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L'articolo di oggi non poteva non far riferimento alla festa del SS. Crocifisso che Pontasserchio si appresta a celebrare, il 28 aprile.Da quella ricorrenza è nata la Fiera del 28, che poi da diversi anni si è trasformata in Agrifiera, pronta ad essere inaugurata il 19 aprile per aprire i battenti sabato 20.La vicenda che viene narrata, con il riferimento al miracolo del SS. Crocifisso, riguarda la diatriba sorta tra parroci per il possesso di una campana alla fine del '700, originata dalla "dismissione" delle due vecchie chiese di Vecchializia. 

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Colori u n altra rosa
Una altra primavera
Per ringraziarti amore
Compagna di una vita
Un fiore dal Cielo

Aspetto ogni sera
I l tuo ritorno a casa
Per .....
Oggi è venuto a mancare all’affetto di tutti coloro che lo conoscevano Renato Moncini, disegnatore della Nasa , pittore e artista per passione. .....
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Alla nuova Amministrazione
di Trilussa

10/10/2021 - 18:51


Sul giornale si leggono alcuni commenti denigratori nei confronti di Vecchiano Civica su cui non sono d’accordo. Ogni forza politica in un regime democratico ha il diritto di avere le proprie idee sullo sviluppo del territorio, del proprio Comune, poi saranno gli stessi cittadini ad indicare quello che a loro sembrerà il miglior programma per gli anni a venire. È evidente che gli elettori in questa tornata elettorale hanno espresso chiaramente la loro opinione riguardo ad una continuità col passato, bocciando sonoramente il cambiamento da una linea politica che da molti anni ha sempre messo in primo piano la tutela del territorio.


Come osservazione personale debbo dire che invocare una direzione diversa sembra piuttosto anacronistico, considerando l’importanza che in questo momento viene finalmente data all’ambiente e al cambiamento climatico. Cambiamento climatico in cui ognuno deve fare la propria parte, piccola o grande che sia, e imboccare una strada che porti a nuovi insediamenti con nuovi rifiuti, inquinamento e consumo di suolo non appare in linea coi tempi.


Per il largo consenso elettorale non si può non considerare il contributo fornito dai precedenti assessori che si sono distinti, specie e non solo in occasione della pandemia, per il loro impegno, professionalità, competenza e bravura al punto che, se fossero giocatori di calcio, si potrebbe rischiare di vederceli portar via da qualche squadra del nord a suon di milioni.

Ora comunque abbiamo una nuova amministrazioni per cinque anni, forse più vedendo la percentuale di consenso a questa linea politica, e mi sento di dover fare alcune osservazioni riguardo al futuro del nostro Comune.


Parlare del futuro, di quello cioè che sarà Vecchiano nel prossimo decennio e oltre non solo mi sembra opportuno, ma soprattutto utile e doveroso.  In altre parole vogliamo continuare così, con questo tipo di sviluppo oppure guardare, con coraggio e idee, più in alto e più avanti?


Noi cittadini, specialmente migliarinesi, con il Parco abbiamo perso molto, per il traffico, i rifiuti, i permessi per qualunque modifica strutturale di aree e fabbricati, per i terreni rimasti inedificabili solo per una riga su un foglio. Vorremmo, se possibile, avere indietro qualcosa in termini di strutture e servizi e questo sarebbe possibile solo se l’Amministrazione ampliasse la quantità delle proprie entrate modificando l’attuale modello di sfruttamento delle cose che abbiamo di più prezioso e cioè la marina e il parco.


Nel modello attuale l’Amministrazione comunale dall’uso della marina percepisce solo gli affitti delle strutture e una parte degli introiti dei parcheggi ma in cambio deve mantenere la spiaggia sgombra dai rifiuti (operazione a volte ripetuta più volte per mareggiate), sistemare strade e vialetti, recinzioni e segnaletica stradale, controllo e vigilanza di polizia e sanitaria. Vogliamo continuare negli anni a gestire la Marina nello stesso modo? Anche per i prossimi decenni? O cerchiamo modi diversi di sfruttamento turistico, locale, nazionale e internazionale considerando quello di importante e attrattivo che abbiamo?

