Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
L’umbilicus rupestris, chiamato “ombelico di Venere” per la forma delle sue foglie carnose e lisce con un piccolo incavo al centro, un ombelico quindi, e rupestris perché nasce solamente su rocce e crepe di vecchi muri, è stato preso sempre come simbolo di bellezza carnale e quindi nessun nome poteva essere più appropriato di Venere.
Il giocoso spirito italiano lo associa ad una storia che va dalla carne voluttuosa alla pietanza deliziosa e nasce la leggenda del tortellino e dell'ombelico di una donna:
Si racconta che, dopo aver passato la notte in una locanda dell’Emilia, Venere fu sorpresa completamente nuda dal proprietario che andò a svegliarla. L’uomo, ammaliato da tanta bellezza, tentò di riprodurne le fattezze, nello specifico dello splendido ombelico, con un fazzolettino di pasta. Nacque il “tortellino o turtlén”!
E, tanto per restare nel tema carnale sentite questa:
la pianticella è ermafrodita, sta mesi adagiata a pancia in su finché esplode in una sensualità che solo Venere poteva scatenare: nel centro della foglia, appena appena poco sotto, in questo magico mese d’amore, un “pollone” si alza ritto e duro portando il seme della rinascita.
Venere è sazia!
Direbbe un giapponese:
Centro d’amore
Nido e lussuria
Di pianta o donna o dea.