In questo nuovo articolo di Franco Gabbani viene trattato un argomento basilare per la società dell'epoca, la crescita culturale della popolazione e dei lavoratori, destinati nella stragrande maggioranza ad un completo analfabetismo, e, anzi, il progresso culturale, peraltro ancora a livelli infinitesimali, era totalmente avversato dalle classi governanti e abbienti, per le quali la popolazione delle campagne era destinata esclusivamente ai lavori agricoli, ed inoltre la cultura era vista come strumento rivoluzionario.
Gaia Tortora ieri sera a Piazza Pulita ha dato una lezione di civiltà all’Italia, ha detto parole chiare e nette contro un’informazione, per fortuna non tutta, che va a braccetto con certa politica sguazzando nell’humus di una democrazia decomposta, pronti a ferire, con un mix di giustizialismo maleodorante e ferocia nei confronti dei diritti individuali, le persone.
Ieri sera Gaia ha detto senza tentennamenti che nessuno può sentirsi assolto rispetto al massacro quotidiano di innocenti fino a prova contraria, e non di colpevoli non ancora beccati, lo ha fatto guardando in faccia Antonio Padellaro e Barbara Lezzi, due esempi di questo degrado civile.
In collegamento anche Simone Uggetti, vittima di questa gogna mediatico-politica.
E quando Gaia Tortora ha ricordato ai suoi interlocutori che basterebbe un condizionale in più, una foto in meno sbattuta in prima pagina, ho solo visto smarrimento in Padellaro e Lezzi.
Non pentimento. Smarrimento e silenzio.