Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Luna lasciva,
amante degli amanti,
mostraci il seno.
Ve li ricordate gli haiku?
Ce li siamo rimbalzati a centinaia, addirittura dal 2018, con suggestivi nomi di fantasia: Alìbabà, Mommé, Menestrello, Giullare, Sanciopancia, Pachito, Chira, Palmira, Gargantua, Maghella, Morgana, Sorpampurio, Gargamella, Giogiò, Gioreka, Melody, Glory, Monello, Proserpina, Polifemo, Poseidone, Plutone, Puffalmacco, Birba, Donciccio, Madamadorè, Salomè, Gil, Ramon, Joi, Kalì, Paolitas, Bambi, Kelly, Unicum, Dylan, Malù, Charlize, Braccio di ferro, Caesar, Augustus e decine di altri.
Fiore di duna,
se stai col naso in su,
se non c’è il sole c’è la luna,
e non puoi aver di più.
E gli stornelli?
Più semplici, più orecchiabili e difatti il “tempo dello stornello” è stato un successo incredibile, avete scritto a centinaia per mesi e mesi.
Se sei triste dici che hai la luna,
poi ti passa e dici: che fortuna!
Cambia il tempo? Fa male il callo
e il cielo ha colore scureggiallo,
ma non temere, brilla sempre la tua luna!
Intramezzati a giapponesi dure terzine di 5-5-7 sillabe e frizzanti fiorite toscane canzoncine rimate si è presentato ed accolto uno scozzese sistema di verseggiare, il limerik.
Qui la difficoltà (?) è di terminare con la stessa parola finale della prima delle due coppie assonanti e baciate.
Cari lettori non si può (poteva) continuare all’infinito con queste frivolezze, ma non si possono neanche sopportare i continui sterili battibecchi politici dell’altra parte del giornale, almeno noi cambiavamo il nome del “fiore” mentre là son sempre gli stessi “cavoli”!