Vediamo: una bella spiaggia di sabbia di oltre quattro chilometri, un parco regionale ancora intatto, molti vecchi edifici rurali e industriali dismessi ma ancora sfruttabili, un aeroporto vicino, la Versilia a due passi, una stazione ferroviaria ancora recuperabile, le città d’arte talmente vicine che ci si domanda come sia possibile che non si sia mai fatta una politica di sosta locale con un pacchetto comprendente visite guidate alle città d’arte, mare, sole, natura e cultura.  Nessuna lista ha affrontato nel merito questo problema che comunque non sembra secondario se si alza un po’ la testa e si cerca di guardare non al domani ma a qualche settimana oltre.


Una Porta del Parco è il mio primo suggerimento. Una sbarra all’inizio della via del Mare con pagamento per l’ingresso. Gratuito per i vecchianesi, ridotto, simbolico o assente per quelli di San Giuliano e a tariffa per tutti gli altri. Due effetti immediati, entrambi positivi: un forte introito per la casse comunali da riversare su riduzione di tasse e miglioramento servizi e possibilità di riduzione e controllo delle auto sul litorale. In ultimo consapevolezza degli ospiti che si sta entrando in un’area protetta, in un Parco e non solo in una strada da percorrere velocemente per una spiaggia. Starebbe poi agli uffici tecnici comunali stabilire le modalità di attuazione di questa chiusura dovendo tener conto di moli fattori, non ultimo la salvaguardia degli interessi degli esercizi commerciali del litorale.


Mandria: vecchi edifici ancora recuperabili con interventi di finanziamento sia pubblico che privato. Anni fa fummo vicini alla realizzazione di un sogno, quello di vedere tornare alla vita questo stupendo complesso industriale sottovalutato da entrambi gli attori: proprietà e amministrazione. C’era un progetto, con tanto di mappe redatte da uno studio di architettura fiorentino, e c’erano anche investitori disposti alla cifra di trenta milioni di euro per ricavare, con il recupero e la trasformazione di quelli edifici, occasioni di guadagno e di lavoro. Si parlava di un grande albergo internazionale, scuola di lingue per studenti stranieri, un auditorium, edifici commerciali, insediamenti artigianali, locali di svago e di ristoro che naufragarono forse in intoppi burocratici, dispute familiari, mancata volontà di osare e di rischiare, insipienza amministrativa.


Gli edifici sono ancora lì. Pensate alla loro straordinaria localizzazione rispetto a tutto quello che abbiamo d’intorno e a dove sono collocati, nel pieno di un’area verde, di un possibile parco urbano come la via dei Pini, di quello che potrebbe essere il centro direttivo del Parco. Se si vuole avere un’idea di come poteva essere il progetto basta cliccare sul computer “Gargonza” e vedere come si possono sfruttare a scopo turistico e occupazionale edifici e castelli senza farli cadere in rovina e senza consumo di suolo. Come al castello di Gargonza un albergo diffuso utilizzando i molti edifici che la proprietà Salviati ha sparsi per il bosco, un utilizzo degli edifici di Case di Marina per un centro visite del Parco, un Ostello della gioventù, un pensiero alla Casa degli incursori prima che cada definitivamente in rovina.
Suggerisco di percorrere anche questa strada, nonostante la difficoltà. Un assessore incaricato o un consigliere con una delega specifica che si occupi in maniera continuativa di confrontarsi con la proprietà Salviati per trovare un accordo che permetta nuova vita a quegli edifici abbandonati e, secondariamente ma non meno importante, la realizzazione di una vera pista ciclabile che arrivi al mare attraverso la pineta.  Si tratterebbe di una straordinaria occasione non solo per andare al mare in maniera diversa, ma anche come strumento di attrazione turistica, specie se unito a tutto il resto. Da inserire quindi in un piano completo e ambizioso di nuovo e maggiore sviluppo turistico comunale senza né la posa di un mattone né l’apertura di una nuova strada.


In questo straordinario piano di diverso sviluppo turistico del nostro territorio potrebbe trovare posto anche l’idea di limitare a barche a remi o motore elettrico l’uso della via d’acqua a Bocca di Serchio. Sembra un’eresia ma è semplicemente quello che succede in tutti i siti di straordinaria bellezza e interesse naturalistico d’Europa. Pontili gratuiti, passo di barca accessibile a tutti e gratuito, servizio di assistenza bagnanti sulla spiaggia. Con gli introiti derivanti da questo nuovo modello si potrebbe fare, utilizzando il nostro parco come fonte di reddito e migliorandone anche l’aspetto ambientale aumentando così l’attrattiva nazionale e internazionale.


