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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani le vicende storiche, incentrate tra la fine del '700 e l'inizio dell'800, travalicano i confini della Valdiserchio, come già accaduto in diverse occasioni, e d'Italia, espandendosi in Europa.E' la storia di un giovane costretto a seguire la carriera militare per problemi e ripicche amorose, con l'inevitabile nefasta conclusione, raccontata utilizzando le stesse parole dell'ussero, che ci danno uno spaccato di un'esistenza iniziata negli agi della famiglia gentilizia e terminata sui campi di battaglia 

Comune di Vecchiano
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Massimiliano Angori sindaco
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La ricerca è attiva in tutta Italia
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Migliarino Nodica Pisa e Vecchiano.
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. . . dalla parte della Palestina ? Perché il governo .....
Com’è noto il generoso 110% e i suoi fratelli, .....
Bravo Bruno da o di ovunque tu sia, sono con te. .....
. . . prima che siano passati almeno 30/ 40 anni chiederà .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Vivrò con la faccia che tu amavi
Coi miei giochi sempre nuovi
Col difetto di sognare
Lo so che ho imparato a dirti amore
Quando ormai ci era di andare
Dove .....
Se i limiti di velocità servono a tutelare la sicurezza, non capisco perchè le auto della Polizia Municipale si debbano nascondere per poi rilevare .....
di Umberto Minopoli
Se ritorna la sinistra minoritaria

21/4/2019 - 9:02

Se ritorna la sinistra minoritaria

Lì siamo rimasti.

Il 18 aprile di 71 anni fa le prime elezioni libere della storia italiana. Nel mondo diviso in due, tra comunismo e libertà, l’Italia scelse la seconda.
La sinistra, tutta unita e dipendente, raccolse il 30,1% dei voti.

Per 40 anni evitò di cambiare, rimase fedele allo schema della guerra fredda, fu sempre minoritaria e all’opposizione e venne travolta dalla fine del mondo bipolare e dal crollo del comunismo.
Dopo il 1990 poteva cambiare. il maggior partito della sinistra cambiò nome. Ma non pelle e anima. Poteva dirsi socialdemocratico, entrando finalmente nella modernità. Volle invece dirsi democratico e di sinistra. Non per essere più moderno del socialismo liberale. Ma, al contrario, per distinguersi ancora da esso e mantenere così un rapporto col passato comunista.
Il trasformismo del nome non cambiò la sostanza: la sinistra rimase inchiodata sotto il 30% del 1948, mai vicina ad essere un’alternativa praticabile. La svolta del nome era fallita.
Poi verrà, ottobre 2007, il Pd. Altra svolta solo nominalistica: scompare il nome “sinistra”. Ma, anche qui, la sostanza finirà per non cambiare molto: il nome “sinistra” tolto dai simboli resta nell’anima. A significare un partito ancorato alla storia bipolare del dopoguerra. E non alla realtà nuova del postcomunismo. E il partito di “sinistra” resta, perciò, minoritario. Incapace di rappresentare un’alternativa.
La svolta vera avviene nel 2014, 66 anni dopo le elezioni del 1948. Il Pd diventa, finalmente, coerente al nome che si è dato: un partito democratico, riformista, di governo, che parla al centro e ai moderati. Con Renzi alla guida il Pd, per la prima volta sfonda il muro del 40% e, all’Italia instabile e precaria di quegli anni, offre un progetto di buongoverno, di riforme politiche e sociali, di risanamento. Insomma, finalmente, un Partito maggioritario. Della Nazione. Non più e solo della sinistra minoritaria. Quel Pd viene sconfitto da un blocco restauratore da destra a sinistra.
E siamo all’oggi.
Il populismo ha raccolto i frutti della sconfitta dei riformisti. Il Pd, impaurito e terrorizzato dalla svolta riformista del 2014, è tornato al passato: un partito che rinuncia ad un ruolo e funzione “centrale”. E si rifugia nel poco confortante (e sempre minoritario) “campo” della sola sinistra (che oggi, per pudore, chiamano, chissà perché, centrosinistra). E l’Italia resta instabile.
Tra i populisti al 60% e il Pd di “sinistra” al 20 % (se va bene) l’Italia è bloccata. Il bipolarismo populisti/Pd attuale significa malgoverno, declino e ingovernabilità dell’Italia. C’è un 20-30% di elettori disperso, marginalizzato, prigioniero di partiti estremisti che, invece, potrebbe fare la svolta. E introdurre il fatto nuovo che rompe la gabbia del “bipolarismo blasfemo” e salvare l’Italia dall’instabilità. Il Pd di Zingaretti, ispirato al mediocre “primum vivere” non parla a questi elettori, che sono classi medie di elettori moderati e di centro. Il Pd è strabico: guarda solo a sinistra. Dove c’è vuoto e nulla.



Fonte: Umberto Minopoli domenica 21 aprile 2019
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