Il mese scorso è stato presentato un nuovo libro pubblicato dall'Editore MdS, "Il coraggio tra i fiori di ortica", un'opera intensa e profonda cheracconta l'infanzia non solo nella sua dimensione più luminosa, ma anche nelle sue ombre, fatta di giochi e risate, ma anche nelle sue ombre, tra segreti, paure, abusi e battaglie quotidiane che i più piccoli affrontano con straordinaria forza.
Un libro che ci ha subito colpito e per il quale si preannunciava un sicuro interessamento e successo a livello nazionale.
Il campo di calcio.
Che fu!
Come ha scritto Giancarlo nel suo “Le parole di ieri” a proposito del vecchio campo di calcio del “Migliarino, il “campo del Troncolo” era un luogo di ritrovo dei ragazzotti del paese, poi passato al rango di allenamento e disputa di serie partite fra la squadra nostrana e le altre dei paesi, anche lontani, partite che i nostri vincevano quasi sempre.
Aneddoti ce ne sono a decine, ma quello che successe a me da bimbo, spettatore di una combattuta partita, è sconosciuto e marginale.
Una domenica (anni ‘50) mia madre mi accompagnò in bicicletta alla “partita” al Troncolo. Per veder meglio il gioco mi agguantai alla rete di recinzione dove appoggiai la faccia.
Il pallone era di cuoio durissimo, la potenza della pedata fortissima e la mia testa giovanissima… svenuto per non so quanto, mia madre che piangeva e io che ho iniziato ad odiare il calcio!
Tutti i miei amici erano calciofili, io calciofobo!
E non mi è ancora passata!