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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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Se oltre a combattere
quotidianamente
Con mille problematiche
legate alla salute
al reddito
al lavoro
alla burocrazia
al ladrocinio
alla frode
alla .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
di Vincenzo Pino
Bonaccini ancora più avanti in Emilia-Romagna. Borgonzoni impantanata

18/11/2019 - 18:16

Bonaccini ancora più avanti in Emilia-Romagna. Borgonzoni impantanata


Dall’iniziale testa a testa tra i due candidati, con un lieve vantaggio per Bonaccini di dieci giorni fa,  gli ultimi sondaggi registrano una situazione ben diversa in Emilia-Romagna.

Sondaggio Winpoll Sole 24Ore, 17 novembre, candidati alla Presidenza dell’Emilia-Romagna

Il sondaggio Winpoll pubblicato sul Sole 24Ore assegnerebbe,  infatti, il 50% dei consensi al candidato di centrosinistra mentre la Borgonzoni sarebbe scesa al 42%. E questo senza l’apporto del Movimento Cinque Stelle per Bonaccini.
Dunque nei sondaggi c’è un balzo in avanti di cinque punti per il candidato del centrosinistra e un arretramento di due punti e mezzo per la candidata del centrodestra dall’ultima rilevazione.Eravamo stati profeti nel prevedere che la tendenza a favore di Bonaccini si sarebbe confermata negli sviluppi della campagna elettorale.
Ma non avevamo previsto un’accelerazione così rapida. In cui bisogna ammetterlo, i leghisti hanno sbagliato quasi tutte le mosse e ci hanno messo del loro.
Leghisti alla conquista dell’Emilia-Romagna?
Non parliamo soltanto dei falsi teoremi su Bibbiano di cui si è resa protagonista la Borgonzoni, né delle sue discutibili competenze geografiche a proposito dei confini della Regione che vorrebbe governare.
Intendiamo riferirci all’avvio della campagna elettorale in Emilia-Romagna in cui l’evento del PalaDozza è stato più un raduno di leghisti lombardo-veneti che un incontro con la popolazione locale. Quest’ultima ha preferito Piazza Maggiore nell’occasione.
Al PalaDozza invece hanno imperversato, non a caso, il Presidente della Regione Veneto, Zaia, e il deputato lombardo Capitanio col suo orrido riferimento a Marco Biagi.
In particolare, Zaia ha preferito presenziare a questo appuntamento elettorale anzichè stare vicino alla popolazione amministrata e duramente colpita dall’acqua alta a Venezia. Un presidente del Veneto che si chiedeva perché il Mose non fosse in funzione. Proprio lui che nell’ultimo ventennio è stato Vicepresidente e poi Presidente di quella regione.Pessima perfomance non c’è che dire: Zaia ha fatto la figura di un turista capitato per caso a Venezia Il giorno dopo, per giunta, è andato a piazza San Marco con Salvini a farsi i selfie fornito di stivaloni e fotografi.
Mentre il duo delle meraviglie Salvini-Borgonzoni, a corto d’idee e di programmi, ha preso a modello proprio il governo del Veneto al PalaDozza. Dimenticando i disastri di Venezia e “vantandone” nientemeno che  l’apertura degli ospedali nei week end e anche la notte (!). Cercando di svalorizzare l’importante sistema sanitario e socio assistenziale dell’Emilia-Romagna con ridicolaggini di questo tipo.
Salvini e la Borgonzoni  non capiscono che si stanno comportando in Emilia-Romagna come capitani di ventura alla conquista di una terra straniera. Roma e Veneto sono i loro riferimenti per questa sorta di tentativo di annessione.
Bonaccini, un voto locale in Emilia-Romagna
E l’operazione sembra essere fallita se i sondaggi hanno segnalato una reazione del genere in quest’ultima settimana.

