L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia.
L’umbilicus rupestris, chiamato “ombelico di Venere” per la forma delle sue foglie carnose e lisce con un piccolo incavo al centro, un ombelico quindi, e rupestris perché nasce solamente su rocce e crepe di vecchi muri, è stato preso sempre come simbolo di bellezza carnale e quindi nessun nome poteva essere più appropriato di Venere.
Il giocoso spirito italiano lo associa ad una storia che va dalla carne voluttuosa alla pietanza deliziosa e nasce la leggenda del tortellino e dell'ombelico di una donna:
Si racconta che, dopo aver passato la notte in una locanda dell’Emilia, Venere fu sorpresa completamente nuda dal proprietario che andò a svegliarla. L’uomo, ammaliato da tanta bellezza, tentò di riprodurne le fattezze, nello specifico dello splendido ombelico, con un fazzolettino di pasta. Nacque il “tortellino o turtlén”!
E, tanto per restare nel tema carnale sentite questa:
la pianticella è ermafrodita, sta mesi adagiata a pancia in su finché esplode in una sensualità che solo Venere poteva scatenare: nel centro della foglia, appena appena poco sotto, in questo magico mese d’amore, un “pollone” si alza ritto e duro portando il seme della rinascita.
Venere è sazia!
Direbbe un giapponese:
Centro d’amore
Nido e lussuria
Di pianta o donna o dea.