Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
In questo mondo cinico e offeso rimane poco spazio alla preghiera ed alla speranza di una intercessione divina.
Sono presenti però, in questi momenti, molti esempi di “carità cristiana”, da non confondersi con la “solidarietà civile”, e mi riferisco ai preti, frati e suore che sfidano il pericolo di contagio insieme a coloro che cercano di debellarlo. Altri fedeli, guidati dal Papa Francesco, si riuniscono per pregare insieme con il moderno supporto della telematica, ben lontani dal tempo in cui vi erano solo manifesti murali che invitavano alla preghiera.
In questi giorni di forzato riposo, dove tutti dicono la loro scegliendosi però quella che fa più comodo ed alla quale si sentono più portati, io mi sono messo alla “riordinazione” dell’antico materiale cartaceo che ho raccolto in anni ed anni di ricerca e mi sono imbattuto in questi “editti”, dimenticati in un vecchio baule (come da copione!).
Il primo (notate come l’Arcivescovo di Pisa, e poi anche di Salonicco, usi inopportunamente il titolo “temporale” di “conte”) chiede ai fedeli di pregare il patrono San Ranieri perché si allontani il terribile flagello del tifo che sta colpendo Firenze e i suoi dintorni ed è datato 26 gennaio 1892.
Nel secondo invece chiede di farlo, l’11 giugno 1895, per un disastroso terremoto, con la stessa intercessione del nostro patrono, che ha seminato guai e morti in Italia e principalmente a Firenze.
Non può non saltare alla mente una insignificante lieve analogia fra i quaranta giorni dati dal conte a chi prega per l’aldilà con la quarantena che ora si dà per chi sta di qua.
Scherziamoci che così passa meglio!
Il tempo, non altro!