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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
Alberto Sfingi ex infermiere, sarto in gioventù, aiuto il suo reparto di malattie infettive cucendo copricapo ai suoi ex colleghi
Alberto Sfingi ex infermiere che, per rendersi utile, cuce copricapo ai suoi ex colleghi

26/4/2020 - 14:07


La pandemia del Corona virus, in una corsa alla solidarietà ha coinvolto molte persone in pensione  pronte a collaborare, soprattutto  coloro che hanno lavorato in ospedale. E' quello che è successo ad Alberto Sfingi classe 1936 che ha prestato servizio nel reparto di malattie infettive di Pisa dal 1965 al 1994 prima come infermiere generico e in seguito come infermiere professionale.

In questo periodo di emergenza dove l'iniziale penuria di  mascherine ha messo a repentaglio la salute dei cittadini e in alcuni casi con conseguenze letali, basti pensare alla morte di decine di medici e  infermieri, Alberto ha deciso di cucire dei copricapo da mettere sotto i caschi di protezione che servono per assistere i malati Covid.

Non è strano perché Sfingi nella sua gioventù sulle spalle aveva il metro del sarto.

Ha recuperato la vecchia macchina da cucire e con competenza, nonostante l'età, ha voluto dare un sostegno agli ex colleghi  del suo vecchio reparto, per dare loro maggior sicurezza.

Per l'anziano infermiere è stato  un modo per sentirsi utile verso quegli uomini e quelle donne che hanno un camice bianco che lui ha indossato con orgoglio  per 30 anni e che come afferma, è il caso di dirlo, lo sente ancora cucito sulla pelle.La sua passione l'ha trasmessa alla figlia Silvia, esperta infermiera, anche lei dal 1986 nel reparto di malattie infettive dell'ospedale di Pisa. Quando ha saputo di questa iniziativa del padre lo ha ringraziato insieme ai colleghi per questo gesto che rivela un animo nobile per chi come Alberto, ha conosciuto la sofferenza dei pazienti e l'abnegazione di medici e infermieri pronti ad alleviare la malattia anche con uno sguardo di conforto che diventa importante in quei frangenti. 
La nipote Giada, figlia di Silvia, ha avuto un bambino Gabriele per la gioia dei bisnonni  Alberto e sua moglie. 

Fonte: Marlo Puccetti
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