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Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.

Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.

Cooperativa Teatro del Popolo- Miglarino
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Massimiliano Angori, Presidente
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Doppio evento a Vecchiano per l'80esimo anniversario della Liberazione d'Italia.
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•Governo Renzi
Presidente Mattarella
•Governo .....
Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Raccontino di Giancarlo Montin
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Magnifico salvifico silenzio
È il primo maggio, uno splendore
Grazie all'esodo di tutte le persone
che lontane da casa
vivon la percezione
di fruire .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
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Chi l'ha vista?

29/10/2021 - 10:28

 
Folgóre da San Gimignano  è stato un poeta italiano del ‘300. Fu un rappresentante della poesia comico-realistica, un movimento poetico nato in Toscana circa nella metà del suo  secolo che si contrapponeva alla lirica italiana dominante di quell'epoca per lo stile basso e le tematiche laiche e mondane.
Nei suoi versi, Folgóre rappresentò anche scene di caccia, giostre e conviti della ricca borghesia cittadina.
Famosi sono i suoi sonetti sui mesi e sulla settimana: ecco marzo
 
Di marzo sí vi do una peschiera

d’anguille, trote, lamprede e salmoni,

di dèntici, dalfini e storioni,

d’ogn’altro pesce in tutta la rivèra;

 

ecc.ecc.


Ecco la prova che la lampreda fosse considerata pesce commestibile e difatti lo era anche da noi.
La lampreda, che era vissuta in mare 4 o 5 anni, risaliva il Serchio  fra febbraio e marzo arrivando fino alla steccaia di Ripafratta dove si accoppiava e, come i salmoni nelle loro classiche e note risalite, moriva e la pietosa corrente la riportava nel suo primitivo ambiente.
Noi pescatori usavamo i piccoli, le lampredine, per pescare cavedani e ragni e io, nella mia vita sul Serchio, raccattavo i pesci morti, che avevano pelle durissima bellissima tigrata, per conciarle e farne copertine per i libri di scuola destando meraviglia fra i compagni cittadini. Ora la lampreda è completamente scomparsa dal nostro e dagli altri fiumi italiani e riguardo con tenerezza, non con il ribrezzo comune, la sua bocca unica e bella nella sua bruttezza!

La foto “del giorno” è di “un giorno” di mezzo secolo fa e la lampreda era lunga più di un metro e del peso di diversi chili.

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5/11/2021 - 11:06

AUTORE:
Landrù

Che bocca sgradevole hai
lampreda e pur se piccina
i denti son di squalo, e ahi,
grido a vederli come una gallina;
al solo immaginarne un tocco
mi paralizzo e subito mi arrocco
lasciandoti per pranzo di qualcuno
che non teme mostriciattolo parassiti
o altri strani alieni ormai acquisiti
con lo stravolgimento climatico ambientale.
La tua orribile bocca pare
il tubo del bidone spazzatutto
che bello se nel fiume o nel mare
tu potessi aspirare i troiai e un po' di tutto!