo di imbarazzo.
Non ho il problema perché il mio voto andrà a Roberto Giachetti.

18/2/2019 - 7:16

AUTORE:
Amico di BoboGiak

IL CORAGGIO DEL CONFRONTO NON PUO’ DARSELO CHI NON CE L’HA
Quando fondammo il PD non volevamo fare un nuovo partito, ma un partito nuovo e tra i principi ai quali ci ispirammo c’era quello del “limite della politica”, secondo il quale non ci sono nemici da annientare, ma solo avversari da battere con le regole della democrazia. Significava bandire il cinismo, la furbizia, la malafede e l’opportunismo, perché nessun fine è positivo se raggiunto con questi mezzi. Non si trattava di “buonismo”, ma di voler restare umani per far si che la società lo fosse. Significava avere fiducia in se stessi e dare coraggio per meritare la fiducia degli altri.
Rifiutare il confronto pubblico, come fa Zingaretti, è un atto di disprezzo nei confronti degli avversari che tratti come nemici, motivare il rifiuto con la mancanza di tempo è da cinici, evitare il confronto perché potrebbe dare un vantaggio all’avversario è una furbizia che copre insicurezza e debolezza politica, non volersi misurare in un contraddittorio pubblico tradisce malafede, scambiare l’opportuno con l’opportunismo dimostra inaffidabilità. In definitiva significa non avere coraggio né fiducia in se stessi e negli altri.
Che garanzie di unità, democrazia e trasparenza darebbe Zingaretti se fosse eletto dopo aver rifiutato di misurarsi con gli altri a viso aperto? Darebbe solo la certezza di aver abbandonato i caratteri distintivi del PD, per omologarlo alla corrente di un cattivo metodo politico ormai diffuso fuori dal PD favorendone il definitivo sopravvento non solo nel partito, ma nel Paese.