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In questo nuovo articolo di Franco Gabbani le vicende storiche, incentrate tra la fine del '700 e l'inizio dell'800, travalicano i confini della Valdiserchio, come già accaduto in diverse occasioni, e d'Italia, espandendosi in Europa.E' la storia di un giovane costretto a seguire la carriera militare per problemi e ripicche amorose, con l'inevitabile nefasta conclusione, raccontata utilizzando le stesse parole dell'ussero, che ci danno uno spaccato di un'esistenza iniziata negli agi della famiglia gentilizia e terminata sui campi di battaglia 

Comune di Vecchiano
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Massimiliano Angori sindaco
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La ricerca è attiva in tutta Italia
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Migliarino Nodica Pisa e Vecchiano.
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. . . dalla parte della Palestina ? Perché il governo .....
Com’è noto il generoso 110% e i suoi fratelli, .....
Bravo Bruno da o di ovunque tu sia, sono con te. .....
. . . prima che siano passati almeno 30/ 40 anni chiederà .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Vivrò con la faccia che tu amavi
Coi miei giochi sempre nuovi
Col difetto di sognare
Lo so che ho imparato a dirti amore
Quando ormai ci era di andare
Dove .....
Se i limiti di velocità servono a tutelare la sicurezza, non capisco perchè le auto della Polizia Municipale si debbano nascondere per poi rilevare .....
Rifondazione Comunista
Nuovo presidente e politica garantiscano le priorità per il Parco

11/4/2021 - 20:33



Nato alla fine degli anni settanta, in risposta alle tante pressioni di urbanizzazione dei polmoni verdi, il parco fermò la cementificazione di una tra le più belle aree boscate mediterranee.

Oggi  è un valore enorme per le comunità nel suo intorno e non solo. In occasione del rinnovo della  presidenza del parco, come di solito, iniziano le varie pressioni politiche  da parte degli amministratori dei comuni interessati. 
In particolare gli amministratori di Viareggio e Pisa premono per una sua gestione sempre meno restrittiva e più permissiva.

Si sta cercando di sdoganare il concetto che il parco debba essere fonte di redditività con “Cavalli di Troia” più o meno camuffati, un esempio per tutti: la ciclopista tirrenica che il comune di Viareggio vuole far passare attraverso la riserva naturale della Lecciona.

Con tale infrastruttura si tenta di scardinare la difesa ambientale che il parco rappresenta.

Lo stesso Parco propone, nel suo Piano, che la ciclovia passi all’interno di San rossore, in forma sopraelevata, lungo il vialone che congiunge “La Sterpaia con Cascine Nuove.

Una ciclopista è una via di comunicazione, alla pari di strade e ferrovie e pertanto deve svolgere l’importante compito di trasferire persone da un luogo all’altro e non quello di turbare l’equilibrio ambientale esistente.

La ciclopista dovrebbe, a nostro avviso, seguire percorsi a basso impatto ambientale quali per esempio, il viale dei Tigli, correre lungo la linea ferroviaria all'interno del territorio vecchianese, e interessare le aree pre-parco di San Rossore.

La redditività reale si persegue tutelando il territorio del parco e preservando la sua integrità, non alterandolo. 
Si intervenga sulle acque inquinate del Fiume Morto, che attraversando il cuore del parco di San Rossore raggiunge il mare.

Questo canale, oltre ad accogliere le acque provenienti dal depuratore riceve molti scarichi abusivi che raccoglie  sia lungo il suo corso  che dal fosso Marmigliaio e da altri.

Il turista che percorre Via Pietrasantina per accedere a Pisa è accolto dal biglietto da visita costituito dai miasmi fognari.

Si intervenga realmente sui problemi che affliggono il parco, a partire dal Lago di Massaciuccoli, luogo suggestivo e fiabesco, amato da Puccini, con le sue acque ormai purtroppo altamente inquinate, non attraverso la realizzazione del “tubino”, che non serve a niente, ma con il progressivo riallagamento delle bonifiche e della riconversione della loro agricoltura in una meno impattante.

