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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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Che tempo che fa - di Michele Serra
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di Fernando Bezi
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Mazzarri e Boggi (Lista Boggi Sindaco)
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
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Muro di Berlino, la notte in cui crollò e finì un mondo
Il 9 novembre di 30 anni fa

9/11/2019 - 11:02

Cittadini di Berlino est e Berlino ovest iniziano a circolare liberamente da una parte all'altra del 'Muro'

 

 Gioia e picconate, abbracci e idranti, sbarre che si alzano e fiumane di vessati che sfociano nella libertà, l'euforico stordimento prodotto dall'onda d'urto del treno della Storia quando passa sferragliando e fischiando così sonoramente da rendere impossibile non accorgersene: la notte della caduta del Muro di Berlino, 30 anni fa, fu tutto questo e definirla 'storica' è quasi riduttivo. Era il 9 novembre del 1989. 
Il simbolo della fine della cortina di ferro, del mondo diviso in due blocchi atomici, della riunificazione della Germania era stato preparato e preannunciato dalle fughe estive di tedeschi orientali attraverso Ungheria e Cecoslovacchia. Ma anche, il 18 ottobre, dalle dimissioni del leader della Ddr, Erich Honecker, che ancora a gennaio aveva preconizzato vanamente altri 'cento anni di Muro'. 


Quella notte cominciò poco prima delle 19 con la conferenza stampa del portavoce del governo della Ddr, Guenter Schabowski, in cui l'allora corrispondente dell'ANSA a Berlino est, Riccardo Ehrman, con una sua domanda ne innescò altre che poi portarono all'annuncio: in pratica, si poteva oltrepassare il Muro. La diretta tv che inquadrava Ehrman seduto ai piedi del tavolone da cui parlava Schabowski spinse decine di migliaia di berlinesi dell'est verso i posti di frontiera fra le due parti della città.

Le guardie, colte di sorpresa da un afflusso così massiccio, chiesero ordini su come comportarsi ma comunque alzarono le sbarre bianche e rosse permettendo a tutti di passare senza controlli: una resistenza senza equipaggiamenti anti-sommossa, del resto, era tecnicamente impossibile o sanguinosamente inutile.

All'inizio ci fu stupore e incredulità per la beffa ai Vopos, gli agenti della Polizia del popolo che per quasi 30 anni avevano sparato contro chiunque tentasse di scavalcare il Muro e che si erano resi responsabili più o meno direttamente della morte di almeno 140 fuggiaschi solo a Berlino.
Poi, per tutta la notte, solo festa per il flusso di tedeschi dell'est accolto dagli applausi di tanti concittadini dell'ovest: si urla "libertà" e ci si abbraccia, anche fra parenti costretti a vivere divisi per decenni. Giovani - giovane era gran parte di chi si mosse quella notte - che vedono luoghi di cui avevano solo sentito parlare dai più anziani, come l'elegante viale Ku'damm. Si stappano bottiglie, si accendono fiaccole, si sventolano bandiere della Germania e prime copie di un tabloid che già annunciava 'Berlino è di nuovo Berlino'.
Ma l'iconografia scolpita nelle menti è fatta anche e, forse soprattutto, dai ragazzi che si arrampicano sul Muro tirandosi su a vicenda; dal piccone che solleva solo polvere dalla granitica e ormai affollata sommità della barriera; dal lavorio di martelli grandi e piccoli, dei primissimi 'Mauerspechte', i 'picchi del Muro'. E poi i potenti idranti cui si resiste in piedi o, in maniera irridente, accovacciati dietro un ombrello con una confusa consapevolezza che sono solo schizzi alzati dal debole colpo di coda di un regime ormai agonizzante: in tre giorni, due milioni di persone passarono il confine sancendo la fine di un mondo. "Il muro era come una macchina del tempo.

Si passava Checkpoint Charlie e si piombava nel passato, negli anni Cinquanta. Meno luci, niente insegne, anche l'aria aveva un altro odore, impestata dalle Trabant, le vetturette in plastica simbolo dell'industria nella Ddr", ha scritto Roberto Giardina, giornalista e scrittore, testimone di quegli anni.

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12/11/2019 - 13:13

AUTORE:
fred

il muro è crollato nell'89... ma io ricordo bene che già nel 65 gli scrittori dissidenti sovietici venivano processati e finivano nei gulag...in particolare i vari Sinjavskij e Daniel tennero banco per qualche tempo sui giornali...peccato che al Teatro del Popolo di Migliarino venivano definiti "mezze penne".
Oggi i medesimi vorrebbero dare lezioni di democrazia...ohiohi in che mani siamo

11/11/2019 - 11:08

AUTORE:
Demetrio

Muri arroganza potere politica becera...l'ostentazione della sicurezza basata sulla forza e sulla prepotenza spaventa!
La soluzione ai difficilissimi problemi delle comunità non è mai così scontata né rapida e forse neppure sempre giusta.
Tornare indietro pentirsi per rimediare subito dopo non è però facile come a cascarci dentro e la sciagurata realtà di alcuni Stati ce lo dimostra!
Anche la mosca va fiduciosa a impantanarsi senza via d'uscita nella colla soltanto perché viene attratta dal profumo!

10/11/2019 - 20:58

AUTORE:
Roberto

Ho avuto la fortuna di essere a Berlino quel 9 novembre e di attraversare il muro contromano, con i vopos che tenevano il mitra basso.
Una grande giornata di speranza ed illusione.
Ed oggi abbiamo i bischeri che parlano di buttare giù il secondo muro vincendo in Emilia, mentre i loro amici li stanno di nuovo costruendo ovunque.
Ci sarà un motivo per tanta idiozia

10/11/2019 - 10:33

AUTORE:
Rizieri

Erigere muri e distruggere ponti è una vecchia strategia che illudeva, chi l'aveva progettata e messa in atto, che avrebbe funzionato...ma la storia dell'umanità ce ne ha dimostrato l'esatto contrario e la sicura sconfitta, ciò nonostante oggi se ne costruiscono ancora...tempo e denaro gettati al vento!
Meravigliosa festa per questo anniversario e profondo sincero entusiasmo...la Germania, Merkel in testa, non avrebbe potuto fare di meglio!