L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia.
“Il Parlamento farà ciò che ritiene”: nello scontro con Franceschini tutta l’indipendenza di Draghi
I diktat non sono consentiti. Figurarsi le minacce velate.
Questo il “Draghi-pensiero” applicato a quanto accaduto poche ore fa in Consiglio dei Ministri: protagonisti Dario Franceschini e Roberto Speranza. O più correttamente: Franceschini e lo stesso Draghi.
I fatti: il ministro della Cultura, rivolgendosi al titolare della Salute, ha chiesto che all’estensione del “super Green pass” seguisse la piena capienza per i teatri. Fuga in avanti secondo Draghi, che ha impiegato all’incirca una frazione di secondo per comprendere di essere, ben più di Speranza, il vero destinatario dell’affondo di Franceschini, il quale da tempo sente sul collo il fiato di un intero settore che intende ripartire a pieno regime.
Il metodo Draghi, però, si conferma quello del “rischio calcolato“. E riaprire oggi ad assembramenti massicci in luoghi chiusi, al netto del Green pass, costituirebbe un azzardo. A maggior ragione considerando che le scuole hanno riaperto da pochi giorni, e nemmeno in tutte le regioni. Dunque Draghi è intenzionato a valutare prima l’impatto che queste riaperture avranno sulla curva epidemiologica, poi si vedrà.
Ma al di là del merito, è il modo con cui Draghi si è opposto a Franceschini a descrivere l’essenza della sua leadership. “Non faccio norme ad hoc“, ha risposto alla richiesta di Franceschini. E quando il titolare della Cultura lo ha messo in guardia dicendo: “Ma così il governo andrà sotto in Parlamento“, la replica definitiva è stata un manifesto d’indipendenza. Draghi lo ha gelato: “Il Parlamento farà quel che ritiene. Noi prima valuteremo la situazione epidemiologica e poi decideremo“.
Un memento per tutti i presenti, scandito, al solito, senza bisogno di alzare la voce, con la sicurezza che solo l’autorevolezza può conferire. Questo è Mario Draghi: uno statista, non ricattabile da nessuno.