Il nuovo articolo di Simona si pone nel solco delle riflessioni profonde a cui ci ha abituato.
E chi ama la Natura non può che concordare con le argomentazioni e le impressioni. E' troppo evidente la mancanza di rispetto e di amore per l'ambiente che ci è stato donato e che pervicacemente cerchiamo di distruggere in nome del benessere e della comodità.
Vi porto con me.
Nell’era terziaria si estinsero i grandi dinosauri (scusate scienziati ma la storia del meteorite gigante non la credo: erano troppi, troppo grossi e troppo affamati con le poche piante gli erbivori e il prelievo dei carnivori!) e, studiando la Nostra pianta relitta, mi sorge il dubbio che il suo lattice velenoso sia proprio una ancestrale difesa dai “mangiatori di foglie”.
Conosciuta dai paesani per la sua caratteristica crescita a spirale, che qualcuno “assicura” essere adatta ad attorcigliarsi alle piante mentre è un sistema di mutuo soccorso fra due piante vicine, molto più difficile è vederne i piccoli vellutati fiori che si aprono in questo mese e cadono velocemente.
Mi inoltro in altre considerazioni: come si chiama in dialetto, oltre che periploca greca?
In Puglia boia degli alberi,
a Pisa con il massimo topa o apocino serpeggiante ed anche erba del signore (mai udito)!
Puglia (Laghi Alimini) e Toscana (Parco S.M.M.) sono gli unici luoghi dove questa pianta vive naturalmente.
Quello che conta è che per me è il più bel fiore da dedicare alle donne: perpetuo come il nostro amore per Loro!
p.s: la mia pianta, presa una quindicina di anni fa, non in pineta ma nel padule di Vecchiano, ha un fusto lunghissimo ma con un diametro di un centimetro, un centimetro e mezzo. Quanti anni avranno quelle che sono nel Bozzone o nel Quadrato del mare il cui fusto è anche quindici centimetri?