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L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.

E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.

Il fu presidente Biden lascia la carica e fa un bel .....
E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Andrea Paganelli
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di Umberto Mosso
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di Andrea Paganelli
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di Tonino Serra Contu
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di Niram Ferretti
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di - Maestra Antonella
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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LA GRANDE BELLEZZA
di Trilussa

19/12/2021 - 17:32


Si dice che chi vive nell’abbondanza, chi ha la possibilità di godere di privilegi e prebende è abbastanza comune non si renda conto della fortuna che gli è toccata. Già nascere bianco e in paese occidentale rientra nella categoria dei più fortunati, anche se raramente ci pensiamo e di solito lo diamo per scontato. Chi poi, oltre a questi privilegi di base, nasce anche in Toscana, a Pisa, a Vecchiano, si deve ritenere doppiamente fortunato.

Siamo nati in un Parco, siamo cresciuti sulla riva di un fiume, abbiamo boschi e montagne a portata di mano, il mare sotto casa, una campagna meravigliosa sia d’estate che d’inverno; abbiamo anche un lago e se ci spostiamo di pochi chilometri possiamo raggiungere città d’arte e luoghi di villeggiatura internazionali.

Il nostro territorio è vario e non piatto come nelle grandi pianure del Nord dove l’occhio spazia per chilometri senza incontrare nessun ostacolo, luoghi di una piattezza disarmante e monotona che fa intristire. Noi possiamo scalare colline, posiamo perderci nelle macchie, passeggiare lungo il mare, andare in barca a nostro piacimento su lago, fiume o mare.

Basta una bicicletta, un po’ di tempo e un po’ di salute per godere di tutto questo. Servirebbero anche delle buone piste ciclabili ma sembra che tutte le amministrazioni passate e presenti non le abbiano mai considerato utili e indispensabili per cittadini e turisti. Una cosa a dir poco curiosa per un Comune che ha la maggior parte del proprio territorio inserito in un Parco Regionale e una Marina a portata di bicicletta; ma è così nonostante le molte sollecitazioni e lo sviluppo in grande e continua crescita di un ti turismo di tipo ecologico-ambientale, anche internazionale, con progetti di ciclabili che uniscano il nord e il sud dell’Italia.

Con la bici non importa avere denaro, non importa essere ricchi, non c’è da spendere niente se non un po’ di tempo e di salutare fatica. Ma per capire bisogna però saper vedere, saper osservare quello che ci circonda cercando di dimenticare per un attimo il nostro occhio abituato e passivamente insensibile alla novità della bellezza e provando invece a guardarci intorno con quello del turista, dell’estraneo, di chi non conosce e non ha mai visto.

Allora quando in una giornata tiepida di sole in autunno e con il cielo terso arrivi in una Bocca di Serchio deserta e ti soffermi a osservare, con l’occhio pronto a giudicare la bellezza di dove ti trovi, solo allora ti rendi conto della fortuna che hai avuto a nascere qui invece che in una grande città o in un grande pianura.

Ma per tutti non è facile, l’abitudine può creare l’incapacità di osservare. Ci vuole un piccolo sforzo, un minimo impegno, una sia pur minima riflessione per poterci rendere conto di una situazione che diamo per scontata: quella di vivere in un posto da favola.

 È vero che la pandemia che abbiamo vissuto, e che stiamo ancora vivendo ci ha cambiato, e non siamo purtroppo diventati migliori come speravamo. Siamo più ansiosi, lamentosi, più cattivi, più scontenti e cerchiamo sempre di dare colpe, di attribuire responsabilità e osservare tutto, proprio tutto, con uno spirito ossessivamente critico perdendo di vista quanto siamo stati fortunati.

Sono sempre di più quelli che spesso non riescono ad apprezzare quello che esiste di buono e positivo intorno a loro e che tendono a vedere sempre il peggio di ogni circostanza con un atteggiamento negativo che fa perdere obbiettività e in ogni situazione.Un atteggiamento ipercritico che tende ad aggravare il loro disagio.

Chi naviga anche poco sui social locali rimane colpito, e talvolta sconcertato, dalle continue lamentele su cose banali, su inconvenienti veramente di poco conto, su quisquilie insignificanti e ordinarie a cui seguono una serie di likes di conferma e piccole banali frasi di sostegno. Questa consonanza di idee non segnala la gravità del problema, ripeto spesso non più grave di una sciocchezza e non di rado legato ad un dissenso politico, segnalano invece un profondo senso di sfiducia, di amarezza, di risentimento verso l’oggetto della critica, di rancore talvolta, fanno capire che chi interviene a sostegno di critiche molto spesso ridicole appare molto lontano dalla serenità e dalla bellezza.