Da  non dimenticare che coloro che lo custodivano in maniera egregia "pescatori e cacciatori", questi ultimi esclusi dalle leggi del parco, si sono allontanati lasciando tutto in abbandono .

Non è vero in questo caso  che la natura si preserva da sé  I cacciatori ed i pescatori  avevano un ruolo fondamentale, lo sapeva bene la contessa Matilde che fece dono del padule di Vecchiano per uso civico di caccia, pesca e taglio della vegetazione.
I cacciatori e i pescatori, mantenendo  puliti fossetti e tagliando le cannelle  favorivano nel primo caso il ricircolo dell’acqua e nel secondo il processo di fitodepurazione, perché una volta tagliate le cannelle, rinascendo continuavano il loro lavoro naturale.  

Quanto detto non deve fare intendere che si debba riaprire la caccia nel parco o non regolarizzare la pesca, ma che è necessario che l’Ente Parco effettui le dovute manutenzioni sul territorio.

Rifondazione Comunista chiede alla politica ed ai suoi candidati di farsi carico delle vere priorità del parco.

Per questo motivo chiediamo alla Regione e alla comunità del parco di preservarlo e svilupparlo secondo i presupposti e gli obbiettivi originari! La ricchezza del territorio è strettamente legata alla conservazione dello stato ambientale del parco stesso.

Rifondazione Comunista  circoli di Vecchiano e San Giuliano terme

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16/4/2021 - 14:05

AUTORE:
Il lago

Non avevo dubbi che qualcuno avrebbe ricordato la vanga e la zappa . Ma di sicuro i trattori e i cava fosse e tutte le modernità per il mondo agricolo è un bene. Ma io non ho bisogno di agricoltura di tipo intensivo. Quindi se mi volete salvarmi dovete cambiare il modo di coltivazione.Ora di sicuro ricorderà le lavatrici e lavastoviglie ma le acque vanno depurate bene!Perché anche se escono come da tabella. Tra agricoltura e acqua sto morendo! È tanto che mi osservano!

15/4/2021 - 15:51

AUTORE:
Il lago

Il Lago parla: la pesca
Ultimamente sul mi ciglio di Massarosa, sono apparsi dei ‘artelli che diano: come bisogna pesca’ nelle mi’ acque. Insomma il mi’ pescio un è più bono da mangia’ e lo voglino protegge’. E ‘artelli glienno scritti anco in straniero, così tutti intendino! Ma c’è varcosa che un mi torna, fanno pesca e pesci e poi li ributtino nelle mi acque, il lamo deve essere senza uncino, perché il pescio un deve subi’ danni. Insomma peschino, poi si diano o gli diano: sei bravo e poi ributtino er il pescio nell’acqua . Insomma la pesca è diventata un divertimento e basta, un ci trovo niente di strano, oggi er mondo gliè così . Ultimamente pare che voglino risistema’ le bilance da pesca sul lago e fa’ in modo che ci voglino meno scartoffie per accomodalle, io vi vo’ domanda’: ma chi pesca alla bilancia, tira su la rete, guarda cosa c’è dentro se c’è un pescio, gli fanno piglia’ un po d’aria e poi ributtino giù ? Io che divertimento ci si trovi un lo so! Insomma mi pare che la pesca nelle mi’ acque sia all’integrazione, in attesa di chiude’ in maniera definitiva! Oddio, alle bilance varche mangiata ci può essere fatta . Insomma mi pare di essere solo un problema, su tutto vien fuori varcosa, vuando gli argini, vando l’acqua marcia, vando i pesci di altri luoghi che mi ci hanno buttato e quelli mia che sono spariti . Insomma mi fa l’idea che sempre più voglino allontana’ la gente da me. Pensare che intere generazioni hanno vissuto delle mi risorse e oggi son diventato un problema. A questo punto mi sembra di esse’ ‘ome i vecchi, quando un sono più autosufficienti e un fan più conodo nessuni li vuole. Oimmene mi parmiglianni di morì, almeno fenisco di patì! Movetivi sono all’ultime fiatate! Intanto anco la ‘ucina tipia col pescio pescato vi è sparita, bella mi minestra di pescio di padule , anguille fritte , riso sulla tinca e lucci sui ‘arboni e ranocchi fritti . Andate sul Trasimeno a mangialle e vi riorderete di me! Fin che c’è vita c’è speranza, er detto vale anco per me!

