Con questo articolo termina la seconda serie di interventi di Franco Gabbani, attraverso i quali sono state esaminate e rivitalizzate storie e vicende del nostro territorio lungo tutto il secolo del 1800, spaziando tra fine '700 e inizi del '900 su accadimenti storici e vite di personaggi, che hanno inciso fortemente oppure sono state semplici testimonianze del vivere civile di quei tempi.
Pd, l'appello di Zingaretti: "Uniti contro le destre". La minoranza: "Ma mai con il M5S"
Roberto Giachetti, leader dei parlamentari della 'corrente' di minoranza, nega la scissione. E conferma, pur mantenendo posizioni diverse su alcuni temi, la fedeltà al partito
All'appello di Nicola Zingaretti rivolto a Renzi ("Dico a Matteo, dacci una mano a vincere"), risponde Roberto Giachetti, leader della minoranza del partito. "Noi ci siamo. Come c'eravamo 24 ore fa".
"Certo - dice Giachetti non senza polemica - se la richiesta l'avesse fatta a D'Alema, Bersani e Speranza, sarebbe stato più difficile. Ma noi una mano gliela diamo".
Giachetti, allora Renzi non fonda un nuovo partito?
"Il giochetto stucchevole di chi dice che Renzi vuole uscire va avanti da mesi. Se avesse voluto andarsene, avrebbe avuto più di una occasione. E invece è ancora lì. Ribadiamo la contrarietà su alcuni temi, ma lavoriamo per il partito".
Governo, Zingaretti a Salvini: "Siamo pronti alla sfida". E chiede a Renzi: "Dacci una mano a vincere"
Forse Renzi aveva previsto il voto in primavera, e per questo magari aspettava la Leopolda, alla fine di ottobre, per decidere se uscire o se restare.
"Matteo la Leopolda l'ha sempre fatta alla fine di ottobre e la data della prossima l'aveva fissata da mesi. Ho la sensazione che tutti quelli che dicono che Renzi se ne vuole andare agiscono per creare le condizioni affinché questo accada non assumendosene, però, la responsabilita".
"Agiscono per creare le condizioni", a che cosa allude?
"Sgarbi a Renzi ne sono stati fatti tanti, non ultimo quello di inserire nelle liste delle Europee esponenti di Leu che avevano fatto la guerra a Renzi. Eppure noi siamo sempre stati leali, io ho fatto la campagna elettorale per liste che all'interno contenevano anche scelte che a me facevano schifo, appunto la candidatura di 'scissionisti'. Evidentemente pensavano che ci saremmo comportati come si sono comportate altre minoranze in passato che poi hanno dato il via alla scissione. Noi invece siamo una minoranza leale: abbiamo le nostre idee, pur restando leali al partito. E siamo rimasti dentro".
Il tema che più vi divide è il rapporto con il M5S: alcuni, come Dario Franceschini e Giuseppe Sala, evocano una possibile alleanza con il movimento.
"In caso di un eventuale accordo strutturale con i 5S, prima ancora che si parli di una fuoriuscita di renziani, il problema è la fine del Pd. Il M5S rimane l'altra faccia della stessa medaglia della Lega".
Secondo i sondaggi, Salvini potrebbe ottenere la maggioranza assoluta dei parlamentari. Non sarebbe conveniente, per il Pd, un governo con i 5S?
"Premesso che la decisione spetta a Mattarella, secondo me nella condizione attuale lo svolgimento naturale dell'attuale soluzione politica è andare a votare. Non possiamo prendere altre strade pensando che sennò vince o stravince Salvini perché così facendo mortificheremo il processo democratico. Dopodiché faremo la campagna elettorale. Ragionare con i 'se' è complicato, in politica".
Restare nel Pd, per voi, dipende però anche dalla disponibilità di Zingaretti a 'far posto' ai renziani nelle liste"
Noi alle primarie abbiamo ottenuto il 12 per cento, abbiamo dato il nostro contributo portando 200 mila voti. Mi parrebbe singolare che alla richiesta di aiuto a Renzi da parte di Zingaretti corrispondesse l'eliminazione della minoranza. Comunque con Anna Ascani ne parleremo con il segretario al netto ovviamente del rapporto che Zingaretti intenderà stabilire con Renzi".