Chi lo fa, oltre ad un sottile legame con la sfera politica, si pone comunque ben lontano dalla consapevolezza e dal piacere di avere avuto in dono un regalo prezioso, quello di vivere, con tutti i problemi che vi possono essere in un Comune e in un territorio con tante criticità, in un luogo meraviglioso.


Foto: Filippo Masoni  sito: https://filippomasoni.com/

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25/12/2021 - 12:12

AUTORE:
vecchianese di s. Frediano

Un grazie a Gigi, la risposta alla sig. Wendy è da controfirmare.
Come diceva Curzio Malaparte, " i Toscani hanno il paradiso negl' occhi e l'inferno in bocca "..
Auguri tutti.

25/12/2021 - 10:25

AUTORE:
GigiDiTeglia

........... dalla sua terra natia. Credo che lei abbia fatto bene a " scappare " da questi posti perchè sembra di toscano lei abbia molto poco. .......... La bellezza si guarda con gli occhi e col cuore e i Toscani guardano molto col cuore anche se vivono in una " Grande Bellezza " anche per gli occhi. ....... Sembra che lei non abbia lo spirito toscano e questo, signora mi creda, lo ha solo chi sà apprezzare il bello e vive con l'ironia tipica degli abitanti nelle nostre terre. ......... Lei dimentica molte cose importanti, che forse contano poco per lei, ma la Toscana ha una storia importante forse ineguagliata e le tracce della storia sono nel modo di vivere toscano ....... ma sono davanti agli occhi di tutti. Il rinascimento, signora mia, è nato in Toscana non in Lombardia o in altri posti ..... e il genio dei grandi per antonomasia e toscano, Dante, Galileo, Leonardo solo per citarne alcuni, ne ha sentito parlare? I toscani vivono come nel film " Amici miei " le sembra brutto vivere con l'ironia e sdrammatizzare? Per lei il bello sono le piste ciclabili o i cartelli stradali, che seppure importanti, e in Toscana non mancano, non sono indispensabili. Ma lei signora, se lo lasci dire, ha fatto bene a " scappare " dalla Toscana perchè lei non ha lo spirito toscano e magari non conosce nemmeno il significato della parola " campanilismo " che è tipico in ogni toscano vero. Signora cara, la grande bellezza è la natura e aver conservato Marina di Vecchiano allo stato attuale, godibile da tutti anche i meno abbienti, è un vanto. Molto altro potrei dirle ma non voglio occupare molto spazio di questo giornale e probabilmente lei non capirebbe non essendo toscana dentro. Lei ha avuto la fortuna di essere nata in Toscana e l'ha buttata scappando ....... ma può vantarsi di esserci nata. ......... GigiDiTeglia

25/12/2021 - 9:18

AUTORE:
Trilussa

Cara signora, mi serve spazio, le risponderò domenica.
Buon Natale anche a lei, ovunque si trovi!