E’ anche vero però che dal punto di vista delle liste elettorali il sindaggio di Winpoll mostra il centrodestra in vantaggio di due punti e mezzo sul centrosinistra. E questo sarebbe sicuramente un handicap per Bonaccini.
Però si sottace sul fatto che il sistema di voto elettorale in Emilia Romagna prevede il voto disgiunto.
In base al quale Bonaccini ha rivolto un appello anche agli stessi elettori leghisti auspicando quanto avvenuto pochi mesi fa. Quando alle elezioni europee la Lega conquistò il 33,7% , ma ottenne solo il 22% alle elezioni locali che si svolsero in contemporanea. Consentendo la conquista dell’80% delle amministrazioni da parte del centrosinistra.

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25/11/2019 - 0:37

AUTORE:
Ci passo tutti i giorni

Povero 3XL, sei messo maluccio. Vedi, preso dalla foga di denigrare gli altri pubblichi, non scrivi, pubblichi senza leggere. Massimo rispetto per la madre di Penati,io avevo scritto " pace all'anima sua " ricordando il figlio, ma il dolore della signora può fare dire tante cose, senza saperlo, anche errate.
Se cerchi bene, ma bene eh, trovi un intervista di Penati al Foglio in cui è lui stesso a dire di essersi dimesso per difendersi dalle accuse. E leggi bene quello che ho scritto : " gesto signorile che in altri partiti non si ha notizia", questo non è parlare a vanvera. Io non offendo le persone, come fanno altri, figurarsi i morti.
Poi, devo dirlo, mi nasce un sospetto: non è tanto quello che ho scritto di Penati, da me mai offeso o denigrato, ma l' aver , giustamente, tirato in ballo il Senatore Renzi sull'inizio della crisi del PD.

24/11/2019 - 10:59

AUTORE:
XXXL

...leggi qui!

La mamma di Penati: «Filippo, mio figlio, morto senza niente e tradito dal partito»
Intervista a Elena, 89 anni, madre dell'ex presidente della Provincia di Milano morto il 9 ottobre: «Andrò con i miei nipoti alla cerimonia dell'Ambrogino d'oro alla memoria. Per pagare gli avvocati, ho venduto la casetta comprata col Pep, mio marito»
di Candida Morvillo
La mamma di Penati: «Filippo, mio figlio, morto senza niente e tradito dal partito»

Questa è la storia di una madre che sopravvive al figlio, lei 89 anni e malata da tempo, lui 67, che se ne va il 9 ottobre scorso, portato via da un cancro che lo colpisce al culmine di anni di processi finiti in niente. Filippo Penati, già sindaco di Sesto San Giovanni, poi presidente della Provincia di Milano, braccio destro di Pier Luigi Bersani, era stato indagato per corruzione, concussione e altri reati, in parte assolti, in parte prescritti.

Questa è anche la storia di un mondo di lotte antifasciste e operaie tramandate di generazione in generazione, e di speranze che non sopravvivono né alla madre né al figlio, se non cristallizzate nell’autobiografia di una famiglia che lui si siede a scrivere negli ultimi mesi. «L’uomo che faceva le scarpe alle mosche» esce postumo per La nave di Teseo giovedì. Elena Penati ha appena letto le bozze. Sta seduta con le spalle curve e lo sguardo indomito nel salottino del suo bilocale a Sesto. Sulla parete, decine di foto dell’unico figlio, col grembiule alle elementari, con la fascia tricolore… Sapeva che il suo Filippo lavorava a un libro, non che avrebbe scritto la storia sua e di suo marito, il Pep, e insieme la storia di una cittadina e di un secolo.

S’inizia con lo sciopero generale del 1920 dove s’incontrano i suoi nonni paterni, Teresa e Pippo, che morirà in un campo di concentramento, si prosegue coi nonni materni, Turiddu e Melina, emigrati dalla Sicilia nel 1946, primi «terroni» in tutto il circondario, si atterra nel dolore degli ultimi giorni. Elena fissa il piccolo televisore spento. Dice: «Ormai non guardo più i telegiornali, non m’interesso più. Da quando hanno indagato mio figlio, ho perso la fiducia».
.................................
In cosa l’ha persa? Nella giustizia?