Nella nuova amministrazione ci sono giovani e in gamba, spero in loro per un futuro diverso del nostro territorio, un modello più simile a quello che mi immaginavo e che speravo al tempo della lotta contro il progetto Porto Cristina, affascinato com’ero dalla visione del Parco proposta allora dall’architetto Cervellati.
 
 

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16/10/2021 - 12:40

AUTORE:
Cittadino amministrato

Si la Via del Mare, la pineta ed il seminativo dalla rotonda al mare è di proprietà Salviati/Centurione, la spiaggia è di proprietà del Comune di Vecchiano con regole stabilite dal Demanio statale/Comune, Parco Regionale e UE.

16/10/2021 - 12:24

AUTORE:
Luigi

Un articolo importante per sollecitare la nuova amministrazione a un modello di sviluppo più integrato con l'ambiente straordinario che ci è stato dato in comodato d'uso.

13/10/2021 - 0:18

AUTORE:
Mister No

lo sviluppo turistico/naturalistico del nostro territorio , non solo della zona di Migliarino , è già in ritardo di almeno 20 anni . Scommettiamo che fra 5 anni siamo ancora qui a parlarne ? e buffo a dirlo con la massima felicità di tutti gli elettori di una parte politica e con il totale disinteresse del 40% circa di astensionisti

12/10/2021 - 10:28

AUTORE:
Amico di Francesca*

Archivio > la Repubblica.it > 2007 > 08 > 22 > C' è una casa nel bosco e sarà un' accademia


