Collegandoci ad un precedente pubblicato sulla Voce nell’ottobre 2017, riguardante la casa che ospitò a Marina di Vecchiano, i marinai incursori della X Mas, casa e annesso che versano nel più grande totale abbandono ormai da moltissimi anni, senza che nessuno faccia qualcosa, vorremmo riproporre una domanda, tenendo di conto di una serie di fatti noti ed acclarati.
2 associazioni che vedono le donne protagoniste di molte iniziative e attività, in modo discreto e silenzioso. Un'operosità importante per tanti in maniera diretta, e indirettamente per tutta la comunità, perchè la loro presenza è un monito importante per tutti a non girare la testa e a non restare indifferenti.
E’ compito di tutti battersi per salvare l'ambiente e rendere la terra un posto migliore per le generazioni future.
«Nemo Separet Quod Musica Conjunxit»
(Nessun separi ciò che la musica ha unito)
Secondo capitolo della nuova rubrica sulla Divina Commedia di Stefano Benedetti. E anche una nuova foto per la rubrica, quella di Greta Garbo. Chi più Diva, più Beatrice di lei?
Risiamo da capo alla canzone, e ogni tanto riappare la nostra mitica Prof. del liceo (pace all'anima sua, la mia è morta da tempo), che ci mette di fronte all'Opera di Dante.
E ci racconta che il nostro Poeta, nel suo cammino (da vivo) ultraterreno, è accompagnato prima da Virgilio (che rappresenta, ahinoi, la Ragione) attraverso l'Inferno e il Purgatorio, ma non oltre, in quanto il Mantovano per vari motivi (uno perché non battezzato se ne deve ritornare nel limbo, due perché la Ragione stessa è insufficiente a condurci verso Dio) ad un certo punto si fa dare il cambio da qualcun'altra.
Ed è a questo punto, quindi, che appare Beatrice, la nostra eroina, la nostra Greta Garbo, che impersonifica la Fede e la Teologia che accompagnerà il Sommo per tutta la terza Cantica Paradisiaca fino alla visione celestiale, superna, di Dio.
Ragazzi, diffidate della Prof. perche’ Beatrice molla Dante sul più bello!
e volgeami con voglia riaccesa
per domandar la mia donna di cose
di che la mente mia era sospesa.
Uno intendëa, e altro mi rispuose:
credea veder Beatrice e vidi un sene
vestito con le genti glorïose.
(Par. XXXI, 55-60)
Siamo nel XXXI del Paradiso e il nostro Dante è tutto preso nella visione celestiale di ciò che lo circonda, ed a un certo punto, per istinto, si volta verso Beatrice per porgli dei Divini quesiti, ma Beatrice è sparita, si è volatilizzata!
E al posto Suo, appare un'altra figura fondamentale (quanto sconosciuta, non solo alla vostra Prof.), una figura di vecchio che si preoccuperà di condurre Dante fino alla Visione di Dio, Bernardo da Chiaravalle.
A questo punto bisogna però un attimo almeno stupirci di questa repentina uscita di scena di Beatrice, che non ci saremmo mai aspettati che potesse lasciare così in prossimità della fine (senza mai più riapparire).
Immaginate Dante, poveretto, che si volta di nuovo per parlare, per ricontemplare una volta di più la Sua Amata e, se la vede sparire e per di più al suo posto non ci trova un'altra bella Santa (e in Paradiso ce ne sono a bizzeffe) ma un vecchio canuto!!
Ahi, Dante, queste donne!