«Nel partito. Il partito gli ha chiesto subito indietro la tessera e si è costituito parte civile contro di lui».

(CAPITO!? IL PARTITO GLI HA RITIRATO LA TESSERA!) NON SI AUTOSOSPESE come scrivi te a vanvera!
...............................

Penati con il padre Giuseppe Penati con il padre Giuseppe
Lei aveva la tessera del Pd?
«No, ma era qualcosa in cui credevo. Mio marito ha avuto il padre ucciso a Mauthausen perché aveva scioperato alla Breda controllata dai nazisti. Vennero a prenderlo, gli dissero: Penati è venuta la tua ora. Filippo stesso ricordava sempre con orgoglio che il nonno s’era rifiutato di nascondersi e s’era fatto trovare a casa, pronto e vestito di tutto punto».

Suo figlio, nel luglio 2018, annunciando di avere un tumore, disse che era conseguenza delle vicende giudiziarie.
«Così è. Aveva fiducia nella giustizia, ma la politica l’aveva addolorato e si arrabbiava perché la verità non veniva fuori. Cercava di resistere. Diceva “sono forte”. Anch’io lo dico, ma ora che lui non c’è più, la mia testa funziona e il corpo sento che mi abbandona di momento in momento».

Il libro si apre con suo figlio che l’accompagna dal medico.
«Sono stata ricoverata due volte, ma finché lui c’era, tenevo duro. Sono stata io a capire che stava male: l’ho visto a Telenova e gli ho sentito un fischio nella voce. Gli ho prenotato una visita. Dopo la diagnosi, passava a trovarmi e faceva la battuta: mamma, facciamo come quelli della Lega… Teniamo duro».

Che pensò quando lo seppe indagato?
«Fu uno shock, ma ero sicura al cento per cento della sua innocenza. È stato un bravo bimbo, un bravo giovanotto, un bravo sindaco… È morto senza niente. Stava in affitto in 50 metri qui a Sesto. Per pagare gli avvocati, ho venduto la casetta comprata col Pep a Rapallo e i soldi non sono bastati».

Il 7 dicembre avrà l’Ambrogino d’oro alla memoria.
«Caspita se ci andrò. E coi miei due nipoti, che sono i suoi figli, due gioielli».

Com’è stato leggere il libro?
«Ho pianto. Di più quando lui racconta che mi vede nella sala d’aspetto del dottore, minuta, curva, ma in ordine e coi capelli fatti. Ho pianto quando mi chiama “la terrona del ‘30”».

La prima «terrona» di Sesto.
«Al Pep, per sicurezza, dissi che ero toscana. Poi, lo portai a casa e mi fece: però tuo papà l’è terùn. E io: lui sì, io no. Mio padre, prima di conoscerlo, invece, aveva preso informazioni. Gli dissero: è comunista. E lui: allora, è un bravo ragazzo».

Quanto era comunista il Pep?
«Quando la Garelli andò in crisi, lo chiamarono alla Ercole Marelli. Passò tutte le selezioni, poi fu convocato da un dirigente che gli chiese che quotidiano leggesse e lui: l’Unità. Poi disse “scusi ingegnere, perché me lo chiede? Abbiamo lottato vent’anni per la libertà e ognuno legge il giornale che vuole”. Non lo presero».

Lei non se ne rammaricò?
«No: era nel giusto. Lo era anche quando, chiamato alle armi dalla Repubblica di Salò, disertò, per non andare con chi gli aveva ucciso il padre. Stette mesi nascosto nella paglia e perciò soffrì di fegato tutta la vita. Ci sposammo il 28 ottobre 1950, ma abbiamo sempre fatto l’anniversario il 29, per non festeggiare il giorno della marcia su Roma. E il 25 aprile, a casa nostra, era come Natale: col pranzo e tutto».

