Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
lla buonora Conte non piace più a nessuno, non lo salva nemmeno più la minaccia delle elezioni anticipate
Neanche più i contiani difendono l’operato del governo e si rifugiano nell’avvertimento che dopo di lui ci sarebbero le urne, dopo le quali la gran parte dei deputati dell’attuale maggioranza non torneranno in Parlamento, ma adesso è più probabile che se Renzi e il Pd staccassero la spina si formerebbe un’altra squadra con un altro premier.
L’autogol dei contiani è sorprendente. Invece di difendere il governo nel merito delle cose fatte o tentare di valorizzare ciò che sta facendo, l’unica arma polemica che utilizzano contro chi gli rema contro è la minaccia del ritorno alle urne. Ma questa è l’ammissione implicita che evidentemente c’è poco da difendere e una palese certificazione dell’assenza di impegni o, detta volgarmente, di promesse al Paese: il che legittima l’opinione di chi ritiene che questo governo abbia esaurito la sua spinta propulsiva. Che non abbia più niente da dire.
Mentre si accumula un ritardo sul NextGenerationEu – non un ritardo burocratico secondo le lancette di Bruxelles ma un ritardo politico, di idee, di coinvolgimento del Paese – e si consumano i nervi degli italiani con le cervellotiche norme sulle festitvità, i ministri e i politici più vicini a Conte agitano dunque lo spauracchio delle urne, trincerandosi dietro un’emergenza che hanno difficoltà ad affrontare. È la linea del Pd, d’altronde, una posizione attendista che ormai non riesce più a mascherare l’insoddisfazione per l’azione, o l’inazione, del premier: una trincea debole, troppo debole.