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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

. . . non discuto. Voi riformisti fate il vostro cammino .....
. . . l'area di centro. Vero!
Succede quando alla .....
. . . ipotetica, assurda e illogica. L'unica cosa .....
. . . leggo:
Bardi (c. d) 56% e rotti
Marrese ( c. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Gavia
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di Michelle Rose Reardon a cura di Giampiero Mazzini
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di Mollica's
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Di Siciliainprogress
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C'è qualcosa, un tesoro
che tutti cercano.
Non è pietra preziosa
ne' scrigno d'oro:
si chiama semplicemente
LAVORO
Se poi al lavoro
si aggiunge .....
La Proloco di San Giuliano Terme, attenta alla promozione e alla valorizzazione dell'ambiente indice il concorso "il giardino e il terrazzo più bello" .....
Bruno Pollacci
Direttore dell'Accademia d'Arte di Pisa
Un'esortazione alla responsabilità singola e collettiva

9/7/2020 - 22:32


 Un'esortazione alla responsabilità singola e collettiva

Il Covid 19 con la sua facilità di contagio e la sua gravità mortale, ha obbligato ed obbliga tutti a tenere nuovi comportamenti di allerta e di responsabilità, personali e sociali, ma ha anche costretto e continua a costringere molte persone a condizionare fortemente l'operatività delle proprie attività lavorative, con situazioni che hanno già portato e continuano a portare a chiusure e fallimenti o comunque a situazioni di gravissima difficoltà economica.

Ci sono tanti dipendenti di varie attività a casa che ancora non hanno percepito cassa integrazione o l'hanno percepita solo per un mese da marzo e ci sono artigiani, partite I.V.A., commercianti ed esercenti di varia tipologia che dopo aver dato fondo ai propri risparmi per far fronte alle spese e per sopravvivere tutti questi mesi, dall'inizio del lock down, ora sono veramente arrivati a toccare il fondo ed a considerare la stessa sopravvivenza delle proprie attività, e costretti quindi a mettere a casa migliaia di lavoratori.

Ogni giorno sentiamo notizie e vediamo testimonianze di comportamenti singoli e collettivi di superficialità ed irresponsabilità verso le direttive che raccomandano le distanze sociali, l'uso delle mascherine e le elementari condizioni di attenzione affinchè sia possibile non favorire ed arrestare la diffusione del virus, non favorendo certo speranze per l'immediato futuro, sia in relazione alla salute pubblica che alla ripresa economica. Molte persone considerano il virus come una cosa superata, sottovalutabile o non così preoccupante, dimenticando l'enorme dramma di migliaia d'intubati nei reparti ospedalieri di rianimazione e le migliaia di morti, non solo certo tra i più anziani, includendo anche coloro che in pieno servizio medico e paramedico, o tornati volontariamente ad offrire il proprio operato per salvare vite umane, hanno pagato in primis con le loro di vite.

Sono stati dimenticati i tanti anziani lasciati morire a casa o nelle residenze per anziani perchè condannati dalla loro stessa età, non curati per lasciar posto ed opportunità di salvezza ai più giovani.

Sono stati dimenticati gli interi paesi isolati in quarantena come in una sorta di film tra horror e fantascienza e sono state dimenticate le persone morte anche se curate ed intubate, senza il conforto finale di una parola amorevole o di una mano accarezzata o stretta da un familiare. Ancora oggi mi sento come forzato, drammaticamente obbligato a stare in una situazione negativa, non libera, non naturale, di grande difficoltà vitale, senza grandi speranze di ritorno alla cosiddetta “normalità” e ad una ripresa economica capace di farci vivere decorosamente, con dignità. Una nazione è fatta del suo popolo ed il popolo è costituito da singoli cittatini, e specialmente in situazioni gravi come questa, scatenata dal coronavirus, ogni cittadino potrebbe e dovrebbe sentirsi responsabile per se stesso e per la collettività, offrendo il proprio comportamento per i fini del bene personale e collettivo. Ogni cittadino può e deve esprimere coscienza reale della situazione e conseguente responsabilità, senza per una volta delegare “altri” al suo posto.

Ognuno può e deve fare la sua parte, può e deve dare il suo contributo. Solo così un popolo può esprimere l'essenza, il significato ed il valore di vera nazione evoluta, matura per essere considerata e rispettata come tale. Se molti cittadini hanno risposto e continuano a rispondere al richiamo della responsabilità, molti altri invece non lo hanno fatto e soprattutto non lo fanno ora, dopo la riapertura, ed a loro và il mio accorato appello alla presa di coscienza e l'esortazione alla corretteza ed alla responsabilità dei comportamenti.

 

Questo mio disegno grottesco di un individuo tenuto pressato sott'acqua, in difficoltà, contro il suo volere, vuole essere un simbolo del mio senso odierno di oppressione esistenziale, nella speranza che possa indurre ogni persona ad una lucida riflessione e ad un comportamento di solidarietà umana e sociale responsabilmente corretta. Solo attraverso la responsabilità singola, come popolo potremo salvarci e risollevarci.








 



















Fonte: Bruno Pollacci Direttore dell'Accademia d'Arte di Pisa
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