Sfumata la Marelli, suo marito che fece?
«Io vendetti la casa ereditata al paese e aprimmo una latteria. Poi dovemmo chiuderla e aprimmo una cartoleria. Filippo aveva 16 o 17 anni e, d’estate, vendeva i nostri prodotti ai negozi: s’era fatto clienti che gli compravano di tutto. Era bravo. Gli abbiamo insegnato sincerità, lavoro e onestà».

Chi gli ha raccontato le cose scritte nel libro?
«Il papà, finché c’è stato. È mancato nel ‘99, a 73 anni. Aveva nei polmoni la polvere dell’acciaieria, ma aveva amato tanto la fabbrica. Era un operaio specializzato. Si vantava dicendo che, col tornio, faceva pure le scarpe alle mosche. Più di recente, Filippo mi chiese di raccontargli bene: il giorno della Liberazione in cui fui presa ostaggio col mitra da un soldato canadese e il giorno del ’45 in cui il Pep venne inseguito e sparato da due fascisti che, invece, colpirono e uccisero un vecchio che passava di lì; mio padre che aveva perso i denti e io, ragazzina, che a pranzo, gli portavo la zuppa con la bici; i vestiti che cucivo da sarta già a 13 anni e poi “la curt del Cairo”, dove il Pep era nato e dove anch’io andai a vivere. La chiamavano così perché era zeppa di gente. Era favolosa per l’umanità e la solidarietà che c’era».

Com’è adesso Sesto San Giovanni?
«Non ci sono più le fabbriche, ma la gente è ancora bella e sana. Il mio vicino, Mosè, egiziano, ha la moglie velata, ma ha quattro figli molto educati. Quando Filippo stava in ospedale, mi ci accompagnava ogni volta che volevo. Non m’aspettavo che Filippo morisse, non me l’aspettavo neanche quando a tutti diceva: io muoio tranquillo».

23/11/2019 - 16:36

AUTORE:
Francesco T.

Di certo non è facile entrare in questo dibattito, fatto da chi cerca, come può, di portare dati e notizie vere e chi cerca forzature e parallelismi assurdi. Ma il dato importante è sempre quello, e qui la redazione dovrebbe intervenire, le offese. Secondo le regole che vi siete dati, e che ci avete dato, non sono ammesse offese a chicchessia. Bene, e allora perchè queste deroghe ? Il Direttore, che tra l'altro è un giornalista professionista, non ha mai niente da dire ? Mi associo ad uno dei commenti precedenti, che pena.

23/11/2019 - 0:24

AUTORE:
XXXL

...pensare che siano uguali due persone perchè si trovano nello stesso carcere di Don Bosco; solo che uno fa la guardia e l'altro è carcerato e se è carcerato, non è perchè ha vinto un concorso per avere vitto ed alloggio a Don Bosco, ma ci sta che sia stato ladro ed anche assassino e quando si legge sui giornali: il malvivente dopo aver rubato l'incasso ha assassinato il cassiere, quindi assassino!
Poi si leggono anche storture lessicali: hanno "giustiziato" Aldo Moro, è come dire: hanno giustiziato il cassiere.
...e dire come tanti sostengono ormai che la senatrice Lezzi capisce ben poco (condizionatori che fanno aumentare il PIL e...i 370 gradi) e per par condicio va detto anche della senatrice Bellanova?
Ergo: se Bersani in Parlamento per garantirsi il posto da 18.000 euro al mese, vota quattro volte si alle riforme costituzionali e poi vota no chiamato al voto referendario in un giorno di festa come tutti noi da libero cittadino come va chiamato: sbadato birichinuccio?
nb, Giuda è un traditore, Pietro un bugiardo in buona fede.

22/11/2019 - 23:53

AUTORE:
Ci passo tutti i giorni

Magari esserci tra vent'anni!! Vedo che la presunzione di essere il depositario di una qualche verità è alta. Chiedo alla redazione, e " allo popolo tutto ", di censurare commenti come i suoi. Dare del " vigliacco " a Bersani è anti storico oltreché oltraggioso. Vorrei provare a usare lo stesso epiteto contro Renzi , o altro politico dello stesso orientamento, per vedere che effetto avrebbe. Che pena.