15/4/2021 - 9:45

AUTORE:
Osservatore 1

... e gli agricoltori "devano" collaborare...
Gli agricoltori invece di mandare i fillioli a scola "devano" mandalli ma zappà nbonifia e cosi si farebbe a meno dei trattori e dei diserbanti, cosi come i concimi chimici che ci fanno avanzare intere balle di pane; pane nemmeno 'ncignato: vedere da Ghiara che vien riciclato per polli e conigli.
Al tempo delle zappe e vanghe e basta si racconta di una sola fetta di pan bianco la domenica e poi "pulenda" ma non troppa.
La fame leva/levava il lupo dal bosco e fare per forza un figlio o un nipote caccia/pescatore; ora è più facilmente trovarli con lo "sprizze nmano" a peluccare negli apericena e vanno 'ndomo a spellà i ranocchi, spennà i filungelli e frigger le scarbatre per cena, tornano già cenati.

Al tempo dell'autarchia fu bonificato quel terreno più basso del Massaciuccoli perchè c'era fame di terreno ed anche Piazza dei Miracoli "attrappoino" rischiava di essere trasformata in un capo di grano o granturco.

Bello/brutto e viceversa-non vedere più campi di grano infestati dalle rosoline, dalla vena matta, dalla mollagra e vedere una, due persone che seminano e raccolgono centinaia di quintali di frumento, vuol dire aver liberato migliaia di: dentisti, piloti, medici, professori di ogni genere che nei secoli scorsi al 90% erano (se non volevano morir di fame) impegnati a seminare/raccogliere a mano e cacciare anche i mattarugi di nighio.

Si può fare di meglio? certo che si!
Basta ricordarci dei terribili anni /70 quando senza depuratori facemmo morire tutti i pesci del nostro Serchio e le nostre spiagge del Parco con divieto di balneazione; ora son ritornate fonte di lavoro/guadagno/divertimento.

...poi: Lo "dicano" da anni ma...

15/4/2021 - 7:25

AUTORE:
La bonifica

La bonifia oggi
Quando nacqui avevo un’agricoltura non intensiva e i contadini mi curavano per bene anche l’aspetto. Lungo i fossi piantavano alberi come negli stradoni, i fossi li pulivano con la frullana ed io ero coltivata con granturco e grano. Il mio terreno molto ricco di acqua era perfetto per il granoturco . Non disdegnavo nemmeno i cavoli e in certe zone neanche gli spinaci . Oggi con l’avvento, da anni, dell’agricoltura moderna sono cambiata anche nel mio aspetto. In Autunno ero solito sentire cantare qualche Piviere e qualche Fifa ( Pavoncella ) anche i beccaccini amavano sostare nelle mie marcite dei gambuli del granturco e i colombacci che hanno degli occhi boni restavano per quasi tutto l’inverno a mangiare i chiccoli di granturco . I canneti e le cannelle facevano modo che le gallinelle e qualche uccello acquatico si buttassero nei fossi . Oggi sono diventata tutta brulla, sembro un campo sportivo. Dal fosso della barra si vede fino alla macchia e tutti gli animali che mi frequentavano hanno cambiato zona perché un sanno dove rimpiattassi . Bei mi tempi quando i cacciatori e i pescatori mi frequentavano assiduamente, oggi anche per loro sono un campo sportivo. I contadini si sono dovuti “evolvere” e seguire l’agricoltura intensiva moderna . Penso che non sia una buona attività nemmeno per il mio amato vicino lago che io vedo sempre più morente . Forse farmi tornare come una volta sarebbe un’ottima idea . Lo dicano da anni ma come si usa dire : le chiacchere non fan farina ! Le porta via il vento ! Intanto continuo a sprofondà , prima o poi si convinceranno che l’agricoltura deve cambia’ in bonifia e gli agricoltori devano collaborare per salvare il mio amico lago che, anche per colpa mia, sta morendo!