Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
La polemica di questi giorni su Teresa Bellanova, aperta da imbecillì come Capezzone e troll di ogni genere, ci ha fatto perdere di vista il problema nella sua essenza.
Ad un Ministro è richiesta competenza e cultura sempre. Il curriculum vitae come quello culturale sono entrambi importanti. Questi fattori non si misurano, però, solo con attestati, lauree, stage, corsi di lingua.
Certo nel mondo del lavoro sono fattori importanti, nel mondo della Politica è assai diverso.
Dalle fila del PCI, come dal mondo sindacale e da quello del Partito Popolare di Don Sturzo, sono nati politici di spessore pur senza vantare titoli di studio, perché il merito in politica te lo riconosce la gente che ti vota, che ti apprezza per ciò che fai e non se sai parlare correttamente.
In questi ultimi anni il grillismo, come il leghismo , ha portato in Parlamento tanti personaggi senza grandi strumenti culturali. Questo ci ha fatto indignare, non facciamo finta di dimenticarlo, altrimenti cadiamo nella partigianeria senza costrutto.
Il Parlamento è il luogo della Rappresentanza non lo sfoggio di lauree e CV. Detto questo, se vogliamo essere capiti dobbiamo saper distinguere l’abisso che c’è tra la Bellanova e la Taverna, ad esempio, proprio sul terreno della rappresentanza.
In questi anni siamo diventati tutti esperti di congiuntivi -tranne io che li sbaglio spesso e spesso faccio errori di scrittura- come se fosse questo il parametro di valutazione dei nostri politici.
Impariamo a leggere ciò che uno dice a prescindere da come lo dice. Solo in questo modo ritorneremo a parlare e farci capire in questo mondo che - grazie alla televisione, ora anche i social, è forse l’unico vero strumento, ahimè, di formazione culturale- si è impoverito nel linguaggio e nel pensiero.