22/11/2019 - 20:45

AUTORE:
Toscano di stare, non sigaro

Quattro dicembre 2016. Fu li che tre ex segretari DS-PD: D'Alema, Bersani Epifani votarono no al referendum per le riforme istituzionali volute dal Presidente ri/eletto Giorgio Napolitano perchè si era nel bottino e Maria Elena Boschi presentò al Parlamento quelle riforme tentate da Bozzi, Jotti, D'Alema e mai riuscite mentre Matteo Renzi al governo con Angelino Alfano (causa perdita di elezioni già vinte sulla carta con 10 punti di distacco da Berlusconi) Il governo Renzi - Alfano riusci a farle votare dalla maggioranza del Parlamento ed i vigliacchi Bersani et Epifani votarono si in Parlamento altrimenti loro perdevano il posto in Parlamento ed il loro governo andavano a caprioli, per poi votare no da liberi cittadini insieme a Brunetta e quelilì. Non faccio stavolta il lungo elenco perchè ci son già dei pentiti: Meloni e Salvini ora vorrebbero una legge elettorale tipo Italicum che garantisse un vincitore la sera stessa delle elezioni (come x i sindaci) e non dopo come avviene oggi con maggioranze variabili fatte dalla maggioranza dei nostri eletti ma non da noi elettori.
Poi gli storici di professione metteranno i puntini sulle i.
E fra 20 anni si vedrà che ho ragione io e torto siuramente te.
Già ora è lampante che per far fuori "uno" che portò il suo/loro partito sopra il 40%, fece approvare le riforme ritenute ancora necessarie,rimise in carreggiata un Italia fermata da Berlusconi, Monti e il non capace Letta, ma il muoia Sansone con tutti i filistei fu l'epilogo di quella stagione di diritti e doveri come non mai!

22/11/2019 - 16:42

AUTORE:
ci passo tutti i giorni

Nel 2014, quando si sono tenute le ultime regionali,il Pd prese il 44,5 % dei voti, non il 39. Bonaccini vinse con il 49 %, risultato più basso per un candidato di centro sinistra in Emilia. La cosa più sconsolante fu la partecipazione al voto , 37 %.
Vasco Errani, grande UOMO e SIGNORE, si dimese dopo che fu condannato in appello, non per notizie false. Fu assolto, purtroppo per lui,e per noi, solo 2 anni dopo. Quindi il PD, nel 2014, godeva ancora di buona salute. Il declino iniziò nel 2016, in dicembre se non ricordo male, ma alla mia età la memoria può fare brutti scherzi, quando al comando c'era Renzi. Filippo Penati, pace all' anima sua, si AUTOSOSPESE dal Pd, gesto signorile di cui in altri movimenti del mondo politico non si ha notizia, non fu espulso. Fu poi assolto grazie alla prescrizione, per un reato, in primo grado per l'altra imputazione. Non è difficile informarsi, più facile fare i saccenti senza esserlo.

19/11/2019 - 14:59

AUTORE:
Tosco

...edicole nisba, e in casa mia tre TV con telecomando automatico che vedendo la Berlinguer, la Gruber, il Travaglio, il Giordano e quelli li, aziona da se medesimo il tastino rosso...e menomale che la VdS c'è, così leggiamo anche noi i copia/incolla dei Giorgini in incognita che invitano a guardare il dito e non la luna.

