In questo nuovo articolo di Franco Gabbani viene trattato un argomento basilare per la società dell'epoca, la crescita culturale della popolazione e dei lavoratori, destinati nella stragrande maggioranza ad un completo analfabetismo, e, anzi, il progresso culturale, peraltro ancora a livelli infinitesimali, era totalmente avversato dalle classi governanti e abbienti, per le quali la popolazione delle campagne era destinata esclusivamente ai lavori agricoli, ed inoltre la cultura era vista come strumento rivoluzionario.
ACCORDO IN EUROPA, UNA NUOVA VITA PER L’UNIONE.
All’alba di oggi, dopo 92 ore di trattative, a Bruxelles è stato raggiunto l’accordo sul Rrcovery Fund.Si tratta di un accordo che si può definire storico perché per la prima volta si è deciso di impegnare ingenti risorse del bilancio dell’Unione considerandole come debito comune, cioè non ascrivibile ai singoli stati.
Un principio di condivisione politica che apre una strada nuova alla costruzione di una più forte Unione Europea.
Si tratta di 750 miliardi dei quali 390 a fondo perduto e 360 di prestiti a scadenza trentennale con un tasso di interesse irrisorio rispetto a quello di mercato che andranno all’Italia per il 28%, 81 a fondo perduto e 107 come prestito, con una clausola retroattiva che riconosce il rimborso dei provvedimenti presi a partire dal 1 febbraio scorso.
I fondi saranno attivati sulla base di progetti dettagliati che dovranno rispettare le raccomandazioni passate e future date a ciascun Paese per favorirne la convergenza in un unico sistema integrato. Per l’Italia si tratta, come noto da tempo, di riforme riguardanti l’ambiente, la giustizia, la scuola, il fisco, tutti settori per noi arretrati e che, nel nostro interesse, avremmo dovuto riformare da decenni. Per quanto riguarda la sanità c’è già il MES.
Si è aperta la strada per un fisco a diretto finanziamento del bilancio europeo con l’introduzione di una tassa sulla plastica non riciclabile, della la web tax e della carbontax dal ’23. Una anticipazione del più grande progetto di unificazione fiscale europea che porterà al superamento delle legislazioni nazionali. Le resistenze dei paesi “frugali” sono state superate, sostanzialmente, dal mantenimento dello “sconto” sul loro contributo al bilancio di cui già godono, che era stato messo in discussione. Non è passata la loro richiesta di diritto di veto sui finanziamenti dei progetti nazionali che saranno approvati dal Consiglio europeo con la regola dell’unanimità che contribuirà a controbilanciare l’eventuale intento restrittivo di alcuni nei confronti di altri.Si tratta di una vittoria dell’Europa e di una sconfitta dei sovranisti e dei populisti che speravano in un fallimento del vertice e di un rinvio. Viceversa l’Europa ha dimostrato di esistere facendo, in soli 7 mesi, una svolta radicale rispetto alle politiche restrittive degli ultimi venti anni.Il merito va attribuito alla Merkel, che ha saputo immaginare e pilotare la svolta politica superando le resistenze degli stessi suoi connazionali e dei suoi “piccoli” alleati storici, a Macron che propose per primo l’idea del Recovery Fund e all’intelligenza dei governi italiano, spagnolo, portoghese, greco che hanno saputo appoggiarli nella lunga mediazione senza cedere alla politica dei pugni sul tavolo che pretendevano le destre all’opposizione che avrebbero voluto, in realtà, che l’Europa fallisse per biechi interessi elettoralistici.
Ora tocca all’Italia dimostrarsi all’altezza con un piano di riforme credibili ed efficaci da realizzare al più presto. Ne abbiamo bisogno più delle risorse che arriveranno.
Saremo capaci?