«Il bosco del mito» nasce da un' utopia. E da un cammino a ritroso. Perché se «l' ordine delle cose - come scrisse Vico nella "Scienza nuova" - procedette che prima furono le selve, dopo i tuguri, poi i villaggi e le città e infine le accademie», nella foresta di pini monumentali tra il fiume Serchio e il lago di Massaciuccoli dovrebbe nascere proprio un' accademia. O meglio un centro internazionale dedicato al bosco. Un parco di tremila ettari, duemila di pineta e mille di terreno coltivato, che costituiscono la tenuta dei duchi Salviati di Migliarino Pisano. Un baluardo pronto alla riscossa, un vasto polmone verde affacciato sul mare per quattro chilometri che cerca di ritrovare voce, suoni, fiabe e racconti legati ad alberi e fronde, a quelle antiche selve, luogo profano e sacro insieme in cui nacque la civiltà. Salvato negli anni '60 dalla speculazione edilizia grazie alla determinazione di Lisabetta Salviati, in aperta opposizione alla famiglia che ne aveva già decretato la vendita per realizzarvi villette e abitazioni, il bosco di Migliarino conserva e difende quella «vocazione visionaria», come Francesca Centurione Scotto definisce la rinuncia della suocera alla vendita e al guadagno di svariati miliardi. Così ormai da due anni, quell' utopia si misura con la realtà, iniziando dal recupero degli edifici ottocenteschi dei magazzini dei cereali, dove i proprietari attuali Carlo e Francesca Centurione Scotto, hanno aperto i primi spazi all' arte per celebrare la bellezza della natura e del bosco. Ed è nelle grandi stanze dei magazzini, un tempo adibite a granaio, che quest' anno il tema del bosco e del mito si è coniugato con la mostra di i trenta dipinti di Lisl Brewster Hildebrand, singolare figura di lady anglo-tedesca, figlia dello scultore Adolf von Hildebrand che aveva eletto Firenze come patria d' arte nella sua casa-cenacolo di San Francesco di Paola. Ancora visitabile fino al 2 settembre (a ingresso libero), la rassegna presenta vedute di Firenze, ritratti e fughe arcadiche di paesaggi popolati da figure e animali, soggetti che evocano il senso panico della natura come rifugio di armonia e bellezza. Visioni di un' esteta raffinata e colta, nutrita di miti e visioni mediterranee, innamorata dei «luoghi del sublime» battuti dai viaggiatori del Grand Tour, meta dei viaggi di formazione che facevano di Migliarino, la Versilia, Bagni di Lucca tappe irrinunciabili come la visita ai monumenti e le gallerie fiorentine. Un' iconografia in perfetta sintonia con l' ambiente intorno, dove tra vetusti platani, spalliere di siepi, qualche sequoia e cocci di limoni si affacciano la villa e gli altri edifici della tenuta. E svettano gli ombrelli dei pini alti 25-30 metri della folta pineta che arriva al mare. «La pineta fu piantata da Scipione Borghese Salviati tra 1854 e '84 facendo bonificare la palude e fondò un' azienda agricola che dava lavoro a 800 persone. Creò un vero villaggio industriale, con la Tabaccaia, la Pinolaia, una delle prime strutture realizzate da Nervi in Italia, la Mandria, i Magazzini, le varie abitazioni, c' era anche un cinema» racconta Francesca Centurione Scotto, mostrando gli immobili oggi in disuso ma con i tetti già recuperati, un tempo azienda agricola in piena efficienza. Il progetto di restauro conservativo dei vari corpi è pronto, prevede finanziamenti per 30 milioni di euro per ospitare negli edifici atelier per artisti, musicisti, poeti e antropologi, per avviare attività che ruotino intorno ai temi degli alberi e della natura, oltre a strutture ricettive e un centro visite. «Coinvolgendo anche i bambini, come già abbiamo fatto in questi due anni di attività dei laboratori sul bosco» prosegue Paola Boschieri, antropologa e organizzatrice culturale del progetto del centro culturale internazionale. «Lo vorremmo chiamare "Il Bosco", o "I Selvatici", oppure "Il Bosco dei Selvatici" - la pineta resta lì, come un fondale marino da scoprire, da conoscere attraverso itinerari, letture poetiche, teatro, musica, temi che i vari artisti avranno il compito di affrontare e comunicare, perché il mito è racconto - prosegue Francesca Centurione Scotto - Un patrimonio verde da salvaguardare come una cattedrale antica. Preferisco parlare di culturismi più che di agriturismi, di luoghi aperti all' arte, di laboratori di conoscenza». Eppure la tenuta appare un po' come un' isola, un luogo da sogno immerso nel selvatico e nel silenzio del bosco. Intorno corre la strada asfaltata che porta a Marina di Vecchiano, ai grandi parcheggi inaugurati lo scorso anno sul mare che «hanno tagliato di netto le dune del parco», allo stradone asfaltato che come un' autostrada corre parallelo al mare, «dove ad agosto hanno registrato 15 mila presenze, dove sono stati allestiti tre stabilimenti balneari sul modello di Viareggio - precisa Centurione Scotto - nonostante sia territorio del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli». E c' è chi lamenta che a sera, spariti i vacanzieri, quei parcheggi recintati sul mare e controllati fino al tramonto, diventino zone franche per la prostituzione. Mentre un altro progetto del Comune di Vecchiano si profila all' orizzonte e prevede tra i campi di Migliarino, all' uscita dell' austostrada, un mega centro commerciale con vari outlet e un grande magazzino Ikea. Il posto dell' utopia sembra accerchiato. E non è uno spettacolo edificante percorrere i suoi confini, lungo la strada verso il mare, per scoprire i mucchi di immondizia lungo il recinto sfondato e aperto in più punti, dove è facile incontrare drappelli di giovani cinghiali addomesticati che mangiano pane e rimasugli di cibo portati da qualcuno. Altro che selva oscura, lì intorno. «Ecco, noi vogliamo offrire un' alternativa a chi non vuole correre, consumare e correre sempre. Il concetto è fermarsi, ascoltare, stare in mezzo alla natura» si infervora Francesca Centurione Scotto. L' appuntamento è al prossimo anno: con nuovi laboratori e un concorso per le scuole su «Gli alberi dei poeti», e un' altra mostra che avrà come protagonista Adolf von Hildebrand.

12/10/2021 - 10:17

AUTORE:
Bruno della Baldinacca (alias Bruno Baglini)