19/11/2019 - 14:38

AUTORE:
Giorgino

Sondaggi politici elettorali oggi 19 novembre: calo Lega e Italia Viva, la situazione in Emilia Romagna
I sondaggi elettorali per le elezioni regionali in Emilia Romagna e la situazione a livello nazionale: le intenzioni di voto penalizzano Lega e Italia Viva.
di Alessandra Di Bartolomeo , pubblicato il 19 Novembre 2019 alle ore 08:37
I sondaggi elettorali per le elezioni regionali in Emilia Romagna e la situazione a livello nazionale: le intenzioni di voto penalizzano Lega e Italia Viva.
Mentre il governo Conte bis è alle prese con la manovra finanziaria e la questione dell’ex Ilva, gli ultimi sondaggi politici elettorali di oggi 19 novembre segnalano una situazione di generalizzato calo per le maggiori forze, Lega e PD (ma anche e soprattutto di Italia Viva), e una leggera crescita per il M5S. In realtà, il vero test elettorale sono le elezioni regionali in Emilia Romagna, soprattutto dopo lo ‘scontro’ a distanza tra il palazzetto dello sport riempito da Salvini e le piazze delle maggiori città della regione che sono invase dal movimento a-partitico ma anti-Salvini delle cosiddette ‘sardine’.
È chiaro che la partita, anche per la tenuta dell’esecutivo, si terrà in Emilia Romagna ed è per questo che oggi discuteremo sia i sondaggi SWG per le intenzioni di voto nazionali, sia quelli riguardanti la regione del Nord.
Calano Lega, PD e Italia Viva: i sondaggi politici elettorali oggi 19 novembre
Come di consueto, segnaliamo i sondaggi per le intenzioni di voto a livello nazionale dell’istituto demoscopico SWG per il Tg di La7. Iniziamo dal centrodestra: la Lega perde lo 0,5% nei consensi e si ferma al 34%, restando ovviamente il maggiore partito d’Italia; Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni resta costante al 9,5%, mostrandosi oramai e in assoluto come la seconda forza della possibile coalizione; troviamo poi Forza Italia in leggera crescita (+0,2%) con il 6,2%; infine c’è Cambiamo! di Toti con l’1,1%. In termini di maggioritario puro, con un’alleanza allargata, il centrodestra arriverebbe al 51% netto, in calo dello 0,5% rispetto alla precedente rilevazione.
Le intenzioni di voto elettorali per il centrosinistra segnalano soprattutto il calo, seppur relativo, del PD, che perdendo lo 0,3% si ferma al 18,3% delle preferenze; il M5S tira un sospiro di sollievo, perché, dopo il calo costante delle settimane scorse, fa segnare un +0,4% e un risultato del 16,2%. Calo ben più netto, dati i numeri assoluti, per Italia Viva di Renzi (segno forse della polemica sulla Quota 100 che il partito dell’ex premier vorrebbe abolire), che perde lo 0,6% e si ferma al 5%. A crescere, però, sono tutte le piccole formazioni della sinistra: SI-MDP/Art.1 cresce dello 0,3% e arriva al 3,3% (restando comunque sotto la soglia di sbarramento), i Verdi guadagnano lo 0,4% arrivando al 2,3%, mentre +Europa va all’1,7% (+0,2%). Sempre in termini di maggioritario puro, il centrosinistra sarebbe al 46,8%.
Elezioni regionali Emilia Romagna: ultimi sondaggi oggi 19 novembre
Si tratta di un test decisivo per la tenuta del governo giallo-rosso, le elezioni regionali in Emilia Romagna, regione storicamente ‘rossa’, possono segnare una svolta storica nel paese e Matteo Salvini lo sa bene ed è proprio per questo che sta mettendo in piedi una campagna elettorale praticamente porta a porta. I sondaggi elettorali che proponiamo raccontano soprattutto di una grande indecisione dell’elettorato, in quanto da un lato l’esperienza di governo di Bonaccini (governatore attuale e candidato per il PD) viene valutata in maniera molto positiva, dall’altro c’è il trend di crescita e fiducia nei confronti della Lega.

