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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani le vicende storiche, incentrate tra la fine del '700 e l'inizio dell'800, travalicano i confini della Valdiserchio, come già accaduto in diverse occasioni, e d'Italia, espandendosi in Europa.E' la storia di un giovane costretto a seguire la carriera militare per problemi e ripicche amorose, con l'inevitabile nefasta conclusione, raccontata utilizzando le stesse parole dell'ussero, che ci danno uno spaccato di un'esistenza iniziata negli agi della famiglia gentilizia e terminata sui campi di battaglia 

Comune di Vecchiano
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Massimiliano Angori sindaco
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La ricerca è attiva in tutta Italia
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Migliarino Nodica Pisa e Vecchiano.
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. . . dalla parte della Palestina ? Perché il governo .....
Com’è noto il generoso 110% e i suoi fratelli, .....
Bravo Bruno da o di ovunque tu sia, sono con te. .....
. . . prima che siano passati almeno 30/ 40 anni chiederà .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Vivrò con la faccia che tu amavi
Coi miei giochi sempre nuovi
Col difetto di sognare
Lo so che ho imparato a dirti amore
Quando ormai ci era di andare
Dove .....
Se i limiti di velocità servono a tutelare la sicurezza, non capisco perchè le auto della Polizia Municipale si debbano nascondere per poi rilevare .....
RITROVATO A PISA L'ARON PIU' ANTICO DELLA TOSCANA
LA STORIA DELL'AVVENTUROSA SCOPERTA

25/11/2019 - 13:10

RITROVATO A PISA L'ARON PIU' ANTICO DELLA TOSCANA - LA STORIA DELL'AVVENTUROSA SCOPERTA

Un tesoro ritrovato. Uno dei tanti che raccontano la Comunità ebraica pisana e che in un futuro abbastanza prossimo potrebbero confluire in uno spazio museale adiacente alla Sinagoga. Ad annunciarlo – durante il festival Nessiah – Viaggio nell'immaginario culturale ebraico (in corso a Pisa fino al 1° dicembre, www.festivalnessiah.it) è stato il presidente della Comunità ebraica di Pisa Maurizio Gabbrielli.
L'occasione: la conferenza della professoressa Dora Liscia (Università di Firenze) dedicata, appunto, alla scoperta nella Sinagoga di Pisa dell'Aron ha-Qòdesh (arredo sacro) più antico della Toscana (metà del XVI secolo), in questi giorni esposto e visibile ai piedi della grande scala in via Palestro ed appena rientrato dalla Galleria degli Uffizi di Firenze dove è stato uno dei pezzi più importanti della mostra “tutti i coloro dell’Italia Ebraica” la più importante esposizione mai dedicata agli arredi liturgici ebraici nel nostro paese.
“Tutto è iniziato un anno e mezzo fa – ha raccontato la professoressa Dora Liscia, che ha avuto al suo fianco in questa avventura Federico Prosperi, della Comunità ebraica – quando sono arrivata a Pisa per selezionare alcuni pezzi da esporre nella mostra 'Tutti i colori dell’Italia ebraica' che si è svolta agli Uffizi, esposizione che è stata un vero evento nell'Ebraismo italiano e che ci ha permesso di restaurare numerosi oggetti. All'ingresso della Sinagoga era presente un mobile, piuttosto malmesso, appesantito da ridipinture posticce in bianco e marmorino e le cui ante superiori apparivano visibilmente rifatte probabilmente utilizzando pezzi di recupero di uno stipo da cucina. Un oggetto sul quale sono emersi subito diversi dubbi. Sottoposto a un restauratore fiorentino, dopo una serie di saggi, ci ha confermato che si trattava in realtà di un pezzo antico probabilmente di epoca rinascimentale. Fatto confermato poi da Vittorio Pandolfino, restauratore romano, che ha condotto un accurato restauro in tempi record affinchè l'Aron arrivasse in mostra”. Rimaneva il problema delle ante, “false, fatte di un legnaccio”. 
“A 20 giorni dall'inaugurazione, quando la notizia dell'Aron ritrovato si era ormai diffusa, mi è arrivata la telefonata di David Cassuto da Gerusalemme. Le ante - rivela la professoressa Dora Liscia – erano lì. Presentavano sull’esterno decorazioni con le tavole della legge e all'interno iscrizioni di salmi e proverbi. L'intento adesso è chiederle indietro”. Intanto le ante sono state riprodotte e nel frattempo la ricerca è andata avanti. Probabilmente l'armadio sacro è lo stesso che era stato prestato dalla Comunità Ebraica di Pisa alla Scola italiana di Firenze , al momento della fondazione del ghetto nel 1570, e che fu chiesto indietro dagli ebrei pisani insieme ad un Sefèr Torah per essere collocato, nel settembre del 1595, in coincidenza del Capodanno Ebraico, nella nuova Sinagoga.
“Pisa ha moltissimi tesori e ritengo giusto – ha concluso la professoressa Liscia – creare un museo perchè i pisani, e non solo, ne possano essere partecipi”.



















Fonte: Nessiah Ufficio stampa
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