In questo nuovo articolo di Franco Gabbani viene trattato un argomento basilare per la società dell'epoca, la crescita culturale della popolazione e dei lavoratori, destinati nella stragrande maggioranza ad un completo analfabetismo, e, anzi, il progresso culturale, peraltro ancora a livelli infinitesimali, era totalmente avversato dalle classi governanti e abbienti, per le quali la popolazione delle campagne era destinata esclusivamente ai lavori agricoli, ed inoltre la cultura era vista come strumento rivoluzionario.
L’archiviazione del papà di Maria Elena Boschi dalla vicenda giudiziaria relativa al fallimento della Banca Etruria è innanzitutto una bella notizia per Maria Elena e per tutta la sua famiglia e me ne rallegro.
Ma c’è di più, molto di più.
È anche - va detto - una notizia che smonta una delle più grosse campagne politiche denigratorie condotte durante il governo Renzi del quale facevo parte.
Banca Etruria, non dimentichiamolo, fu un tormentone continuo, che quella cultura giustizialista cucinò sapientemente e servì come volano per chiudere quell’esperienza di governo attraverso il no al referendum su una riforma costituzionale che tanto avrebbe fatto bene all’Italia - e all’Italia dei venti sistemi sanitari regionali, come la vicenda Covid ci ha tristemente insegnato -.Certo, oggi costa fatica rivangare quelle vicende.
E Maria Elena, con un’eleganza che le fa onore, se la cava con un “chissà dove sono coloro che in questi anni ci hanno insultato, offeso, minacciato”. Ma la memoria non può avere durata così corta, anche e soprattutto in politica. Essere garantisti significa non soltanto pensare che la giustizia si somministri con la velocità di un tweet o di un editoriale di Marco Travaglio, ma attraverso le sentenze o le decisioni dei giudici, ma anche che sia nostro preciso dovere rimediare ai danni che una cultura giustizialista e manettara inevitabilmente fa, ricordando ogni volta quanto sia essenziale aspettare i tempi della giustizia, per quanto - come in questo caso - possano essere incredibilmente lunghi.
Oggi però sia un giorno di gioia, ripeto, per Maria Elena e per la sua famiglia.
E per tutti coloro che in quegli anni non arrivarono subito a sentenza, accontentandosi di ciò che leggevano sui social e su alcuni quotidiani. Bene così 💙