Le ultime rilevazioni sulle intenzioni di voto in Emilia Romagna segnalano una situazione contraddittoria:
•I sondaggi WinPoll per IlSole24Ore danno il candidato del centrosinistra, nonché governatore uscente, Stefano Bonaccini al 50,7%, con un vantaggio piuttosto netto su Lucia Borgonzoni, candidata essenzialmente della Lega, con il 42,1%
•Le rilevazioni dell’istituto Mg Research per il sito affaritaliani.it segnalano una situazione solo parzialmente rovesciata: la Borgonzoni sarebbe al 44-48% mentre Bonaccini al 42-46%
L’elemento, però, di maggiore interesse è la quota dei cosiddetti ‘indecisi’, si parla in entrambi i sondaggi del 17-20%. L’ago della bilancia saranno molto probabilmente gli elettori meno ideologizzati e politicizzati.
Leggete anche: Sondaggi politici metà novembre: Lega sale ancora, M5S in difficoltà
alessandra.dibartolomeo@investireoggi.it

19/11/2019 - 13:09

AUTORE:
Toscano

Il Partito di riferimento di Bonaccini, l'altra volta si son dimostrati dei perfidi bonaccioni.
Abboccarono come lucci alle prime bordate di fake new* ed andarono ai seggi in misura del 39% e da li e non da Matteo Renzi che il PD prese la scivolata in giù.
Vasco Errani che era governatore fu accusato di falso ed i "torsoli" del PD, nostri cugini emiliani abboccarono subitamente (poi Vasco Errani fu scagionato) - così come Filippo Penati che fu accusato di falso ingiustamente ma il segretario PD Bersani ergendosi a giudice di cassazione lo espulse dal partito PD durante l'accusa di primo grado ma ormai avevano conficcato l'amo nel palato e si fecero pescare come i ghiozzetti di scoglio.

Alla Camera dei Deputati e con una maglietta fuori luogo, la deputata Bergonzoni tentò di farsi pubblicità che poi è divenuta una "macchietta" al pari di altre goffe ed oltraggiose manifestazioni fuori luogo.

Una cosa è certa: se anche stavolta i nostri cugini emiliani abboccano, bisogna cambiar cognome.

fake new*

Il termine inglese fake news (letteralmente in italiano notizie false) indica articoli redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte, resi pubblici con il deliberato intento di disinformare attraverso i mezzi di informazione.

nb; Le sardine non son sondaggi!
bona.

19/11/2019 - 11:13

AUTORE:
Giorgino

Elezioni regionali Emilia Romagna: ultimi sondaggi oggi 19 novembre
Si tratta di un test decisivo per la tenuta del governo giallo-rosso, le elezioni regionali in Emilia Romagna, regione storicamente ‘rossa’, possono segnare una svolta storica nel paese e Matteo Salvini lo sa bene ed è proprio per questo che sta mettendo in piedi una campagna elettorale praticamente porta a porta. I sondaggi elettorali che proponiamo raccontano soprattutto di una grande indecisione dell’elettorato, in quanto da un lato l’esperienza di governo di Bonaccini (governatore attuale e candidato per il PD) viene valutata in maniera molto positiva, dall’altro c’è il trend di crescita e fiducia nei confronti della Lega.
Le ultime rilevazioni sulle intenzioni di voto in Emilia Romagna segnalano una situazione contraddittoria:
I sondaggi WinPoll per IlSole24Ore danno il candidato del centrosinistra, nonché governatore uscente, Stefano Bonaccini al 50,7%, con un vantaggio piuttosto netto su Lucia Borgonzoni, candidata essenzialmente della Lega, con il 42,1%
Le rilevazioni dell’istituto Mg Research per il sito affaritaliani.it segnalano una situazione solo parzialmente rovesciata: la Borgonzoni sarebbe al 44-48% mentre Bonaccini al 42-46%
L’elemento, però, di maggiore interesse è la quota dei cosiddetti ‘indecisi’, si parla in entrambi i sondaggi del 17-20%. L’ago della bilancia saranno molto probabilmente gli elettori meno ideologizzati e politicizzati. (Alessandro di Bartolomeo).