...ci provammo con l'architetto Simonetta Bracciali anni fa a sviluppare di comune accordo con noi Comitato Parco di Migliarino.
Portavoce nostri erano Fausto Guccinelli e Paolo Magli, l'interlocutore/propositore era La sigr.ra Francesca* Centurione Scotto Salviati che prevedeva il ripristino di tutto il Borgo Migliarino.
Ma come sappiamo i duchi Salviati non sono più un "unicum" e la "nostra" architetto riuniva separatamente le varie anime proprietarie del vecchio Borgo che, è sempre li che aspetta che Betta si mariti.
In pochi sanno che il magazzino dei cereali; Lisabetta Salviati per un terzo ne è divenuto proprietario il Parco per gli oneri dovuti al rifacimento di Case di Marina e Casa Ciardelli che son li a disposizione dei biacchi et pipistrelli.
Solo la Marina di Vecchiano acquisita dal Demanio Statale dal Sindaco Lunardi e l'assessore preposto alla nostra spiaggia Cattani e così sempre Lunardi Sindaco tagliò il nastro della Via del Mare che da privata ora è di uso pubblico come lo è il parcheggio di Case di Marina acquistato da Forese e Lionardo Salviati.
Quindi essendo la Via del Mare di uso pubblico si pensa bene di gestire il transito per l'accesso al Parco Regionale (di proprietà Saviati/Centurione-parte agricola e forestale-) e la Marina regolata dal Comune di Vecchiano con le regole stabilite al momento dell'acquisto dal Demanio Statale e cioè un decimo della spiaggia data in affitto dal Comune a dei privati cittadini che rispondono alle regole; anche della concorrenza.
Chiudere/aprire una sbarra come un uscita/entrata autostradale con casellante, li dalle 7 del mattino alle 24.00 e/o con telepass si può?
Certo che si e da novembre ad aprile ci sarà la corsa "curiosa" di mamme et padri inglesi, tedeschi, e/o di Albavola, Molina di Quosa, Albavola, Sant Andrea in Pescaiola; -loro a metà prezzo- che; depositato i giovani figli a scuola e correranno prima della dimoia a vedere le nostre belle brinate sulla "nostra rena particulare".

...."andetti" credendo di contare qualcosellina essendo stato eletto presidente del Consiglio di Frazione di Migliarino nel lontano /88 ad un incontro da me richiesto con Forese e Bona Salviati; distinto naturalmente.
Al tempo di mio padre Giulio Baglini, per prendere una decisione, doveva seguire la gerarchia, Giulio doveva sentire prima il parere di Gino suo fratello maggiore, capofamiglia poi per arrivare al duca, doveva passare da Aldo Baronti il fattore che riferiva a Marco Marradini il capo fattore e poi a loro comodo il padrone di casa e podere Baldinacca.

....io "andetti" con il mio bel progettino pensato per giorni e...io/noi migliarinesi pensiamo che...per un poco di tempo Bona Salviati mi fece parlare, poi mi disse seccamente: Il Parco della Fattoria di Migliarino è proprietà privata e per far quello che Voi volete, ci espropriate dandoci il dovuto (ma il dovuto chi lo stabiliva?) e poi ci fate quello che vi pare.
Di volta in volta in un paese democratico il da fare lo decidono i cittadini con il loro voto e nel nostro caso; menomale che c'è una sovrastruttura denominata "Parco Regionale" che si da un tempo di 99 (novantanove anni) per cambiare "qualcosellina" altrimenti i confini e le "entrature" sarebbero spesso sulle rote (ruote) e buon per noi migliarinesi tutti chi vuole cambiare per cambiare, riman sempre con il cane tirato su.
Vuol dire che certi bei valori non si "scancellano facirmente".

...ed il meglio a da venire, un sorriso.
bona

12/10/2021 - 8:02

AUTORE:
Francesco

Bell'articolo caro Trilussa.

Si potrebbero aggiungere anche il recupero del lago e della collina. Ma già così il tuo articolo è apprezzabile. In effetti spero proprio che le tue parole non passino inosservate e siano di inspirazione alla nuova giunta, che magari, oltre all'uso della dovuta e imprescindibile resilienza, riesca a trovare inspirazione per recuperare il vecchio e proiettarlo nel nuovo.
Prima che sia troppo tardi..

11/10/2021 - 7:34

AUTORE:
Jekke

Della nuova amministrazione non si ha ancora notizia. Nelle grandi città le varie Giunte sono già al lavoro, mentre a Vecchiano (non è chiaro perché) ancora tutto tace. Eppure le indicazioni dei cittadini sono chiare, squadra che vince non si cambia. C'è da chiedersi se davvero Vecchiano sia un contesto più complesso rispetto a Bologna o Milano, le cui Giunte sono già al lavoro a 5 giorni dal voto, o forse abbiamo un sindaco che stenta a prendere decisioni.
Ci ha martellato di inutili bollettini sul Coronavurus per 20 mesi ogni giorno e ultimamente di card su Facebook "fatto", per promuovere ogni cosa grande e soprattutto piccola cosa realizzata.
Sarebbe adesso opportuno che tra un bollettino covid e l'altro ci comunicasse anche la composizione della nuova Giunta, o comunicasse almeno invece cosa impedisce di vararla. Aspettiamo con ansia la card su Facebook "fatto" con i nuovi amministratori. Il Sindaco Ha appena cominciato il nuovo mandato ed è già in ritardo.