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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Quando si recrimina a Prodi e Ciampi di aver accettato .....
. . . v'ha fregato anda e rianda con il no all'Europa .....
Dinno a Livorno : Con leuri e cianno assistemato
. . . gredigi🤔 con la vecchia lira ora una pizza .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Magnifico salvifico silenzio
È il primo maggio, uno splendore
Grazie all'esodo di tutte le persone
che lontane da casa
vivon la percezione
di fruire .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
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Un nuovo virus.

3/8/2020 - 22:21


 

È il virus della Bellezza, il virus della Natura, il virus di Bocca di Serchio!


“l’analisi della sindrome di Stendhal ha messo in evidenza le complesse interazioni psicosomatiche che possono attivarsi in alcuni individui, con particolari condizioni psichiche predisponenti, quando il contesto ambientale favorisce gli aspetti di sradicamento rispetto alle proprie abitudini di vita. La Bellezza e l’opera d’arte sono in grado di colpire gli stati profondi della mente del fruitore e di far ritornare a galla situazioni e strutture che normalmente sono rimosse”.
Questo scrisse Graziella Margherini, responsabile del servizio per la salute mentale dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Firenze, che nel 1979 pubblicò un libro La sindrome di Stendhal. Il malessere del viaggiatore di fronte alla grandezza dell’arte.

 
Stendhal era francese,  questi sono svizzeri, non importa,   per loro l’arte è quella che hanno trovata a Bocca di Serchio, ma la sindrome è la stessa.

Leggo e rileggo le odi del Vate e in special modo Alcyone dove vi è “Bocca di Serchio” che termina così:


Scendi dal tuo cavallo, Ardi.

Ecco il fiume, ecco il nato dei monti. Oh meraviglia!

Ei porta in bocca l’adunata sabbia

fatta come la foglia dell’alloro.

T’offriamo questi giovini cavalli,

o Serchio, anche t’offriamo i nostri corpi

ov’è chiuso il calor meridiano.
Anelammo d’amore per trovarti!

Sgorgar parea che tu dovessi, o fiume,

dal nostro petto come un sùbito inno.

Dio tu sei, dio tu sei; noi siam mortali.

Ma fenderemo la tua forza pura.

La più gran gioia è sempre all’altra riva.


E noi questa gioia, questo virus Bocca 19, l’abbiamo congenita.

 

p.s. 19 sta per 1942, il mio anno di nascita.

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