23/12/2021 - 14:14

AUTORE:
Wendy

Pisa mi ha dato i natali, Vecchiano mi ha vista crescere ma non mi ritengo fortunata di tutto ciò. “Siamo nati in un parco”, scrive, ma quanto e come possiamo fruirne? Dal 1979 è gestito dalla Regione Toscana ma quanto in questi quaranta e passa anni è stato realmente fatto per renderlo fruibile alla popolazione, ai turisti, per renderlo volano dello sviluppo di questo territorio? Nulla. Nonostante ad ogni elezione si parli della necessità di farlo.
Quali sono le montagne di cui parla? Il monte Serra? O forse l’Appennino, che comunque è ben lontano da Vecchiano? E la campagna meravigliosa? A Vecchiano? Ma se è un piattume frutto della bonifica di una zona paludosa. Non spacciamola per quello che non è, per favore. Scrive inoltre che il nostro territorio di Vecchiano “è vario e non piatto come nelle grandi pianure del Nord dove l’occhio spazia per chilometri senza incontrare nessun ostacolo, luoghi di una piattezza disarmante e monotona che fa intristire. Noi possiamo scalare colline, posiamo perderci nelle macchie, passeggiare lungo il mare, andare in barca a nostro piacimento su lago, fiume o mare”: io questa varietà non la vedo, vedo un piattume ben peggiore di quello del Nord, e sa perché? Perché al nord almeno da quel territorio hanno tirato fuori lavoro e pane per la gente che lo abita. Qui come è stato utilizzato il territorio di Vecchiano? Quali colline scaleremmo a Vecchiano, che non ci sono? Non prendiamoci meriti che non abbiamo, le vere colline toscane non stanno a Vecchiano. E il lago? Vogliamo parlare del lago invaso da inquinamento e animali che hanno devastato la fauna lacustre? Tema bicicletta e piste ciclabili: ha mai fatto un giro nel piatto Nord per vedere come funzionano le piste ciclabili? Provi a digitare “Ciclovia del Sole” o “Bicipolitana di Bologna” per capire cosa si intende per piste ciclabili e soprattutto per rendere fruibile un territorio alle bici.
Sa qual è il punto di tutto questo? Il punto è che il piatto e “triste in maniera disarmante” nord ha una cosa che in Toscana, a Pisa, a Vecchiano manca del tutto, ossia la voglia di fare, di mettersi in gioco, di tirare fuori da ambienti e climi ostili ed esteticamente poco appetibili un’economia che funziona e dà da lavorare alla propria gente (e a quella di altre regioni e nazioni). Vecchiano, ma più in generale Pisa e la Toscana cosa fanno? Si crogiolano in quello che hanno, che indubbiamente è di livello (non parlo di Vecchiano, dove a parer mio il paesaggio e l’estetica generale non sono affatto di livello: non dimentichiamoci che prima qui c’era una palude, la bellezza è altro) e non fanno nulla per migliorare ciò che esiste e fare in modo di renderlo redditizio. Un esempio: a Pisa manca una segnaletica che indichi come raggiungere piazza dei Miracoli dalla stazione ferroviaria. Le sembra normale in una città famosa solo per quella piazza? In Toscana gli amministratori e la gente comune sono persi in campanilismi fuori dal tempo che impediscono anche di fare una pista ciclabile che attraversi due comuni diversi o due province, non c’è la volontà (o la voglia) di cambiare, migliorare ciò che esiste già, proiettandosi aldilà di ciò che si ha. Un esempio: da Migliarino a Pisa le corse degli autobus sono sempre agli stessi orari da più di vent’anni e non sono pensate per chi lavora perché dalle 7.30 alle 8.30 non ne passa neanche uno. È normale? Questo perché non c’è una strategia di riduzione del traffico e dell’uso del mezzo privato per raggiungere la città in sinergia con Pisa e gli altri comuni limitrofi. Non c’è un mezzo di trasporto alternativo, non c’è una strada alternativa all’Aurelia. Non c’è nulla da sempre. Chi ha scritto questo articolo è forse una persona non più giovanissima che guarda questi paesaggi con gli occhi di quaranta anni fa, quando la vita era più semplice e bastava poco per accontentarsi ed andare avanti. Ma oggi non è più così, le sfide sono cambiate e sono enormi e servono menti e volontà che siano in grado di affrontarle. Ma in Toscana non ci sono teste per questo. La cosa che più mi fa dispiacere è vedere i ragazzi giovani che si accontentano di trovarsi al bar e passeranno tutta la loro vita qua, senza scoprire com’è realmente il mondo. Segno di un territorio e di gente a cui non interessa scoprire niente oltre il proprio naso, giovani già vecchi. Io sono scappata appena ho potuto e mai scelta fu più azzeccata. Vi guardo da lontano, con un misto di tristezza e compassione, a cullarvi nelle vostre certezze che non vi porteranno da nessuna parte e vi faranno restare ai margini del cambiamento. Contenti voi, io grazie a Dio le mie tasse le pago altrove.

20/12/2021 - 18:57

AUTORE:
Lettore della VdS

I vecchi comunisti e la sinistra in genere a fine intervento scrivevano: per un domani migliore!
....poi è apparso "uno" che il suo motto finale era: un vaff...e purtroppo trovò davanti a se una terra abitata da ciucchi, cicisbei e benaltristi senza speranza alcuna.
Ora pare che quel ciclo sia in scadenza....speriamo!

20/12/2021 - 15:49

AUTORE:
F.C.

un grido che ha la consapevolezza di una inutile speranza ?