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Il nuovo articolo di Franco Gabbani non riguarda un personaggio o un evento in particolare, ma esamina un aspetto sociale e lavorativo che, presente da molti secoli, ebbe grande sviluppo nell'800 ( fino all'inizio del '900), ma che fortunatamente terminò relativamente presto, grazie agli sviluppi economici e scientifici.

Si tratta del baliatico, un'attività spesso vista benevolmente, ma che è stata definita "calamità occupazionale"

. . . lo sai che lo diceva anche la mia. Però al .....
Bimbo lasciala sta la geografia, studia l'agiografia. .....
. . . niente, mi sa che bisogna riformare l' ISTAT. .....
. . . ci sono più i premi di una volta.
Quest'anno .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Emanuele Cerullo
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Libero caro
mio dolce tesoro
più ti guardo, ti "esploro"
più sembri un capolavoro
Un'inesauribile fonte
di emozioni
una sorgente
un erogatore .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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BLACK OUT CHALLENGE
di Trilussa

31/1/2021 - 10:28

Un tempo quando un ragazzo si chiudeva in bagno, da solo, i genitori potevano anche immaginarsi cosa volesse fare. O almeno era al sicuro, dietro una porta chiusa. Ora non più perché basta un cellulare da pochi soldi per essere in contatto col mondo. Non per essere meno soli, attenzione, ma per poter comunicare con gli altri, con quel mondo intero che abita i social. Un mondo fatto di immagine e di illusioni, di false occasioni per trovare se stessi, di impulsi e condizionamenti per sfide a volte banali, per altre, talvolta, mortali.

 

La sfida di soffocamento in cui ha perso la vita la bambina prende il nome (inglese naturalmente, loro sono avanti in tutto, comprese le cose più becere, stupide e pericolose) di black out challenge, una sfida per rimanere più a lungo possibile senza fiato, per provare ad essere la regina del social. Come si faccia a pensare una sfida del genere rimane nell’ambito della patologia psichiatrica.


Questa bambina di Palermo morta soffocata dalla cintura del padre (ignaro dietro la porta chiusa) è l’esempio della fragilità dei minori e dell’attenzione che tutti dobbiamo avere per questi nuovi strumenti di comunicazione. Con tanti, tantissimi pregi ma anche con alcuni pericoli che è difficile eliminare. Non è certo pensabile di chiudere i social, mezzi di comunicazione oramai universali, né impedirne l’uso ai bambini dato che maneggiano i cellulari fin dalla tenera età e saprebbero eludere il divieto con grande facilità.


Bisogna fare attenzione perché gli straordinari stimoli digitali con cui sono, siamo bombardati, ogni giorno, crea in queste menti ancora immature una netta distinzione fra la realtà reale e quella virtuale, una perdita della percezione della realtà compreso il rischio legato ad un certo tipo di comportamento.


Dice Franco Ferrarotti:

„Internet "è una macchina meravigliosa ma al tempo stesso stupida e non tutti i 'piloti' di questa macchina, specie se adolescenti, sono consapevoli dei suoi effetti, psicologici e sociali, che possono essere anche molto negativi e dannosi. Purtroppo - lamenta Ferrarotti - oramai si vive nell'immediato, nel 'hic et nunc' ovvero 'qui e ora', senza interesse per il passato, incapaci di capire il presente e di progettare il futuro. Questi mezzi creano uno stato generale di emotività, per cui l'emozione vince sempre sul ragionamento".“

 

Perché fra i tanti amici e coetanei banali e innocenti si può nascondere il lupo cattivo, quello delle favole, quello capace di manifestarsi in qualcosa di bello, di amichevole, di rassicurante capace poi di condurti piano piano con apprezzamenti regali o sfide a quello che è il suo scopo, farti quel male che la sua mente malata ha preparato per te.


Gli inquirenti cercheranno sicuramente di raggiungere il lupo cattivo tramite il cellulare della bambina che conterrà sicuramente traccia delle conversazioni precedenti, fino alla spinta dell’atto purtroppo finale, ma sono gli stessi genitori che si dovrebbero far carico del problema e cercare di indirizzare i figli a comportamenti corretti, a direzioni sicure. A fornire esempi, come succede nelle favole, per far capire loro che in quel mondo dorato e innocuo che la loro età gli fa intravedere è anche pieno di lupi cattivi, pronti a sbranarli appena mettono fuori la testa.
Non per spaventare ma per far crescere e maturare una consapevolezza che li metta al sicuro.


Nota:
La foto ritrae l’immagine che appare in un gioco chiamato Jonathan Galindo, una persona truccata da Pippo e che spaventa i bambini spingendoli a pericolose sfide.



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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

1/2/2021 - 11:30

AUTORE:
F.D.

L'influenzer denunciata a Roma che spingeva chi la seguiva sui social per partecipare a numerose sfide pericolose secondo l'ANSA aveva addirittura 731.000 follower (così si chiamano) di diverse età.
Nei 731.000 ci potrebbero ssere anche molti minori a rischio. Il video è stato subito rimosso ma chissà quanti altri ce ne saranno in rete.

1/2/2021 - 11:29

AUTORE:
Fabio

L'influenzer denunciata a Roma che spingeva chi la seguiva sui social per partecipare a numerose sfide pericolose secondo l'ANSA aveva addirittura 731.000 follower (così si chiamano) di diverse età.
Nei 731.000 ci potrebbero essere anche molti minori a rischio. Il video è stato subito rimosso ma chissà quanti altri ce ne saranno in rete.