In questo nuovo articolo di Franco Gabbani viene trattato un argomento basilare per la società dell'epoca, la crescita culturale della popolazione e dei lavoratori, destinati nella stragrande maggioranza ad un completo analfabetismo, e, anzi, il progresso culturale, peraltro ancora a livelli infinitesimali, era totalmente avversato dalle classi governanti e abbienti, per le quali la popolazione delle campagne era destinata esclusivamente ai lavori agricoli, ed inoltre la cultura era vista come strumento rivoluzionario.
Recovery, Renzi minaccia: “Mi sgancio”. Conte pronto a cedere sui poteri dei manager
di Tommaso Ciriaco
"Noi dem siamo i bravi ragazzi che ogni volta salvano la baracca", ha detto Enrico Borghi, vicino al ministro Lorenzo Guerini. La corrente Base riformista è di certo in ebollizione.
Sempre Borghi: "E' come quando uno sta sotto il crinale della montagna e un altro da lontano vede che sta staccandosi una valanga e avverte: "Spostati, perché arriva la valanga. L'altro gli risponde: "Ma va là, tu sei la vecchia politica.
Ecco, abbiamo un problema".
Il problema è, in particolare per il Pd, mostrare il suo peso politico. Non essere gregario, né vedersi ridotto lo spazio d'azione. Al Nazareno usano parole misurate, però sulle riforme mancate, a cominciare dalla legge elettorale, sbottano: "Conte deve prendere in mano la situazione, altrimenti consegna le riforme istituzionali ai veti incrociati". E' un esempio, che rappresenta la cartina di tornasole del disagio dem.
La partita si gioca nelle prossime ore.
Andrea Marcucci, il capogruppo al Senato, è tra i più netti nei confronti del governo: "Non si può vivacchiare così".
Dario Stefàno, presidente dem della commissione Ue di Palazzo Madama, entra a gamba tesa: "Non è il tempo né il momento di dare seguito a nuove strutture che rischiano di sembrare bizantine.
Staccare il Recovery da un controllo diretto e del Parlamento e del consiglio dei ministri tout court è due volte sbagliato: la prima, perché Conte in Parlamento aveva assicurato un ruolo centrale delle Aule; la seconda è perché la velocità e la semplificazione non passa certamente attraverso la moltiplicazione di poltrone e di incarichi".
La maggioranza giallo-rossa è una matrioska: agguantato un problema politico, se ne scoprono molti altri.